Paulo Fonseca, chi è e come gioca: "Ama Sarri e Guardiola"

Il parere degli addetti ai lavori portoghesi sul tecnico: "Gioca sempre con il 4-2-3-1, si adatterà bene al vostro calcio"
Paulo Fonseca, chi è e come gioca: "Ama Sarri e Guardiola"
Massimo Basile
5 min

Un gajo porreiro, un brav’uomo dai modi gentili, che si trasforma quando parla di calcio. Allora diventa un mini Sarri, con il gioco elaborato, la ricerca dei spazi, il recupero palla in attacco, ma con più ascendente su giornalisti, giocatori e dirigenti. Le parole chiave per entrare nel mondo di Paulo Fonseca, secondo chi lo conosce bene, sono tre: prossimità, sensibilità, esercizio. 

I pareri degli esperti portoghesi su Paulo Fonseca

«Sarebbe un grande colpo per la Roma - esordisce Sérgio Krithinas, giornalista di Record - ho incontrato Fonseca a gennaio per un lungo servizio. E’ uno che sa ridere di se stesso, ti spiega il calcio con semplicità. In Italia, dopo un periodo di adattamento, diventerebbe un grande». La prossimità è il suo modo di stare vicino alle cose, ventiquattr’ore al giorno. «Cura ogni dettaglio, a qualsiasi ora, con tutto il suo staff». La sensibilità è il modo di essere vicino ai giocatori, anche quelli che hanno meno spazio. «E’ sempre chiaro e onesto con tutti», aggiunge Krithinas. L’esercizio è la costante. «I suoi allenamenti - spiega Carlos Nogueira, di Diario de Noticias - si adattano bene al calcio italiano, perché sa studiare molto bene gli avversari e lavorare durante la settimana». Fonseca rappresenta l’ossessione per il particolare. Alle partite dello Shakhtar Donetsk, un analista video, Tiago Leal, seduto in tribuna, osserva il gioco con l’aiuto di un software, e fa una specie di radiocronaca in diretta per comunicare agli assistenti del tecnico i punti deboli dell’avversario e dello Shakhtar, i movimenti sbagliati, le lacune potenziali. In un docufilm su YouTube di Canal 11, tv della federazione portoghese, c’è la sintesi della filosofia del tecnico, riassunta nel discorso alla squadra prima di una partita di campionato: «Voglio intensità offensiva - spiega, in piedi al centro dello spogliatoio, con tutti i giocatori seduti - dobbiamo recuperare rapidamente palla in attacco, la squadra deve stare sempre corta, ma con attenzione alla profondità». Un traduttore riferisce le parole alla squadra, mentre Fonseca attinge alla retorica, infilando volutamente un’anafora per dare forza al messaggio. Scandisce una parola: serve. «Serve la disponibilità di tutti, serve la ricerca continua degli spazi, serve continua attenzione nella linea dei passaggi, serve ambizione, serve voglia di vincere». 


Paulo Fonseca non è integralista

Tre giorni dopo, in vista della sfida di Champions League con il Manchester City, Fonseca esporrà alla squadra concetti diversi: meno pressione alta, abbassarsi tutti e lasciare tre giocatori alti che ricevono il rilancio e aprono sulle fasce. Ma la filosofia non cambia. «Le sue squadre - spiega Nogueira - giocano sempre con il 4-2-3-1, recuperano palla alta e attaccano, ha trame di gioco elaborate». Anche in Portogallo era così. «Fonseca - aggiunge Pedro Ponte, di Record - ha il pregio di essere riuscito a trasmettere le sue idee a ogni tipo di squadra, dal Paço Ferreira al Braga». I giocatori per lui non sono marionette, ma considera l’allenamento, l’applicazione durante la settimana più importante della partita stessa. Quella è una conseguenza. Fonseca ama Guardiola e Sarri perché, ha spiegato al settimanale sportivo tedesco Kicker, «hanno coraggio, sentono che il bel gioco è più importante del risultato», ma questo concetto non depisti in una città che ha fame di trofei. «Il risultato è fondamentale - ha poi aggiunto - ma so che più tieni palla e maggiori possibilità hai di vincere, però devi farlo con lo spettacolo». Non vuole essere la copia di nessuno, ma secondo Antonio Pedro Pereira, giornalista per l’agenzia Ap, «Fonseca è un mini Sarri, ha costruito una filosofia personalizzata, domina la lingua del calcio e il linguaggio umano. Anche chi non gioca, lo ama. E’ una brava persona, ma in campo si trasforma».  


© RIPRODUZIONE RISERVATA