Roma, Schick con o senza Dzeko

Dopo il ko con il Milan, il ceco ha ritrovato smalto in nazionale e si candida per fare rifiatare il bosniaco in vista del Real o supportarlo in fase d’attacco
Roberto Maida
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ROMA - Certe cose nascono così, senza che uno stia lì a pensarci troppo. Tanto è il talento a guidare. C’è questo presupposto nel gol che Patrik Schick ha segnato giovedì con la sua nazionale, mentre i resti della Roma cadevano a Benevento, all’esordio nella Nations League contro l’Ucraina: ha ricevuto palla sulla fascia sinistra e ha detto a se stesso, faccio gol. Fine. Ha puntato il difensore in maglia gialla che, un po’ ingenuamente, gli ha lasciato il corridoio sul piede mancino. E poi ha incrociato forte sull’altro palo da posizione laterale. Boato, rete.

CANDIDATURA. Il gol, il terzo in nazionale, non rimarrà nella storia della Repubblica Ceca, anche perché la partita è finita male: l’Ucraina ha ribaltato il risultato vincendo 2-1 al 93’. Ma per Schick, che era stato sostituito una decina di minuti prima, può essere un punto di risalita importante in vista dei prossimi mesi, soprattutto con la Roma. Dalla ripresa del campionato, dopo l’esperimento poco riuscito a San Siro, dovrà convincere Di Francesco a ridargli il posto da titolare.

IL MODULO. Già ma in quale ruolo? Se si gioca nel 4-3-3, Schick dovrebbe traslocare sulla fascia destra per sfruttare i rientri sul sinistro. A meno di non prendere il posto di Dzeko come punta centrale, possibilità che merita di essere valutata contro il Chievo. Perché Dzeko, pure lui alle prese con i servigi alla patria, sarà sicuramente in campo a Madrid contro il Real nella notte del debutto in Champions tre giorni dopo. Ma è bene considerare anche l’ipotesi di coesistenza, ricordando quanto avvenuto pochi mesi fa: il 28 aprile Di Francesco schierò la Roma con il 4-3-2-1, con Dzeko in mezzo e Schick trequartista in compagnia di El Shaarawy. Beh, ricordiamo l’esito: Schick segnò il primo gol, Dzeko fece una doppietta ed ElSha completò la festa del tridente d’attacco. Dettaglio non secondario: l’avversario di quel pomeriggio era proprio il Chievo. 

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