Fienga è già stanco del ruolo di Ceo della Roma

Presto vuole tornare alle vecchie mansioni. E Baldissoni aspetta ancora il rinnovo
Fienga è già stanco del ruolo di Ceo della Roma© LAPRESSE
Roberto Maida
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ROMA - Non ci sarà sempre uno stato di emergenza alla Roma. La fase di transizione è stata gestita con dedizione dal Ceo, Guido Fienga, che ha provato invano a mediare con De Rossi, prima, e a evitare l’addio di Totti, poi. Ma la ristrutturazione decisa da Pallotta a marzo va avanti senza sosta in tutti i reparti della società.

Il comando

In questo momento Fienga è il plenipotenziario della società, al netto delle ingombranti consulenze di Baldini. Ieri era in Lega a Milano, ad esempio, dove ha incontrato l’Inter per trattare Dzeko. E Baldissoni? «Non mi occupo dell’area tecnica» ha tenuto a precisare, per spiegare il suo allontanamento dalla stanza dei bottoni.Ma l’intervista rilasciata a Sky due giorni fa lascia capire che i confini sulle deleghe interne siano tornati in discussione. Baldissoni, in scadenza di contratto, non sembra intenzionato a fare un passo indietro, né ad accontentarsi di gestire l’intricata vicenda dello stadio. Dovrà essere Pallotta a disciplinare la situazione, conoscendo alla perfezione gli umori: Fienga si è messo a disposizione nel ruolo di Ceo, è azionista della società, ma non ambisce a occupare la poltrona numero due a tempo indeterminato. Se Pallotta rinnova il contratto a Baldissoni, come è possibile, potrebbe restituirgli un ruolo di vetrina, riportando Fienga a occuparsi di strategie mediatiche e commerciali. E’ ancora presto per stabilire quale faccia avrà la Roma nei prossimi anni: non è neppure escluso che arrivi un altro dirigente che si occupi di amministrare il club.

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