Pagina 2 | Totti: "De Rossi? Era un capitano già da quando c'ero io"

ROMA - Roma Tv ha dedicato uno speciale a Daniele De Rossi, in vista della sua ultima gara con la maglia giallorossa della Roma, in programma oggi all'Olimpico. Per lo speciale, intitolato "Sedici" sono intervenuti Tv numerosi compagni ed ex compagni di squadra di De Rossi, tra i quali Totti, Kolarov, Florenzi, Pellegrini e Dzeko

Totti

Queste le parole di Francesco Totti: “Un giocatore universale, in mezzo a tanti giocatori si vedeva che era un ragazzo diverso dagli altri, aveva già un futuro, un passo diverso. Pensavamo tutti che potesse diventare un giocatore della Roma il prima possibile, è cresciuto in fretta: a 18-19 anni era già un veterano. Era più intelligente, scaltro, ha fatto meno fatica rispetto ad altri. Il primo gol in Serie A fu contro il Torino da 30 metri. Per De Rossi Capello fu fondamentale: lui era uno dei migliori allenatori in circolazione e lo ha fatto crescere al meglio, gestendolo bene e gli ha insegnato come comportarsi con i giocatori più grandi e la stampa, è stato un trampolino di lancio. Quando si passa da Primavera a Prima Squadra arrivi in punta di piedi, lui venne così e portava rispetto a tutti. Era un giovane promettente, ce lo coccolavamo. Nel suo ruolo è tra i più forti del mondo, vede la giocata prima degli altri: qui si vede la differenza da un giocatore normale e un campione. Abbiamo vinto una Supercoppa grazie a un suo rigore, io venivo da una contrattura, avevo avuto un risentimento durante la partita e allora ci fu lo sguardo reciproco con Daniele e gli concessi di batterlo, tanto eravamo in mani sicure. E' stato sfortunato perché io ho giocato fino a 40 anni e lui è stato capitano solo per 2 anni, ma per me è sempre stato capitano. Mi sentivo tranquillo con lui vicino: mi trasmetteva forza e voglia e personalità. Ci completavamo a vicenda, ci siamo coesi e abbiamo portato il più lontano possibile questa squadra. Ci siamo sempre rispettati a vicenda, alla mia ultima partita mi ha premiato con la targa e c’è stato un abbraccio sincero e d’amore che abbiamo condiviso. La maglia della Roma per Daniele è come una seconda pelle, ha cercato di onorarla dino alla fine. E' una maglia diversa da tutte le altre, anche per questo abbiamo fatto la scelta di vita di restare qui e portare più in alto la Roma nel mondo. Abbiamo condiviso tante cose e sono contento di averle vissute con lui”.


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Kolarov

Aleksandar Kolarov commenta così: “Un campione in mezzo al campo, l’ho vissuto prima come avversario e poi da compagno. Abbiamo lo stesso procuratore: è un grande campione. In campo quando c'è lui siamo tranquilli, c'è sempre, è molto intelligente e quando gioca io sono tranquillo. Ha vinto il Mondiale, ha tirato il rigore in finale e come lui ce ne sono pochi. Ha una grande personalità come pochi. Nonostante venissi dalla Lazio, lui mi ha accolto benissimo e sin dal primo giorno è andata bene, sicuramente rimarrà un pezzo importante della mia vita. Roma-Barcellona? Sapevamo che avremmo potuto ribaltarla, eravamo tutti carichi e soprattutto lui, le partite importanti le vive maggiormente, eravamo convinti di fare bene. Sul rigore ero tranquillo che riuscisse a segnare, ci ha caricato molto durante la settimana. Ha una carica incredibile, non ho mai vissuto uno come lui tifoso della squadra in cui gioca. Lui come esempio e capitano determinava sempre su queste cose”.


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Florenzi

Alessandro Florenzi: De Rossi è il simbolo del tifoso in campo. Per quello che sa trasmettere è un campione, ti mette a tuo agio sin dal primo incontro. E poi è un grande giocatore. Per me era capitano anche quando c'era Totti. Non serve che parli: ha come un'aura che lo mostra com'è. Roma-Barcellona? Dopo il gol il suo sguardo è stato penetrante, siamo riusciti a rimontare. Per Daniele la Roma è come una mamma o un papà, è un amore viscerale che non finirà mai. Ha rispecchiato quello che avevo visto da tifoso”.


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Pellegrini

Così Lorenzo Pellegrini:De Rossi vive tutte le partite come se fossero le più importanti, le vive da tifoso. Tutti riconoscono l’animo e la grinta di Daniele, è stato sempre così. Mi dà molti consigli, mi considera come un fratello minore”.


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Dzeko

Edin Dzeko commenta così: “Daniele non è solamente uno straordinario giocatore, ma è anche una persona perbene fuori dal campo. Arrivare ai livelli molto alti a quali è arrivato, e rimanerci, non è facile, bisogna lavorare molto. Peccato, avrebbe mertitato di vincere di più, ma ha un Mondiale. Da avversario non l'ho mai incontrato, ma quando Mancini era al City con noi lo voleva a tutti i costi, tutti noi lo avremmo voluto e chiedevamo informazione, come giocatore non si discute. Vede tutto prima di tutti, questa cosa secondo me si può imparare. Ai miei compagni dico sempre di guardare Daniene, perché si gioca così a calcio. Per me è stato importante, forse più fuori che in campo, lo vedo come un fratello. Roma-Barcellona? Non è facile tirare quei rigori, è lì che si vedono i veri capitani e campioni. Si parla degli ultimi gol, ma quello era molto importante. Nel mio primo gol contro la Juventus, ho visto la faccia di Daniele ed era euforico, era come un bambino. Purtroppo non abbiamo vinto nulla ma la sua faccia disse tutto. Lui non deve dare spiegazioni”.


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Kolarov

Aleksandar Kolarov commenta così: “Un campione in mezzo al campo, l’ho vissuto prima come avversario e poi da compagno. Abbiamo lo stesso procuratore: è un grande campione. In campo quando c'è lui siamo tranquilli, c'è sempre, è molto intelligente e quando gioca io sono tranquillo. Ha vinto il Mondiale, ha tirato il rigore in finale e come lui ce ne sono pochi. Ha una grande personalità come pochi. Nonostante venissi dalla Lazio, lui mi ha accolto benissimo e sin dal primo giorno è andata bene, sicuramente rimarrà un pezzo importante della mia vita. Roma-Barcellona? Sapevamo che avremmo potuto ribaltarla, eravamo tutti carichi e soprattutto lui, le partite importanti le vive maggiormente, eravamo convinti di fare bene. Sul rigore ero tranquillo che riuscisse a segnare, ci ha caricato molto durante la settimana. Ha una carica incredibile, non ho mai vissuto uno come lui tifoso della squadra in cui gioca. Lui come esempio e capitano determinava sempre su queste cose”.


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