L'ultima sconfitta con l’Atalanta, tre schiaffi sul muso che hanno disintegrato il miraggio chiamato Champions, ha accelerato irrimediabilmente la rifondazione. Un processo che De Laurentiis ha inaugurato da un po’, in saggio anticipo, perché dietro un’opera - figuriamoci un capolavoro - ci sono sempre le mani e le idee degli uomini, mica le bacchette magiche. E così il presente è già il futuro. È la rivoluzione, la primavera del Napoli, il vento del cambiamento che per la forza e l’intensità innovativa potrebbe anche essere scambiato per un ciclone. L’uragano Aurelio. E invece no: il presidente non spazzerà via tutto con la furia dell’istinto, neanche per sogno; la stagione inaugurata con le scene della città della gioia a brillare negli occhi, s’è trasformata all’improvviso in un paradosso che ha prima turbato, poi agitato, avvilito e infine insegnato qualcosa. Tante cose. A cominciare dalla prima regola sulla quale proprio il club ha fondato la scalata culminata nello scudetto: programmare in anticipo puntando sugli uomini giusti a cui riconoscere certezza del ruolo e libertà d’azione nel proprio campo. Il primo acquisto, ormai dietro l’angolo, sarà un direttore dell’area tecnica a cui affidare la scelta dei giocatori, la gestione dei rapporti club-squadra e la rivalutazione del settore giovanile. Una figura di riferimento, una scelta ponderata, connotati precisi e contorni gradualmente più nitidi: arriverà presto e presto nascerà la nuova era. Questioni di giorni. I tempi giusti. Gli stessi in cui sarà definita la posizione di Meluso.
Napoli, i nomi per la panchina: corsa a quattro
Anche il progetto-allenatore è chiaro: Calzona sarà impegnato con la nazionale slovacca all’Europeo, in occasione della sosta ha precisato di avere un accordo legato a questi mesi e il sogno di De Laurentiis è sempre Antonio Conte. Un totem, un tecnico di 54 anni che ha storia e autorevolezza, competenze che vanno oltre i marchi di numeri e sistemi, personalità, esperienza, capacità. Di tutto. E in più l’entusiasm o di chi, dopo un anno di pausa seguito alla chiusura del rapporto con il Tottenham a marzo 2023, ha voglia di tornare a respirare calcio e un progetto sportivo ambizioso (elemento primario e imprescindibile). Il presidente gli aveva offerto il Napoli già a ottobre, al tramonto della parentesi Garcia, ma lui non reputò maturi i tempi per motivazioni personali. Ma Adl è tornato alla carica, non ha mai smesso, e in virtù del rapporto personale costruito con amicizia, stima e rispetto reciproci resta in attesa: il rapporto diretto include dialoghi, contatti, chiacchierate. Conte è il sogno, non un miraggio, ma si vedrà. E intorno non c’è mica un deserto: l’esperienza alla Fiorentina di Vincenzo Italiano, 46 anni, è più che mai sospesa al bivio, mentre solida e datata è la stima di De Laurentiis nei suoi confronti. Dai tempi dello Spezia: calcio offensivo, gioco, lavoro, la capacità di migliorare i calciatori e spesso anche di scrivere splendide storie con poche parole a disposizione. Candidato ufficiale anche lui. Come Francesco Farioli, 35 anni il 10 aprile, tecnico del Nizza, la sorpresa della Ligue 1 giunto fino alla vetta (ora è quinto) che sta vivendo un momento un po’ così.
Napoli, sfida contro Palladino
Il presente, dicevamo, è già il futuro: e l’immagine più eloquente sarà immortalata domenica in Brianza, quando il Napoli affronterà all’U-Power Stadium il Monza di Raffaele Palladino, 39 anni, napoletano di Mugnano, 3 punti meno degli azzurri in classifica. C’è anche lui nella lista di De Laurentiis. E sarà il primo faccia a faccia con lo specchio delle sue brame.