Una ressa mai vista. Sei squadre in due punti, ma lassù in cima c’è sempre il Napoli. Conte esce imbattuto da San Siro e resta primo in classifica, reagisce con carattere alla brutta sconfitta con l’Atalanta e può andare alla sosta guardando tutti dall’alto. Con la consapevolezza di aver portato via una vittoria e due pareggi negli scontri diretti in trasferta con Juve, Milan e Inter. Mica poco. Non riesce il sorpasso a Inzaghi, che chiude il ciclo di sette partite con cinque vittorie e due pareggi negli scontri diretti in campionato con Juve e Napoli. Calhanoglu è delizia e croce, prima riacciuffa la partita con una prodezza che farà il giro del mondo e poi sbaglia il suo primo rigore in serie A (ne aveva segnati 19 su 19). Il pareggio è forse il risultato più giusto per quello che si è visto al Meazza.
Conte se l’è giocata un po’ alla Gasperini, con grande coraggio. Ha scelto un uomo contro uomo quasi a tutto campo in fase di pressione. Accoppiamenti delineati a tavolino, con l’intenzione di intasare le autostrade in cui l’Inter è abituata a correre a mille all’ora. Gilmour ha seguito come un ombra Calhanoglu, McTominay e Anguissa hanno fatto lo stesso con Barella e Mkhitaryan. Sulle corsie esterne Politano, Di Lorenzo e Olivera hanno dovuto fare il doppio dei chilometri per opporsi non solo a Dimarco e Dumfries, ma anche a Bastoni sempre pronto a diventare l’uomo in più in fase di costruzione. Inzaghi è stato costretto a muovere con più imprevidibilità le pedine sul suo scacchiere per far saltare l’ordine predisposto da Conte. Ha provato a far sganciare anche Pavard e Acerbi per sorprendere la linea difensiva azzurra, ma è stato costretto a usare un’altra delle tanti armi a disposizione, il tiro da fuori. Una soluzione nella quale ha un’eccellenza del campionato, Calhanoglu, il migliore interista da un anno a questa parte. Il turco però l’ha tradito nell’altra sua grande specialità, il tiro dagli undici metri. Non hanno dato la svolta nemmeno i cinque cambi, il solito Dimarco si è fermato al palo.
A trascinare il Napoli ci hanno pensato Rrahmani e soprattutto un gigantesco Buongiorno, un colosso in difesa, l’uomo che ha ridato sostanza a un reparto che l’anno scorso si era liquefatto dopo la partenza di Kim. Grande temperamento, insuperabile nei duelli, un leader di una squadra che nei momenti difficili riesce a tirare fuori sempre il carattere del suo allenatore. La fotografia del gruppo è un’esultanza pazzesca di Kvaratskhelia, arrivata non dopo il gol, ma per una sua rincorsa di 50 metri conclusa con una chiusura da terzino sulla corsia opposta. Un’immagine che ha sicuramente fatto piacere vedere a Conte, molto di più della decisione sul rigore che lo ha fatto infuriare con il Var nel post partita.
La sosta arriva nel momento migliore per ricaricare le pile. Anche perché, subito dopo, inizierà una maratona no stop fino a marzo, senza nessuna interruzione e con la novità degli impegni di coppa anche a gennaio. L’Inter prima della Supercoppa avrà un calendario non impossibile, con Fiorentina e Lazio unici ostacoli di rilievo in campionato e due tedesche (Lipsia e Leverkusen) da sfidare in Champions. Più complicati, almeno sulla carta, gli impegni di Conte, atteso dal nuovo corso della Roma alla ripresa e poi da Toro e Lazio (due volte nel giro di tre giorni). Per prepararsi potrà guardare la classifica. Lassù in cima c’è sempre il Napoli.