Il Napoli ha perso momentaneamente il primo posto per la prima volta da quando ha scalato la vetta. Era il 29 settembre, cinquantacinque giorni ieri. Due volte cinque, come cinque sono i gol che l’Inter ha rifilato al Verona in 41 minuti, riscrivendo per primo una classifica che però va considerata sub judice. E il giudice si chiama Antonio Conte, una specie di Cassazione della tredicesima giornata: la sentenza definitiva sarà la sua. Sarà la sua squadra a decretare gli equilibri intorno alle 20. Ma sia chiaro, c’è anche un altro modo di leggere la storia: perché quello del Napoli è il primo caso di giudice e condannato al tempo stesso. Condannato a vincere: è l’unico modo per ribaltare nuovamente tutto, ristabilire le gerarchie e riprendersi il primo posto. Da solo.
Amico mio
Il caso ha voluto che sulla strada di Conte ci fosse un amico carissimo: Claudio Ranieri, certo, il nuovo tecnico di una Roma che a sua volta è condannata quantomeno a non perdere per cominciare a risolvere la crisi di risultati e d’identità. I due allenatori sono davvero molto legati e lo sono anche le rispettive signore, e così l’inevitabile componente affettiva aumenterà il ventaglio già ampio di sentimenti in ballo: rispetto, tensione, un po’ di sano timore. Il Napoli ha qualcosa in più da perdere rispetto alla Roma, questo è chiaro, ma al di là dello 0-3 con l’Atalanta al Maradona - unica sconfitta in uno scontro diretto su quattro - nelle ultime undici giornate la squadra ha scritto pagine interessantissime: otto vittorie e due pareggi contro Juve e Inter in trasferta.