De Sisti: "Roma, rimpianto De Rossi. Riccardi? Calcio senza sentimenti"

Lo storico centrocampista di Roma e Fiorentina fa il punto sulla squadra giallorossa e il campionato appena cominciato: "Florenzi onori la fascia"
De Sisti: "Roma, rimpianto De Rossi. Riccardi? Calcio senza sentimenti"© Bartoletti
Jacopo Aliprandi
8 min

ROMA - Duecentoventidue presenze con la maglia giallorossa, una grandiosa parentesi alla Fiorentina ma sempre col cuore che batteva per la Roma. Giancarlo 'Picchio' De Sisti continua a seguire la squadra capitolina, con l'ottimismo che lo ha sempre contraddistinto: "In questo momento nell’ambiente c’è un ragionevole entusiasmo intorno alla Roma, sopratutto dopo la conferma di Edin Dzeko, un giocatore determinante nella manovra della squadra. Piano piano vedo che i pezzi del mosaico vanno ricomponendosi. C’è qualche incognita da verificare, come il difensore centrale, ma è un lavoro che Petrachi sta facendo per gradi. All’inizio nutrivo un po’ di scetticismo, ma vedo che con il lavoro e la pazienza la squadra si sta riformando. Anche grazie alle amichevoli mirate, fondamentali per cominciare bene la stagione. L’ICC in giro per il mondo porta soldi e visibilità, ma non aiuta la preparazione della squadra in vista dell’inizio della stagione. La Roma avrebbe dovuto affrontare squadre di prima fascia, senza però sapere bene in che modo giocare visto l’arrivo di un nuovo tecnico". 

La permanenza di Dzeko?
"È una buonissima cosa. È uno di quei giocatori che fa reparto da solo: bravo Edin e bravo Petrachi a rinnovargli il contratto. Non c’era bisogno delle ultime amichevoli per capire l’importanza che ha il bosniaco per questa squadra, e l’amore che i tifosi nutrono per lui. I romanisti lo trascineranno in questa stagione: basta poco per portarti in paradiso. Lo aiuteranno senza alcun dubbio". 

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Cosa che ne pensa di Fonseca?
"È un allenatore che mi intriga, porterà un calcio a Roma che i tifosi sapranno apprezzare. È bello tornare allo stadio e vedere una squadra che può divertire attraverso un calcio propositivo e offensivo. È ancora presto per giudicare il suo lavoro e le sue mosse tattiche, l’importante è trovare l’equilibrio giusto in una squadra un po’ sbilanciata. In questo senso è un peccato non avere più De Rossi". 

Sarà una Roma senza De Rossi e Totti.
"È l’anno zero. I tifosi si riconoscevano molto nel Capitano (Totti, ndr) e nel suo successore. Due giocatori che hanno il cuore colorato di giallo e rosso, con grande amore sono rimasti nella Roma fin da bambini e mai avrebbero voluto vivere giorni di questo genere. Ci sono dei momenti nella vita dove succedono anche le “disgrazie” (ride, ndr)".

Ha trovato un motivo per il mancato rinnovo di De Rossi per una stagione?
"No, non me lo spiego. Un rinnovo a gettone sarebbe stato perfetto per Daniele, lo hanno pensato tutti. Per spiegare l’importanza di De Rossi per questa squadra, ma per quasi tutte, mi basta ricordare la partita della scorsa stagione contro il Napoli. Daniele fece un grandissimo primo tempo, poi fu costretto ad uscire per qualche problema fisico. Nei secondi quarantacinque minuti il Napoli trovò il pareggio, proprio per l’assenza del centrocampista. Lui sa sempre dove mettersi in campo, cosa fare e soprattuto sa comunicare il gioco alla squadra. Semplificava il gioco dei compagni. Il contratto a gettone era il minimo. La Roma avrebbe ancora bisogno di De Rossi come giocatore funzionale, forte e anima pulsante dello spogliatoio. Anno zero, si ricomincia e vediamo come riuscirà il nuovo capitano a guidare la Roma, in campo e fuori". 

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Florenzi avrebbe ceduto la fascia a Dzeko per farlo rinnovare.
"Da una parte devo dire che è stato un bel gesto, dall’altra parte però non riesco a comprenderlo. La fascia da capitano è importantissima, un simbolo che ogni giocatore vorrebbe avere, è la voce della Roma e dei tifosi dentro il campo. Lui deve sentire l’importanza di questa fascia, soprattutto se è quella che rappresenta la Roma". 

Lei è stato capitano della Fiorentina  dello scudetto. 
"Pirovano nelle prime partite si accorse che non rientrava particolarmente tra i titolarissimi. Lui suggerì alla squadra e all’allenatore di farmi capitano per capacità, abilità, credibilità e dialogo in campo. Venni riconosciuto leader dalla squadra. Il gesto di Florenzi ha due facce: da una parte è stato d’amore verso un compagno, dall’altra però la fascia deve rendere orgogliosi e va tenuta stretta. Queste scelte non vanno prese con leggerezza, lui deve capire che la fascia è qualcosa di davvero importante e che se è stato riconosciuto dal gruppo come capitano deve tenersela stretta e non cederla con leggerezza. Non so se ha l’ascendente da capitano, lo scopriremo nel corso della stagione". 

Rimanendo sui romani e romanisti, come vede la possibile cessione di Alessio Riccardi per arrivare a Rugani?
"Per rispondere devo fare una premessa: nel calcio non esistono più i sentimenti, ma solo la realtà delle plusvalenze e dell’economia di un club. I programmi della prima squadra ormai sono prioritari. Riccardi deve stare al servizio di quello che serve. Qualche volta bisognerebbe soffocare i sentimenti ma è impossibile, soprattutto a Roma. Soprattutto nella prima stagione senza De Rossi e Totti. È un peccato vivere questo sport senza sentimenti, è quello che contraddistingueva il calcio di una volta formato dai rapporti tra calciatori, tifosi e giornalisti. Prima il tifoso ti abbracciava per qualche minuto, ti accompagnava alla macchina e lo facevi felice, adesso invece c’è una barriera che li divide. I soldi hanno la priorità su tutto, è il primo interesse".

La priorità per la Roma è tornare in Champions. Ma tutte le squadre si sono rinforzate.
"Sarà una bella lotta. L’Inter di Conte è la squadra che più incuriosisce, ma il Napoli ha uno straordinario allenatore. Ancelotti ha dimostrato di essere un professore, riesce a farsi rispettare col sorriso, è come Liedholm: ha tanta energia nascosta dentro di sé e con le parole riesce ottenere quello che vuole, senza prendere nessuno per il collo (ride, ndr). Il Napoli ha le credenziali per lottare con la Juventus, che resta comunque la favorita. Poi ci sono le squadre che cercano  rivincita come la Roma, il Milan e la Lazio. Per i giallorossi entrare tra le prime quattro è un impegno morale per i tifosi e spero riescano a vincere una coppa".

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La Fiorentina di Ribery?
"Il francese non è più un giovanotto ma ha grandi abilità tecniche e un giusto entusiasmo. Bisogna vedere come reagirà il suo corpo a questa nuova scommessa, l’importante però è che la viola abbia tenuto Federico Chiesa. Lui è un talento, il futuro del calcio italiano". 


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