Roma, dall'allenatore al mercato: cinque domande per il futuro

Abbiamo messo a confronto sei tra ex giocatori e addetti ai lavori. Totti e De Rossi, i valori e l’identità di squadra vera ma prima bisogna chiudere bene questa stagione
Roma, dall'allenatore al mercato: cinque domande per il futuro© LAPRESSE

ROMA - Abbiamo provato a immaginare la Roma che verrà, facendoci aiutare da chi la Roma la conosce bene, per averla vissuta, vincendo anche lo scudetto, o raccontata, analizzata, in ogni caso amata. Tre grandi ex e tre grandi giornalisti ritengono neccessari cambiamenti radicali. Il fallimento di questa stagione ha molti responsabili, in primis Monchi. Per ripartire bisogna cambiare tanto e non sbagliare la scelta dell’allenatore. E’ suggestiva l’ipotesi identitaria, con Totti e magari pure De Rossi sul ponte di comando. Ma per qualcuno è anche un po’ azzardata. Gasperini è considerato pronto per il grande salto, il sogno resta Conte. Sul mercato serve un grande attaccante, perché Dzeko ha fatto il suo tempo. Piace Icardi, con tanto di Wanda Nara al seguito. Servono anche due grandi difensori e un portiere affdabile. Nella ricostruzione sarà fondamentale partire da Zaniolo: la Roma dovrà fare tutto il possibile per confermarlo. Su questo i pareri sono unanimi.


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1) CHE TIPO DI ALLENATORE PUÒ RICOSTRUIRE LA ROMA? E’ GIUSTO PUNTARE SUI VALORI DELL’IDENTITÀ E SCOMMETTERE SU DE ROSSI?
LIGUORI: «Sono perplesso che un allenatore riesca a ricostruire la Roma, neanche con il cuore e la faccia di De Rossi. Servono la società, lo staff e la squadra. In questo caso le componenti si sono logorate, tutte e tre. Sono passati tanti allenatori e sono stati stroncati. Di Francesco è stato ad esempio esonerato senza motivo. Sarebbe stato lui l’uomo giusto per ricostruire. La direzione sportiva spesso è lasciata a briglia sciolta a fare plusvalenze o è stata esautorata. Ormai i giocatori aspettano solo di andarsene. Che senso ha sostituire Strootman con Nzonzi, allo stesso prezzo?».

NELA: «Bisogna capire che tipo di mercato si può fare e quali sono gli obiettivi. Non so se la condizione fi sica gli permetterà di giocare ancora, ma in tutta sincerità De Rossi lo vedo come un meraviglioso dirigente, conosce l’ambiente e Roma come pochi. Vorrebbe fare l’allenatore, è una sua scelta, ma io gli darei un ruolo da dirigente».

PRUZZO: «Potrebbe anche funzionare, l’esperienza è tanta, la conoscenza pure, c’è l’incognita di non aver mai guidato una squadra. E’ un’idea. Se devo indicare un nome dico Gasperini: l’ho visto lavorare, i giocatori li allena dave poi con Ranieri sono stati i tanti infortuni. Forse qualcosa si è sbagliato sul mercato. Ma gli infortuni hanno inciso, Se sarà un fallimento lo vedremo alla fi ne». 

RIZZITELLI: «Scommettere su De Rossi non sarebbe una buona idea. Ma sarebbe Daniele il primo a dire di no perché è un ragazzo intelligente. Deve fare esperienza, come ha fatto Totti da dirigente. Ci vuole un allenatore italiano che conosca il nostro calcio e che abbia il giusto carisma. Nomi non ne faccio perché la squadra non deve pensare al futuro ma al presente».

RONCONE: «De Rossi può diventare un grandissimo allenatore o un grandissimo dirigente ma, come Totti, non è ancora pronto. Serve un tecnico con un profi lo vincente: come Conte. Escluderei categoricamente Sarri, un integralista di cui non abbiamo bisogno».

TELESE: «Dopo quello che si è visto, l’immagine di De Rossi che dalla panchina urla e incita i compagni, sarebbe la migliore soluzione. Potrebbe essere un allenatore in campo. Magari... Io non vedo male neanche Paulo Sousa. Un costruttore, un intellettuale».


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2) ZANIOLO L’IPOTETICA PLUSVALENZA CON CUI RIPIANARE IL BILANCIO MA ANCHE IL GIOIELLO CON CUI COSTRUIRE IL FUTURO. QUALI DEI DUE IMPIEGHI PREDILIGERE? PUÒ DIVENTARE IL NUOVO LEADER DI QUESTA SQUADRA?

LIGUORI: «Le plusvalenze di Alisson e Salah sono state dissipate. Per me meglio non venderlo perché gli eventuali sostituti non sarebbero all’altezza. E lui ha il talento per fare il leader. Ma gli serve attorno un ambiente compatto. Sono preoccupato in questo senso dalla depressione dei tifosi. Io sono un grande tifoso e con questa gestione ho perso la passione».

