Napoli, calendario in discesa ma occhio: c'è un dettaglio che non può far stare tranquilli

Conte si prepara per la maratona finale, mentre l’Inter è impegnata anche nelle coppe. Finiti gli scontri diretti, ma attenti alla lotta salvezza
Fabio Mandarini

A sette giornate dalla fine del campionato, e alla luce del verdetto di un trentunesimo turno thrilling da sabato a lunedì, la lotta scudetto è ancora molto incerta. Tutto invariato in vetta e in ottica scudetto dopo il doppio incrocio della via Emilia: l’Inter è prima con 68 punti, il Napoli è secondo con 65. Dopo il 2-2 del Tardini e l’1-1 Dell’Ara, l’unico effetto concreto è stato quello di staccare ancora l’Atalanta, sconfitta dalla Lazio e ora terza a -10 dalla vetta e a -7 dagli azzurri. E così, beh, da che punto guardi il mondo e il calendario tutto dipende: più duro e denso per i campioni in carica, in discesa e senza coppe per chi insegue. La squadra di Conte non canta ma riflette, fa i conti con se stessa e con il futuro. E dopo il pareggio di Bologna che nella stessa serata ha prima assunto le sembianze di una grande vittoria e poi quella di una disfatta grande, respira profondamente. Fa yoga, riordina le idee: una volta assodato che i cali o addirittura i crolli accusati nei secondi tempi sono inaccettabili oltre che pericolosissimi, può decidere se guardarsi dentro con il cuore mezzo vuoto o mezzo pieno di speranze scudetto

Napoli, il peggio è alle spalle

La storia è molto semplice: arrivati a questo punto con questi pregi, questi difetti radicati, questa sfiducia nei confronti della panchina e una sfortuna piuttosto affezionata (ovvero: contrattempi e problemi fisici continui), il Napoli può disperarsi per le chance sprecate in serie da febbraio in poi - 6 pareggi in 9 partite e la miseria di 2 punti tra Udinese, Como e Venezia - oppure gonfiare il petto guardando l’elenco delle prossime avversarie. Il peggio è davvero alle spalle, i guai seri dovrebbero essere finiti a Bologna, capitale Italiano, l’ultimo avversario tremendo che, in piena corsa Champions e in splendida forma, l’Inter dovrà ancora affrontare. In mezzo ai turni cruciali di due coppe. 


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Napoli, il calendario delle ultime sette giornate

Dipende, dicevamo. Tutto dipende. E dal punto di vista del Napoli il futuro va raccontato così: la prossima andrà in scena al Maradona contro l’Empoli, in piena lotta per non retrocedere, ancora lunedì; a seguire, nel weekend di Pasqua, trasferta all’U-Power Stadium per sfidare il Monza di Nesta alle 18 di sabato 19 aprile, ultimo con 15 punti e rassegnato a una retrocessione a questo punto inevitabile. Poi, sfida contro il Torino al Maradona il 27 aprile per chiudere aprile. A maggio, il calendario proporrà in sequenza la trasferta a Lecce (il 4), il Genoa in casa (l’11), una sfida a Parma (il 18) e il Cagliari ancora al Maradona per il gran finale (il 25). L’Inter, invece, sfiderà sabato il Cagliari, poi avrà il ritorno di Champions contro il Bayern, il Bologna al Dall’Ara, la semifinale di ritorno di Coppa Italia con il Milan, la Roma, il Verona, il Torino, la Lazio, il Como. E la possibilità di giocarne altre in Europa, certo. 

Napoli, i pericoli nelle ultime partite

Il Napoli, dicevamo, non ha le coppe e squadre come Bologna, Lazio e Roma le ha già sfidate: per calendario in discesa, meno duro e denso, s’intende proprio questo. Ma attenzione, la teoria è tale perché le partite vanno giocate e i pericoli sono sempre dietro l’angolo: ben cinque dei prossimi sette avversari degli azzurri occupano posizioni comprese tra il sestultimo e l’ultimo posto, e al di là del Monza sono tutti impegnati a salvare la permanenza in Serie A con ferocia, unghie e denti. Qualcuno è più preoccupato (Empoli, Lecce, Parma), qualcuno un po’ meno (Cagliari). Ma il problema riguarda tutti e di conseguenza anche il Napoli. 


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A sette giornate dalla fine del campionato, e alla luce del verdetto di un trentunesimo turno thrilling da sabato a lunedì, la lotta scudetto è ancora molto incerta. Tutto invariato in vetta e in ottica scudetto dopo il doppio incrocio della via Emilia: l’Inter è prima con 68 punti, il Napoli è secondo con 65. Dopo il 2-2 del Tardini e l’1-1 Dell’Ara, l’unico effetto concreto è stato quello di staccare ancora l’Atalanta, sconfitta dalla Lazio e ora terza a -10 dalla vetta e a -7 dagli azzurri. E così, beh, da che punto guardi il mondo e il calendario tutto dipende: più duro e denso per i campioni in carica, in discesa e senza coppe per chi insegue. La squadra di Conte non canta ma riflette, fa i conti con se stessa e con il futuro. E dopo il pareggio di Bologna che nella stessa serata ha prima assunto le sembianze di una grande vittoria e poi quella di una disfatta grande, respira profondamente. Fa yoga, riordina le idee: una volta assodato che i cali o addirittura i crolli accusati nei secondi tempi sono inaccettabili oltre che pericolosissimi, può decidere se guardarsi dentro con il cuore mezzo vuoto o mezzo pieno di speranze scudetto

Napoli, il peggio è alle spalle

La storia è molto semplice: arrivati a questo punto con questi pregi, questi difetti radicati, questa sfiducia nei confronti della panchina e una sfortuna piuttosto affezionata (ovvero: contrattempi e problemi fisici continui), il Napoli può disperarsi per le chance sprecate in serie da febbraio in poi - 6 pareggi in 9 partite e la miseria di 2 punti tra Udinese, Como e Venezia - oppure gonfiare il petto guardando l’elenco delle prossime avversarie. Il peggio è davvero alle spalle, i guai seri dovrebbero essere finiti a Bologna, capitale Italiano, l’ultimo avversario tremendo che, in piena corsa Champions e in splendida forma, l’Inter dovrà ancora affrontare. In mezzo ai turni cruciali di due coppe. 


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