
Certe cose cambiano, certe altre no. L’Inter ha battuto il Cagliari a San Siro e di conseguenza per il Napoli non è stato un sabato pieno di sorrisi di speranza come il precedente, dopo il pareggio di Parma. Per niente: ora la distanza dal primo posto è di sei punti. Momentaneamente ma anche tremendamente. E così, entra in ballo la costante di un periodo fatto di frenate e sciupi inaugurato a febbraio: la squadra di Conte è condannata a vincere. E come se non bastasse c’è anche l’aggravante di non poter più sbagliare come è accaduto troppe volte nelle ultime nove giornate. Non è un modo di dire né una scenografia addobbata a dovere per una presentazione più stuzzicante. Per continuare a inseguire lo scudetto come ha fatto finora, il Napoli ha un solo risultato a disposizione contro l’Empoli: la vittoria. Domani non deve fare altro che provare a conquistare il Maradona per riportarsi a -3, domando un avversario che presumibilmente venderà molto cara la pelle considerando l’assoluta necessità di punti in chiave salvezza. Missione vittoria, missione gol. Un binomio inscindibile. Ma anche un’equazione non sempre risolta con la brillantezza dei matematici.
Napoli, servono i gol delle punte
Napoli da sempre più letterario che scientifico: bello e dannato nel parallelismo tra occasioni create e concretizzate; addirittura kafkiano nelle trasformazioni tra primo e secondo tempo registrate a Bologna e Como e contro il Milan. Napoli che però lotta sempre come un leone ma che ora, cioè domani, avrà l’assoluta necessità di migliorare il tiro per provare a chiudere in fretta una partita che altrimenti rischia di diventare l’ennesima trappola. Tutta la scomodità del mondo in una sfida che innanzitutto gli attaccanti dovranno riuscire ad agevolare. Per farla facile: servono i gol di Lukaku, Neres e Politano proprio come all’Inter sono serviti anche ieri quelli di Arnautovic e Lautaro; magari anche di Raspadori, Simeone, Ngonge e Okafor se convocati d’urgenza dalla panchina.
Napoli, i numeri dell'attacco
Il bilancio offensivo del Napoli nelle ultime sei partite, prendendo come punto di riferimento la sconfitta di Como costata il primo posto, racconta di sette gol realizzati, con tre pareggi e due vittorie dopo il tonfo nel lago. L’Inter, contando anche la partita in più giocata ieri, ne ha segnati quattordici nelle ultime sette, vincendone cinque e pareggiandone due. Primo non prenderli, certo, ma secondo segnarli: non è un caso che con 72 gol e il Napoli invece insegua a distanze siderali a quota 48. Lukaku (11), Politano (3) e Neres (2) hanno segnato in tre soltanto due reti più di Marcus Thuram, miglior cannoniere dell’Inter con 14 gol. Il secondo bomber dell’Inter è Lautaro con 12 gol, quelli del Napoli sono McTominay e Anguissa con 6. L’unica similitudine? La quota gol in campionato: di Raspadori e Arnautovic, diciamo i primi attaccanti alternativi ai più utilizzati: 4. senso unico. I numeri e le statistiche sono soltanto il contorno alle necessità: d’accordo l’equilibrio della squadra, l’organizzazione difensiva, la grande capacità di resistere e lottare e di conseguenza la miglior difesa della Serie A, ma Conte ha un disperato bisogno dei gol degli uomini della sua prima linea. Per vincere. Per battere l’Empoli e continuare a in seguire l’Inter e lo scudetto. Questa è la via. E non ne esistono altre.