NAPOLI - Volare, si può. Con il calcio e con la fantasia: questa è la storia di un tridente pazzesco con un georgiano abracadabra, un bomber belga e un giocoliere brasiliano. Kvaratskhelia-Lukaku-Neres, frecce azzurre al Maradona. Un claim che neanche i geni della pubblicità: KLN. E il Napoli volerà. Kvara ci metterà il genio, Rom la potenza, David l’estro. E tutti insieme aggiungeranno gol, assist, talento, forza, velocità, dribbling, idee, show. Tre pezzi pregiatissimi. Quattro se contiamo anche Politano, l’unico italiano della batteria - che Khvicha chiama affettuosamente Messitano - che come Neres punta e dribbla, invita e finalizza, e più degli altri sa cosa significa il sacrificio in fase difensiva: tra i migliori con il Bologna, tra i migliori nella stagione precedente. A mercato chiuso, Conte ha pescato un poker d’assi. Sì, ora in attacco ha tutto quello che serve per lanciare la sfida all’Italia e per tornare al volo in Champions: considerando anche Simeone, il vice di Romelu, e Raspadori, un jolly da impiegare da centravanti e poi dietro le punte, è verosimile affermare che in Serie A poche squadre possono vantare un pacchetto offensivo del genere. Faccia a faccia e testa a testa con i migliori, dall’Inter e il Milan, passando per la Juve e la Roma.
Leader K
Non è questione di pressioni o aspettative, piuttosto semplicemente la cronaca di una squadra che in un colpo solo ha confermato Kvara, l’uomo che con il pallone tutto può, l’aspirante fuoriclasse in cerca di leadership che nell’anima custodisce calcio a cento all’ora e mille magie. Khvicha ha sempre concluso in doppia cifra da quando gioca da queste parti, il primo anno anche in doppia-doppia gol e assist, e così considerando che dopo due giornate di campionato ha già realizzato un gol e poi spedito Di Lorenzo in porta, verrebbe quasi da dire che è partita un’altra rincorsa. Non resta che insistere. E rinnovare: a fine mercato, è in agenda.
Lukaku e Neres
Il regno di Kvara è la sinistra, tutto da copione, mentre Neres - mancino come Politano - partirà a destra: lui gioca anche sulla banda opposta, ma Conte preferisce gli esterni a piede invertito e sulle solite frequenze già contro il Bologna ha fatto divertire il Cholito e la gente. Scena: entra all’88’ e sei minuti dopo manda Simeone a segno con un giochetto do Brasil che in un amen, alla prima palla, ha raccontato i segreti del suo repertorio. E siamo appena all’inizio: arriveranno altri assist e i gol. E tanti slalom da mal di testa. Un colpo vero, il suo acquisto. E tutti insieme - Kvaratskhelia, il brasiliano e Politano - saranno una benedizione per Lukaku. E per Conte e per la squadra intera. Ma Rom, beh, avrà un bel po’ di palloni da baciare (in porta), spazi da creare e compagni da abbracciare: il piano ideale è questo. Anzi, sembra un’idea molto plausibile considerando la qualità dei trequartisti che il signor Antonio potrà schierare a sostegno del suo centravanti totem. Per la verità, a conti fatti, ci sarebbe anche Osimhen, ma con lui il quadro è chiaro: cercasi soluzione, è sull’uscio, si vedrà.
La rivoluzione
Il Napoli dello scudetto, insomma, è sempre più un ricordo consegnato alla storia degli immortali. E per fortuna, verrebbe da dire, alla luce di tutto quello che è accaduto un anno fa e dell’assoluta necessità di cambiare aria: da Osimhen a Lukaku, da Lozano a Neres e così via. C’era una volta quel manipolo di scugnizzi un po’ sconosciuti (il primo Kvara) e un po’ no, e invece ora ci sono giocatori pronti, affermati, famosi. Di spessore internazionale: la politica del Napoli è cambiata, stravolta. È la rivoluzione nella città di Masaniello. Sabato con il Parma sarà inchino e buonasera a tutti, piacere di conoscervi. E di volare: KLN, grazie per averci scelto.