Napoli, Anguissa: "Conte ci spinge oltre i limiti, ecco cosa ci ha detto"

Il centrocampista camerunense è stato intervistato sui canali ufficiali della Serie A: "Vogliamo riportare il club dove era prima dell'anno scorso. Non sarà facile"
4 min

Frank Zambo Anguissa è stato intervistato dai microfoni della Lega Serie A sui canali ufficiali. Tanti gli argomenti trattati, da Conte al riscatto in questo stagione: "L'obiettivo è fare meglio. Sappiamo tutti che la scorsa stagione non è stata facile, è stato evidente. E' stata davvero dura, quest'anno vogliamo davvero fare meglio. Vogliamo riportare il Napoli dove era prima dell'anno scorso. Non sarà facile, ma tutti si impegnano per garantire che vada per il meglio".

Anguissa: "Conte è una benedizione"

"Conte? Oltre al lato sportivo ha un lato umano, me l'ha dimostrato più volte. E' vicino ai giocatori e spesso dice che preferisce una verità che fa male piuttosto che una bella bugia. Mi piacciono le persone reali e oneste. Per questo ci troviamo a nostro agio con lui. Non è facile ogni giorno, è difficile, ma pensiamo sia una benedizione sotto mentite spoglie. Da quando è arrivato ci ha dimostrato che vuole guerrieri, che non lavoriamo solo sull'aspetto fisico, ma anche mentale, ci ha mostrato che i calciatori non hanno bisogno solo di tattiche perchè se si vuole essere top competitor bisogna essere pronti a tutto. Ci spinge oltre i nostri limiti. Anche il suo staff, non solo lui, è composto da brave persone e da professionisti. Conte ti mostra che il tuo corpo è tuo e non ci sono limiti. Ci sono cose che non avevo mai fatto prima di lui, ora mi dico che è possibile farle. Questa è una delle sue grandi qualità, oltre ad essere genuino, vicino ai suoi giocatori, sempre a difenderci e ad esserci per noi. In cambio pretende tutto in campo: "Vi darò tutto e vi difenderò, ma datemi tutto in campo, e non sarà mai colpa vostra, ma mia".

Anguissa sullo Scudetto e il Napoli

"Ricordi dello Scudetto? Non ce n'è uno in particolare. Mi ricordo quando eravamo tutti allo stadio con i nostri tifosi e con tutta la città. Quando siamo diventati ufficialmente campioni d'Italia e abbiamo festeggiato al Maradona con tutti, con le famiglie, lo staff, quello è stato il momento più bello quando penso allo Scudetto. In campo cerco di fare ciò che è più importante in quel momento per la squadra. Non è da tutti. Coloro che mi circondano a volte mi dicono che sacrifico un po' troppo me stesso per il collettivo perchè potrei fare più gol o avere un impatto pià decisivo, ma a volte sono troppo generoso come impegno per la squadra per pensare a cosa sia utile di più. Se me lo chiedete, dipende da cosa serve: se serve il dribbling, se serve il passaggio facile lo faccio, se serve correre, corro. Origini in Camerun? Come dice mia madre, la gente non sa quanto sia difficile il calcio. Ci sono milioni di giovani che cercano una carriera da professionisti, non è stato facile per me. Ci sono tanti sacrifici da fare, tante cose non vengono prese in considerazione per realizzare il tuo sogno. Ho lasciato il mio quartiere per venire in Europa, sono riuscito a giocare, integrarmi, fare una carriera, guadagnare soldi per sfamare la mia famiglia che era povera, non c'è niente di meglio per me. Napoli? Sono sempre stato colpito dall'ospitalità dei napoletani, sapete che parlare di razzismo è un tema delicato, ma come uomo nero che vive a Napoli, non ho mai sperimentato nulla di simile. Ho avuto a che fare con persone amabili ed affettuose, così ospitali con me e la mia famiglia. Nei momenti belli e brutti, l'anno dello scudetto è stato incredibile, quello dopo difficile per i tifosi perché facevano fatica a vedere la squadra vincere e quindi, anche se non ero infastidito, era un peccato per tutto ciò che era stato fatto. Ti fanno sentire speciale e ti mostrano tanto amore".


© RIPRODUZIONE RISERVATA