Pallotta risponde a Garcia: «Roma in Champions senza di lui»

La replica del presidente all’intervista dell’ex allenatore al nostro giornale. «Noi costretti al cambio, con Spalletti arrivammo al terzo posto»
10. stagione 2015-16: 1,14 punti a partita - Roma terza in campionato© ANSA
Roberto Maida
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ROMA - La prima reazione, dall’altra parte del mondo, è stata una risata. James Pallotta ha letto l’intervista a Rudi Garcia, tradotta da una società romana di interpreti che tutti i giorni gli cura la rassegna stampa, e ha accolto con leggerezza le parole dell’ex allenatore sulla controversa separazione del gennaio 2016. Poi, nel corso della giornata, ha deciso di commentarle con garbo: «Posso dire che alla fine del campionato con Spalletti siamo arrivati con una striscia di 17 partite senza sconfitte raggiungendo la Champions League...». Cioè: la sterzata nella guida tecnica non era sbagliata, dal punto di vista della Roma, se ha prodotto dei risultati. Anche se poi il terzo posto, che con il vecchio format valeva la qualificazione al playoff e non l’ingresso diretto alla fase a gironi, fu vanificato dallo scellerato preliminare contro il Porto.



ABBRACCIO - Ai tempi dell’esonero Pallotta era molto deluso dal lavoro di Garcia. Tanto se ne era invaghito dopo la prima trionfale stagione, sino a rinnovargli il contratto con uno stipendio da 2,5 milioni netti annui, quanto si disamorò successivamente, in parallelo con il distacco emotivo da Sabatini, il principale sostenitore del tecnico. In quelle settimane si definì due volte «disgustato», aggettivo che ha utilizzato anche recentemente nel momento di crisi della squadra, per commentare l’eliminazione della squadra dalla Coppa Italia per mano dello Spezia e, soprattutto, dopo il pareggio di gennaio contro il Milan, ultimo atto della gestione Garcia. Rimproverava all’allenatore una serie di errori tattici, per esempio nel 6-1 di Barcellona, e la mancata valorizzazione di Dzeko, il grande acquisto dell’estate. A distanza di due anni e mezzo, però, Pallotta sceglie di smorzare i toni: «Mi piace tanto Rudi, ho grande rispetto per lui. Anche in Francia sta dimostrando di essere un ottimo allenatore. Ma la squadra stava andando alla deriva, sembrava persa. Se non ricordo male non vincevamo da dieci partite (in realtà in campionato erano cinque, prima della vittoria prenatalizia contro il Genoa, ndr)». Cioè: non avevamo scelta, l’esonero era l’unica soluzione per non ripartire. Furono due brutte figure in Europa, appunto la pesante sconfitta di Barcellona e lo 0-0 tra i fischi contro il Bate Borisov, e l’umiliante uscita dalla Coppa Italia a spingere Pallotta a stravolgere la rotta, più del cammino in campionato che comunque aveva lasciato la Roma «a un pugno di punti dalla zona Champions», come ricordava con orgoglio Garcia.

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