L'ex Napoli Carnevale: "Kvaratskhelia sarà la pietra di paragone"

Centravanti con Maradona, ora talent scout: un grande esperto giudica il georgiano
Antonio Giordano
4 min

NAPOLI - Il suo calcio, anni 80, pareva custodito in una bolla magica, sotto l’effetto travolgente d’un Genio irripetibile: e quando Andrea Carnevale si lanciava, moderno già all’epoca, negli spazi, a spedirlo incontro alla felicità ci avrebbe poi pensato Maradona. Il suo calcio, 2023, s’adagia ora nella plastica creatività d’un artista senza tempo: e mentre se ne va in giro per il Mondo a cercar futuro per l’Udinese, Andrea Carnevale si lustra gli occhi e s’accomoda dinnanzi a uno scultore che si chiama Kvaratskhelia. «Un predestinato». 

L'Intervista a Carnevale su Kvaratskhelia

Carnevale, in cosa Kvara l’ha stupita? 
«Verrebbe sin troppo facile parlare delle sue qualità tecniche, ma un ragazzo che a ventuno anni arriva in Italia e si impone con quella naturalezza ha innanzitutto una personalità fuori dal comune». 
 
Per la Lega, il più bravo di tutti. 
«Questo giovanotto, non appena sceso dall’aereo, già giocava con quell’autorevolezza che si è portato appresso. È stato tra i protagonisti indiscutibili di uno scudetto a Napoli, dove vincere non è facile, come insegna la Storia. Non so se ha sbagliato qualche partita, forse sì perché a volte è umano, ma cos’altro possiamo aggiungere per dire che è un grande, dalle enormi risorse, capace di arrivare tra i giganti?». 
 
Il dribbling che seduce... 
«Io lo conoscevo bene, l’ho ritrovato - rispetto al periodo in cui lo vidi - chiaramente più maturo, un bambino che si è fatto uomo, che non ha paura dell’uno contro uno, anzi lo vuole, lo cerca, perché si entusiasma. Ma se la classe già si intravedeva, sullo spessore caratteriale non si potevano avere indicazioni: lui ha sbarazzato via qualsiasi pregiudizio e pure i luoghi comuni, si è ambientato immediatamente. Ricordo la sua prima partita a Verona, a Ferragosto; poi la seconda...». 
 
Un attaccante che fa sognare. 
«Con un aspetto fisico che non dà la sensazione di essere imponente. Ma ho notato che ora è ovviamente più attrezzato, ha completato il suo percorso di crescita. E la sua classe ha potuto giovarsene. La sua struttura asseconda la sua natura da calciatore estroso, sul quale non faccio paragoni perché a me non piacciono. Un giorno, vedrete, sarà Kvara il punto di riferimento e si cercherà tra i suoi eredi quello che più gli somiglia». 
 
Entri nel dettaglio della radiografia con lo sguardo da ex attaccante e da osservatore. 
«Ha un allungo che ti fa male, secco e bruciante, e poi la tendenza a rifare il movimento all’incontrario, che ti costringe a barcollare. Ha una forza sulle gambe che lo rende solido, sempre centrato. E per non farsi mancare nulla, vede la porta, la sente e poi la trova anche. Nella rete che fece all’Atalanta c’è la sintesi di Kvaratskhelia, di chi mette in imbarazzo qualsiasi difensore, di chi è un fuoriclasse e ti sbatte in faccia tutta la sua genialità dalla quale non puoi che restare conquistato o peggio ancora disorientato». 
 
Gli applausi, e il premio, sono meritati, dunque... 
«E ci mancherebbe. Può ancora migliorarsi, ovviamente, stiamo parlando di un 2001. Ha la tenacia, la fame di chi non si accontenta, usa tutte le conoscenze che ha, quel tiro a giro che è meraviglioso. Un fuoriclasse, in prospettiva». 


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