NELA: «Dopo la stagione che ha fatto non deve andare via, io lo terrei, deve confermarci tutto quello di buono ci ha fatto vedere. La migliore risposta su di lui l’ha data Mancini, deve giocare. Poi se ne riparlerà, poi».

PRUZZO: «Penso che si potrebbe ripartire veramente da lui, è il momento di dare un segnale. Se tutti gli anni la Roma è costretta a cedere i migliori giocatori poi fai fatica a farlo capire alla gente. Però io penso che andrà via, sicuramente».

RIZZITELLI: «Zaniolo deve restare alla Roma, non ci piove. Ma bisogna andarci piano, leader è una parola grossa. Ho visto tantissimi ragazzi bruciarsi o fare i fenomeni per mezzo campionato. Non mi sembra che in questo caso si ponga il problema, perché il ragazzo ha la testa sulle spalle e non si è montato la testa».

RONCONE: «La Roma deve essere rifondata su Zaniolo. Con lui, incedibili Pellegrini, El Shaarawy, Ünder e Manolas».

TELESE: «Siccome il problema è costruire e trasmettere ai giocatori che la Roma non è un transito ma opera di lunga lena, vendere Zaniolo sarebbe un suicidio sia rispetto il pubblico sia rispetto lo spogliatoio. Vendete tutti ma non lui. Ricordo che la vendita di Strootman è stata devastante proprio per lo spogliatoio».


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3) SE FOSSE IL DS DELLA ROMA, SU QUALI GIOCATORI PUNTEREBBE SULLO SCENARIO INTERNAZIONALE E QUALI CERCHEREBBE DI CEDERE?
LIGUORI: «Cederei tantissimi giocatori. Non Manolas, però. In entrata servono almeno un portiere, un difensore centrale e un centravanti. Purché siano giovani e validi e strutturino un telaio che resista nel tempo. Gente come Pellegrini, Zaniolo, Cristante. Ci sono anche in Italia, basta cercarli. Anche dentro al nostro stesso vivaio: Riccardi, Celar per esempio».

NELA: «Per quello che abbiamo visto in questa stagione io punterei su una mezza rivoluzione. Tutti i giocatori devono mettersi in testa cosa vuol dire giocare a Roma, perché è una piazza particolare, molto diversa da tutto il resto d’Italia. Questa stagione sta lanciando brutti segnali, c’è da lavorare molto in sede di mercato. Se è vero come è vero che Ranieri sceglie ancora Mirante, bisogna cominciare dal portiere fi no all’ultimo della panchina. Gli obiettivi non sono diversi dai soliti, i club hanno bisogno di una partecipazione costante alla Champions, per i soldi che entrano. Ci sarà da fare un lavorone sul mercato. Bisognerà ricominciare da zero».

PRUZZO: «Cercherei di cedere i calciatori che non hanno funzionato, partendo da Schick, per finire a Pastore a Nzonzi. Sono tutti giocatori che secondo me non hanno dimostrato di essere all’altezza per una grande Roma. Io venderei anche Olsen, non mi dà sicurezza, Karsdorp è da rivedere perchè ha avuto problemi. Io punterei su quel nucleo di centrocampisti giovani. Poi bisogna capire quanti soldi possono spendere. Ci vogliono due campioni. Poi vorrei capire che cosa vuol fare Dzeko, se dovesse partire bisognerebbe andare a prendere un grande attaccante e due grandi difensori. A centrocampo sono già forti. Se devo fare il nome di un grande attaccante dico Icardi o Higuain. Più che andare sul più esperto preferirei l’interista, nonostante Wanda Nara. Ma prima bisogna centrare la Champions, altrimenti non viene nessuno».

RIZZITELLI: «In questo momento, d’istinto, non terrei nessuno. Ma non posso pensare che tutti i giocatori dell’organico non siano da Roma. Cristante lo scorso anno è stato uno dei giocatori più importanti del campionato e quest’anno ha avuto un’annata storta, Nzonzi è un campione del mondo. Sui nuovi acquisti mi concentrerei non solo sulle qualità tecniche ma anche sul carattere: per giocare in una squadra come la Roma devi avere un’enorme personalità».

RONCONE: «Da vendere con urgenza: Pastore, Nzonzi, Juan Jesus, Olsen e Dzeko, se deve giocare controvoglia. In Europa cercherei Rakitic e Griezmann. Sognare non costa niente».

TELESE: «Cederei tutti gli acquisti di Monchi tranne Zaniolo e Kluivert. Farei uno sproposito, serve un grosso colpo in attacco, visto che Dzeko ha fatto il suo tempo. Prenderei Icardi o Belotti. Ci prendiamo anche Wanda Nara, la mettiamo nel pub di Nainngolan. I maledetti a Roma funzionano, non i bravi ragazzi. Wanda nel pub di Radja con Candela a organizzare. Basta con i giocatori gratta e vinci».


