Giuntoli alla Juve, tutto fermo: non c'è ancora il sì del Napoli

Il club azzurro cerca un'intesa con il direttore sportivo: risoluzione o dimissioni. Accardi, Sartori e Polito i nomi nella lista di De Laurentiis
Antonio Giordano
5 min

Otto anni non si cancellano così, dalla sera alla sera, lasciandosi alle spalle quel retrogusto amaro scatenato da una visione diversa del vissuto e del futuro: dall’estate del 2015, quante ne hanno fatte assieme, e però adesso che sembrano stiano per sfilare i titoli di coda, c’è il silenzio che accompagna il distacco e in genere precede anche gli strappi. E’ stato un tempo lungo, insolito per certe storie di calcio, quasi innaturale: però l’hanno vissuto nella gioia e nel tormento, come può capitare quando il pallone fa strani rimbalzi, a volte irregolari. Cristiano Giuntoli e Aurelio De Laurentiis sono (quasi) irreparabilmente lontani e quel contratto, scadenza giugno 2024, è l’unico e pure l’ultimo collante di una coppia che di fatto può separarsi: c’è da deciderlo assieme, ovviamente, nella strategia reciproca d’una trattativa che comporta disagi e pure qualche inevitabile dissapore.

Giuntoli-Juve in stand-by

Non c’è neanche da svelare prospettive clamorosamente inedite, è tutto annunciato: c’è la Juventus che ha chiamato Giuntoli, lo ha fatto recentemente, ormai negarselo non ha senso, e c’è però quell’accordo del 2019 che frena un’intesa per il momento scritta sul bagnasciuga, perché c’è un pregresso, c’è una fi rma che trattiene il diesse al Napoli e rallenta qualsiasi evoluzione e che soff oca gli sviluppi. Per congedarsi, Giuntoli ha bisogno di una risoluzione o presentare dimissioni che andrebbero accettate da De Laurentiis: opzioni che prevederebbero un divorzio incruento, privo dello spargimento di qualsiasi veleno. Ma bisognerà incontrarsi e discuterne, non subito e neppure tardi, affinché ognuno possa decidere per sé e schivare la bufera, mentre invece per adesso non ci sono stati colloqui concreti, solo un minimo approccio, rimasto lì a penzolare come promessa d’appuntamento.

De Laurentiis prende tempo

De Laurentiis non ha fretta, non vuole averne, ha gli impegni in Lega, ha bisogno di vedere Spalletti, ha la festa del 4 giugno da costruire attraverso la propria regia e non ha voglia - non pare - di liberare il proprio diesse, lasciandolo andare da una diretta concorrente per il futuro. Giuntoli è stata una sua scommessa, l’ha voluto - assieme all’ad Chiavelli - nell’estate del 2015, insieme hanno costruito lo scudetto, dopo essersi regalati tre secondi posti e due terzi posti, quindi cinque anni di Champions League e di benefici palpabili, e concedergli la possibilità di rinforzare la più autorevole rivale - o qualsiasi club italiano - sa di aff ronto verso se stesso.

La speranza di Giuntoli

Giuntoli conta sulla riconoscenza, sulla consistenza di un rapporto recuperato dopo il doloroso inverno del 2021, quello del gelo scatenato dalla sconfitta di Verona, dal timore di perdere ancora e di nuovo la Champions, come poi accadde, dai risultati insoddisfacenti di un organico che Spalletti ha rivalutato. Furono mesi (eufemisticamente) complessi, una contrapposizione secca e netta, sanata con il biennio successivo e una serie di colpi che hanno cicatrizzato le ferite.

Tutti i nomi per il dopo Giuntoli

Giuntoli per ora resta il direttore sportivo, almeno fino a prova contraria, e la Vecchia Signora, che ne è consapevole, dovrà attendere che De Laurentiis agevoli questa fusione. Però il Napoli ha cominciato ad analizzare gli identikit per quella scrivania che rimarrebbe vuota: Pietro Accardi, 40 anni, ha analogie con il giovane Giuntoli scoperto a Carpi; ha un’esperienza più solida, essendo cresciuto nel giardino incantato dell’Empoli, e pure la benedizione del proprio presidente, Corsi, che ha capito: «Se De Laurentiis me lo chiederà proverò a trattenerlo». Ma c’è anche Ciro Polito, 44 anni, è cresciuto in casa De Laurentiis, con Luigi, il presidente del Bari, di miracoli ne ha già fatti e sta continuando a realizzarne, ha prodotto sogni e anche profitti, è una risorsa della famiglia allargata, quella che governa magnificamente le emozioni di due grandi piazze del Sud. Potrebbe esserci anche Sartori, vecchio pupillo, legato però da contratto al Bologna. Decide Adl, per tutti.


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