
NAPOLI - Proprio un vero lunedì. Una giornataccia: ieri il Napoli s’è svegliato a più quattro sull’Inter e ancora incavolato per aver sprecato una grande chance contro l’Udinese ma puntualmente è andato a dormire a più uno e nero di rabbia dopo le polemiche di Milano. Conti semplicissimi: la vittoria della squadra di Inzaghi contro la Fiorentina ha ridotto il vantaggio degli azzurri fino a un solo punto. D’oro, d’onore, di rabbia. Da conservare e difendere sin da sabato all’Olimpico contro la Lazio, con le unghie e con i denti, provando poi a tifare per la Juventus, prossima avversaria dei nerazzurri a Torino. Sembra una nemesi sportiva, considerando l’enorme rivalità con Madame e i suoi discepoli, ma non è altro che l’opportunità di una classifica che a diciannove giorni dallo scontro diretto del 2 marzo al Maradona vede ora Napoli e Inter vicini più che mai. La distanza che dopo la sconfitta nel recupero di giovedì scorso al Franchi con la Fiorentina era diventata ufficialmente di tre punti, dopo il bis con la Viola vinto ieri a San Siro è di un solo passo. Classifica: 55 contro 54. Primo e seconda. Un amen, un soffio, un alito di scudetto.
Napoli, gli uomini chiave sono affaticati
Il Napoli non è riuscito ad approfittare della doppia frenata in quattro giorni dei rivali in vetta, tra il derby con il Milan e la serata di Firenze, e l’Inter non s’è fatta pregare. E se alla fine il pareggio degli azzurri con la Roma all’Olimpico è comunque passato alla storia del campionato come un risultato positivo, nonostante il gol di Angeliño al 92’ su colossale disattenzione difensiva, l’1-1 di domenica contro l’Udinese al Maradona s’è trasformato in un enorme contenitore di rimpianti. O magari in una di quelle sirene rosse: comincia a vibrare un certo allarme legato alla stanchezza di alcuni uomini chiave che dall’inizio della stagione hanno fatto l’ordinario e lo straordinario. E sia chiaro, non è questione di mera condizione: la fatica sembra più che altro psicofisica, anche perché i dati fisici registrati sono risultati ancora positivi.
Napoli, la panchina non incide
E ancora: Conte rispetto a Inzaghi ha un serio problema in panchina. E per sottolineare la profondità della rosa nerazzurra è sufficiente osservare quanto accaduto a Napoli contro l’Udinese cambiando Lukaku, Anguissa, Politano e Neres con Simeone, Raspadori, Ngonge e Okafor: perfettamente nulla. E poi spostarsi a San Siro: l’Inter perde Thuram per infortunio, entra Arnautovic (e non Taremi) e segna il gol decisivo del 2-1. Partita risolta con una sostituzione. Sì. Mentre domenica gli uomini che hanno sostituito i titolari del Napoli non hanno aggiunto e quasi hanno tolto.
Napoli-Inter, la strada verso lo scontro diretto
E ora, la marcia verso lo scontro diretto della ventisettesima giornata. Dicevamo, diciannove giorni allo scontro diretto in agenda domenica 2 marzo o diciotto nel caso di un anticipo al sabato. Per il Napoli non cambierebbe chissà quanto nella sostanza, mentre l’Inter avrebbe ventiquattro ore in meno per preparare la sfida considerando che martedì 25 febbraio giocherà contro la Lazio a San Siro la sfida secca dei quarti di Coppa Italia. La marcia di avvicinamento inizierà sabato: ad aprire la serie ci penseranno gli azzurri, in campo alle 18 con la stessa Lazio all’Olimpico. Già, la squadra di Baroni: l’unica ad aver battuto due volte la capolista in questa stagione, per altro in tre giorni tra il 5 e l’8 dicembre, prima a Roma negli ottavi di Coppa Italia e poi al Maradona in campionato. Domenica sera, alle 20.45, l’Inter si esibirà invece allo Stadium contro la Juventus. A seguire, toccherà ai nerazzurri inaugurare la sequenza della ventiseiesima giornata: alle 20.45 di sabato 22 febbraio c’è il Genoa a San Siro. Il Napoli chiuderà il cerchio alle 12.30 di domenica a Como contro la squadra di Fabregas. E sarà l’ultimo atto di campionato, l’ultima tappa di avvicinamento verso la passerella scudetto del Maradona. A voi.