Gaffe in Kuwait, Totti accolto in campo con l'inno di Forza Italia

Il dirigente giallorosso sulla Roma alla prossima edizione della Champions: «Mi sa che bisognerà aspettare un anno per vederla...»
Gaffe in Kuwait, Totti accolto in campo con l'inno di Forza Italia© AP
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ROMA - «Spero di portare la Roma il più in alto possibile, perché la Roma si tifa e si ama». Parola di Francesco Totti, ospite in Kuwait per l’Al Roudan Tournament un torneo di futsal a cui ha partecipato. L'ex numero dieci ha indossato nuovamente gli scarpini per il torneo insieme all'amico vincent Candela, ma entrando in campo è stato accolto con l'inno di Forza Italia invece dell'inno di Memeli. Il dirigente giallorosso poi ha rilasciato alcune dichiarazioni, a partire dalla rivalità del club giallorosso con la Juventus: «Non sarà facile colmare il gap con la Juve, ma sono fiducioso che troveremo una soluzione. Vincere? Non è facile perché soprattutto in Italia è la Juventus è la strafavorita visto che ha la possibilità di acquistare dei top player, come per esempio Ronaldo: nessuno poteva pensare che la Juve riuscisse a prenderlo e invece…ha giocatori di livello internazionale elevato perciò in Italia la differenza è quella. Non sarà facile colmare il gap con la Juventus ma sono fiducioso che troveremo una soluzione». Sulle possibilità di rivedere la Roma in Champions, Totti è realista: «Mi sa che bisogna aspettare un anno per vederla...».

Totti poi parla della Champions attuale, con la finale tutta inglese tra Tottenham e Liverpool: «Salah è un giocatore universale. Per uno dei giocatori più forti al mondo in quel ruolo e penso che il passaggio al Liverpool lo abbia migliorato ancora di più. Penso che loro vinceranno la Champions perché insieme a lui c’è anche Alisson perciò sarei contento se la vincessero». 

Inevitabile una domanda alla bandiera giallorossa sulla sua ultima partita e sui primi anni da dirigente: “Il primo pensiero era continuare e andare a giocare in America perché mi piaceva l’idea di fare questa esperienza all’estero dove avrei avuto anche l’opportunità di imparare l’inglese. Invece poi, mettendomi seduto al tavolino con mia moglie e i miei figli, ho capito che un anno o due così non avrebbero cambiato nulla. Invece smettendo sarei rimasto uno dei pochi ad aver giocato solo con una maglia. É stata la mia rivincita. Roma-Genoa? Spiegare quella sensazione, quella giornata non è facile perché è stata istintiva, nulla era programmato. Facendo il giro di campo finale ho capito cosa la gente provasse nei miei confronti durante questi 25 anni, non solo rispetto ma un amore totale che nessun altro tifo ha espresso nei confronti di un altro giocatore».

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