Kolarov: «De Rossi avrebbe voluto chiudere la carriera a Roma»

Il terzino: «Tutti tra qualche mese si renderanno conto di quello che è stato Daniele»
Kolarov: «De Rossi avrebbe voluto chiudere la carriera a Roma»© LAPRESSE
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ROMA - «Tutti si renderanno conto di quello che è stato Daniele De Rossi». Aleksandar Kolarov non nasconde il suo dispiacere per l'addio del capitano giallorosso dalla Roma: «Lui è mio fratello - ha dichiarato il terzino a Dazn -. La prima partita che ho giocato con la Roma è stata Bergamo, contro l’Atalanta. So che i capitani parlano prima delle partite, ma uno che fa un discorso col suo trasporto non l’ho visto. Mi ha sorpreso e ho detto “mica sta bene”. Ne ho vissute tante nella mia carriera, però come lui appassionato ad una squadra io nella mia vita non ho visto nessuno. Io sono tifoso della Stella Rossa e non ho mai avuto la fortuna di giocare tutta la mia carriera là, perché non c’erano le stesse ambizioni. Lui ha avuto la fortuna di giocare per la squadra che ama. Parlavamo nello spogliatoio della carriera, perché la maggior parte l’abbiamo alle spalle, sperava di finirla qua poi sappiamo come è andata. Lui ha detto tutto, la società ha fatto la scelta che ha fatto. Credo che tra 3 o 4 mesi, tempo che inizierà la prossima stagione, tutti si renderanno conto di chi è e chi è stato Daniele De Rossi».

Kolarov alla vigilia della sfida contro il Sassuolo ha poi parlato del suo rapporto con la città, una Roma divisa dai colori giallorossi e biancocelesti: «Quando sono arrivato a Roma per la prima volta ero giovane. Qui sono cresciuto come uomo e come calciatore. Ma da quando sono tornato alla Roma, me la sento veramente addosso. Sono due anni che sto qua e non posso convincere i tifosi che sono romanista, ma ogni volta che scendo in campo cerco di dare il massimo. A volte va bene, a volte meno. Sicuramente a volte avrò sbagliato, ma la cresta non l’abbasso davanti a nessuno». 

Il terzino ha realizzato il suo maggior numero di gol in una stagione, nove. La sua abilità resta sempre il calcio di punizione: «Noi che tiriamo le punizioni dobbiamo inventarci tutto, anche provare a fregare portiere e barriera che a volta salta, quindi tirare sotto. Quando non faccio gol sbaglio io, quando la prendo bene il portiere non può far niente. Mirante e Olsen? Si allenano con me ma loro sono un pochino più vecchi. Io lavoro con i portieri della Primavera, li faccio crescere». 

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