«Triste perché De Rossi andrà via dalla Roma», il compito di Giulia a scuola

Una pagina di quaderno che racchiude il sentimento della tifosa giallorossa che frequenta la prima elementare. La maestra le ha messo «ottimo»
«Triste perché De Rossi andrà via dalla Roma», il compito di Giulia a scuola
Jacopo Aliprandi
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ROMA - Una volta Walter Sabatini da direttore sportivo della Roma disse: «Non affezionatevi ai giocatori». Difficile farlo, soprattutto in una piazza che vive di giocatori romani e romanisti. Anzi, che viveva. Dal prossimo 27 maggio anche Daniele De Rossi lascerà la Roma, a distanza di due anni dall’addio traumatico di Francesco Totti. Solo che il centrocampista, a differenza della storica bandiera giallorossa, proseguirà la sua carriera da giocatore da qualche altra parte. 

Resteranno - forse - in squadra altri romani come Florenzi e Pellegrini, ma l’addio di De Rossi, per diciotto anni protettore dei colori giallorossi, chiuderà l’era delle grandi bandiere. «Non affezionatevi ai giocatori», disse Sabatini, e forse aveva ragione. Ma come può un bambino legarsi solamente a una maglia, e non all’uomo che la difende e che combatte ogni domenica per portarla alla gloria? Quale bambino ha mai chiesto ai genitori di comprare una maglia senza un nome e un numero sulle spalle? Probabilmente quasi nessuno. 

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E allora per capire la sofferenza del tifo giallorosso per la scelta su De Rossi non bisogna soltanto cercare striscioni sparsi per la città, o contestare fuori Trigoria, ma anche ascoltare la voce dei più piccoli, di chi sta imparando a conoscere la Roma e che in futuro la sosterrà per il consueto ricambio generazionale. La sofferenza dell’addio di De Rossi la si può comprendere semplicemente da un compito a scuola assegnato dalla maestra: «Dovete scrivere come vi sentite oggi». Una domanda banale solo all’apparenza. La risposta di Giulia, piccola tifosa giallorossa che frequenta la prima elementare, sicuramente non lo è stata: «Oggi mi sento triste perché De Rossi se ne è andato dalla mia squadra preferita, la Roma». Una pagina di quaderno che potrebbe diventare uno striscione per quanto è semplice, sintetica, genuina e innocente. Un compito a scuola che rispecchia il sentimento di gran parte dei tifosi della Roma, senza ombra di dubbio un esercizio da «ottimo». 


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