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4) CAPITOLO SOCIETÀ. LA ROMA SI AVVIA A CHIUDERE UNA STAGIONE AL DI SOTTO DELLE PROPRIE POSSIBILITÀ, SE NON FALLIMENTARE. CHI HA SBAGLIATO E IN CHE COSA?
LIGUORI: «E’ un ciclo, più di una stagione, a essere fallimentare. Manca una società realmente interessata alla squadra. Pallotta ha preso la Roma per fare lo stadio, cercando nel frattempo di restare competitivo in campo sportivo. A forza di ragionare sul doppio binario, non si è raggiunto né l’uno né l’altro obiettivo».

NELA: «Finché non finisce il campionato non possiamo dire che sia un fallimento. E’ stato un campionato altalenante, una delle cause, prima con Di Francesco dave poi con Ranieri sono stati i tanti infortuni. Forse qualcosa si è sbagliato sul mercato. Ma gli infortuni hanno inciso, Se sarà un fallimento lo vedremo alla fi ne».

PRUZZO: «Ha sbagliato nel non prendere i giocatori giusti sul mercato. In realtà non ha saputo rinforzare la rosa. Monchi ha commesso degli errori, gli acquisti non si sono rivelati all’altezza».

RIZZITELLI: «Per me sono tutti colpevoli. Direttore sportivo, allenatore, giocatori. Forse certi giocatori sono stati sopravvalutati in sede di campagna acquisti e chi li allenava non li ha messi nelle condizioni ideali per esprimersi. Poi ci sono le responsabilità individuali quotidiane di chi va in campo. Ancora però la stagione non è fi nita: il sogno Champions è flebile ma va inseguito fi no in fondo».

RONCONE: «Monchi, con una campagna acquisti incomprensibile, che apre dubbi inquietanti. Di Francesco, colpevole di averla avallata e responsabile di una sconcertante sequenza di infortuni. L’unica colpa di Pallotta è quella di fi darsi dei consigli di Baldini».

TELESE: «Il problema degli ultimi anni è stato che cambiano i direttori sportivi ma resta l’idea di Pallotta di costruire la squadra vetrina che vende e incassa e non costruisce una squadra per vincere». 


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5) TOTTI CHIEDE PIÙ POTERI. PUÒ ESSERE LUI LA PIETRA SU CUI COSTRUIRE LA NUOVA ROMA? E IN QUALE RUOLO?
LIGUORI: «Totti è l’ultima speranza, l’ultima possibilità di rilancio. E forse è già tardi. Ma da solo non può fare nulla. Servono nuovi fi nanziatori capaci di fare i tifosi, che bilancino Pallotta. Mancano romanisti nella società. Solo gli allenatori sono romanisti».

NELA: «Si potrebbe mettere la prima pietra, capire Francesco cosa vuole, se è pronto per qualche incarico. Il calcio va studiato, bisogna fare esperienza, non so quali cose vorrebbe fare lui, il dirigente responsabile della prima squadra, o il mercato. Anche entrare nello spogliatoio, riprendere e stimolare i giocatori, fare da collante tra la società e la squadra. Deve dire lui cosa vuole fare».

PRUZZO: «Io credo che lui possa essere importante nell’indicare i giocatori, nello scegliere tra uno o l’altro. Bisognerà capire se ha esperienza, ma quello mi sembrerebbe il ruolo più appropriato. Quando si mettono seduti, e devono scegliere tra tre o quattro giocatori, lui può essere determinante».

RIZZITELLI: «Certamente Totti deve acquisire potere. In due anni Francesco ha imparato il mestiere di dirigente, restando un po’ nell’ombra. Il ruolo di Francesco è prendere decisioni importanti, perché sa di calcio e di Roma: saranno lui e la società a trovare una posizione precisa».

RONCONE: «No. Credo che Totti, campione immenso, debba ancora concludere il suo percorso di crescita fuori dal campo. Certo, la sua presenza a Trigoria può essere molto utile nel rapporto società-squadra».

TELESE: «Rispetto ai disastri delle legioni straniere sono un fan sfegatato della Roma romanista. Totti deve fare il massimo di quello che può, anche il presidente, deve essere la pietra angolare sulla quale rifondare la chiesa che non è più al centro del villaggio». 


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ROMA - Abbiamo provato a immaginare la Roma che verrà, facendoci aiutare da chi la Roma la conosce bene, per averla vissuta, vincendo anche lo scudetto, o raccontata, analizzata, in ogni caso amata. Tre grandi ex e tre grandi giornalisti ritengono neccessari cambiamenti radicali. Il fallimento di questa stagione ha molti responsabili, in primis Monchi. Per ripartire bisogna cambiare tanto e non sbagliare la scelta dell’allenatore. E’ suggestiva l’ipotesi identitaria, con Totti e magari pure De Rossi sul ponte di comando. Ma per qualcuno è anche un po’ azzardata. Gasperini è considerato pronto per il grande salto, il sogno resta Conte. Sul mercato serve un grande attaccante, perché Dzeko ha fatto il suo tempo. Piace Icardi, con tanto di Wanda Nara al seguito. Servono anche due grandi difensori e un portiere affdabile. Nella ricostruzione sarà fondamentale partire da Zaniolo: la Roma dovrà fare tutto il possibile per confermarlo. Su questo i pareri sono unanimi.


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