Petrachi, frecciata a Inter e Juve: "Nessuno fa il prepotente a Roma"

Così il ds giallorosso: "Non siamo la succursale di nessuno. Strappare Micki all'Arsenal in prestito è stato un grande colpo. Dzeko per fortuna ha capito che all'Inter non sarebbe stato importante quanto lo è per noi. Non siamo la succursale di nessuno"
Petrachi, frecciata a Inter e Juve: "Nessuno fa il prepotente a Roma"© LAPRESSE
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ROMA Henrikh Mkhitaryan è il fiore all'occhiello della campagna acquisti di Gianluca Petrachi, la prima di dirigente della Roma dopo la decennale esperienza al Torino. Il ds giallorosso, dalla sala stampa del Centro Tecnico Fulvio Bernardini, dà il via alla conferenza di presentazione del fantasista armeno ex Arsenal: “Siamo qui per presentare Miky, come vuole essere chiamato. Personalmente e a nome di tutta la Roma siamo contenti e orgogliosi di aver portato un altro giocatore di spessore internazionale. Il suo spessore tecnico e la personalità del giocatore potrà dare un grande apporto a tutta la Roma. Siamo convinti di poter dare sostegno, motivazione e voglia di giocare a calcio a lui. Fargli avere avere affetto e calore. Io credo che la Roma e la sua e la tifoseria possa fargli avvertire tutto questo”.

"Mkhitaryan in prestito è un'operazione furba. Lui ha rinunciato a dei soldi per venire qui"

Negli ultimi giorni di mercato sono arrivati molti giocatori in prestito: "Bisogna adattarsi alle esigenze spesso. Per quanto riguarda Smalling e Mkhitaryan era difficile impostare discorsi e ragionamenti a poche ore dalla fine del mercato. Noi inoltre vogliamo fare investimenti su giocatori giovani. In passato sono stati fatti investimenti importanti su giocatori che era meglio prendere in prestito per valutarli. Mi era stato offerto come acquisto Mkhitaryan, un mese fa era impensabile a quelle cifre. Quando si è presentata l’opportunità di prenderlo in prestito l’abbiamo colta. Il ragazzo inoltre ha rinunciato a diversi soldi per venire qui. Io credo che si sono create delle opportunità su cui abbiamo fatto delle operazioni furbe. Poi il tempo ci dirà se avremo la forza di trattenere giocatori del genere e alzare il tasso qualitativo. A volte sono esigenze del momento per la propria strategia”.

"Higuain-Icardi? Volevo tenere Dzeko. Ha capito che all'Inter non sarebbe stato importanto quanto lo è per noi"

Cosa non ha funzionato con Higuain ed Icardi? “Ho sempre detto che Dzeko era il centravanti della Roma e mi sarebbe piaciuto poterlo trattenere. A volte si fanno strategie per arrivare ad altri obiettivi. Ho sempre nutrito la speranza di trattenere Edin. Quelle cose che erano successe nello scorso anno avevano pesato nell’umore del calciatore. