Napoli, De Laurentiis vuole Italiano come erede di Spalletti

Il tecnico della Fiorentina in volata sulla concorrenza per la panchina azzurra. Dopo la finale di Conference, Aurelio potrà intensificare i contatti
Napoli, De Laurentiis vuole Italiano come erede di Spalletti
Antonio Giordano
4 min

NAPOLI - Dov’eravamo rimasti? Firenze, anzi Praga, le lancette sulle ventuno e (forse) questo è il giorno della verità: si potrà intuire, definitivamente, se nella lezione di Italiano ci sia anche un messaggio subliminale per Napoli e per De Laurentiis, si potrà (forse) capire se sia già stato scritto qualcosa e quanto, fosse pure semplicemente un’idea, si potrà lasciarsi suggestionare o anche no, da un cenno, un battito di ciglia, una parola detta oppure taciuta. Firenze, cioè Praga, è il crocevia dei pensieri e delle intenzioni di Aurelio De Laurentiis, la rotta di un Progetto che viaggia lungo il tridente assai caro a Vincenzo Italiano, la tentazione assai forte da assecondare con cura e pure con rispetto nei confronti di un club che si gioca la Storia e che non va turbato: per ora, silenzio, poi si avrà modo, eventualmente, di adagiarsi in una trattativa da istruire con tatto.

De Laurentiis punta Italiano

Italiano ha ciò che serve al Napoli, una voglia matta di essere se stesso, una inclinazione al calcio-spettacolo, la fame che uno scudetto non ha saziato in Adl, un contratto in linea con la filosofia del club (un milione e ottocentomila euro di ingaggio; bonus di duecentomila per essere entrato nelle prime dieci; un premio di altri cinquecentomila in caso di qualificazione europea) e quindi argomenti che si possono affrontare. La Fiorentina ha un accordo vivo, scadrà tra un anno, e dunque andrà “affrontata” con il sorriso sulle labbra, le scuse per l’irruzione e poi il sentimento che unisce De Laurentiis a Commisso e a Joe Barone.

Dal mercato, l’indennizzo per il tecnico

La Fiorentina ha anche altro, ad esempio Nikola Milenkovic (25 anni, 26 a ottobre) che nel suo metro e novantacinque non mette solo muscoli ma anche spessore e autorevolezza per sostituire Kim, già a casa e con le valigie pronte per andarsene al Manchester United: nella lista della spesa del passato, il serbo c’è finito sistematicamente; ci entrerebbe di diritto stavolta, diventando anche elemento in grado di sistemare un affare nel quale qualcosa bisognerebbe pur concedere come indennizzo.

I casting di De Laurentiis per l’allenatore

Ma De Laurentiis ha attrezzato un casting mica da poco («ho riflettuto, sono stato l’allenatore di me stesso e ho scoperto di avere una ventina di ipotesi da valutare») ed ha trasformato una selezione naturale in una specie di kolossal nel quale si sono intravisti Antonio Conte (che ha voglia di starsene un po’ a casa), Nagelsmann (verso il Psg), Thiago Motta (che resterà al Bologna), Roberto Mancini (bloccato con decisione dalla Federcalcio) e che però prevede sempre nuove sorprese, come è giusto che sia.

La rotta di De Laurentiis porta a Italiano

Luis Enrique, il candidato assai forte che ha avviato le danze, l’uomo che metterebbe d’accordo con un suo semplice autografo una città intera, è sempre libero, non ha smanie ma il desiderio di far qualcosa che gli piaccia tanto, che lo identifichi nel suo calcio sempre verticale e assai palleggiato: la finestra è ancora aperta, conviene non socchiuderla. Christope Galtier ha smesso di credere nel Psg, ora ha saputo che al Parco dei Principi potrà tornarci da avversario: piace all’OM ma anche a De Laurentiis, con il quale ha avuto modo di confrontarsi due anni fa, prima che Spalletti irrompesse su Napoli e come un Genio la conquistasse. Non avesse anche lui un contratto fino al 2024 con il Bayer Leverkusen, pure Xabi Alonso si sarebbe trovato sotto l’occhio di bue di Cinecittà, che ha una succursale a Castel Volturno: c’è una fabbrica di sogni, va scoperto il regista. Ciak: Firenze, Praga, Napoli, la rotta principale porta ad Italiano. Ma volando, volando…


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