Conte, ritmo e aggressività
Cambiano certi aspetti, ma non l’idea di base di Conte. Ritmo, aggressività, anzi, di più, ferocia nel recupero palla, resistenza fisica. Un calcio efficace e ossessivo. Ha l’abitudine di spingere le sue squadre oltre ogni limite, pretende il massimo sul piano dell’applicazione senza concedere deroghe. Non sarà un Napoli simile a quello di Spalletti, che rubava l’occhio appena entrava in campo, ma di quella squadra avrà lo stesso ordine e la stessa voglia di attaccare l’avversario. Lo farà con meno palleggio e più intensità, con lo sguardo rivolto anche alla propria porta. Sarà diverso il modo di difendersi ma l’obiettivo finale resta lo stesso: il Napoli di Spalletti ha chiuso il campionato col miglior attacco e anche con la miglior difesa, meglio non dimenticarlo. In ogni caso, se uno pensa al Napoli appesantito e imborghesito di questa stagione, ecco, il prossimo avrà un’altra immagine. E il fatto che con il pari di ieri gli ex campioni d’Italia siano definitivamente fuori delle coppe europee potrebbe non essere un male: si riparte da zero, tabula rasa e palla a Conte. Al quale serviranno però giocatori di spessore internazionale per far risalire questa squadra, serviranno soprattutto rinforzi veri in difesa. È da lì che nasce tutto. Certo, non potrà avere più i suoi Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini, perché giocatori così ora ce l’hanno solo Real Madrid, Manchester City e pochi altri club al mondo, ma il punto d’arrivo, se De Laurentiis prende davvero Conte, non può essere che quello.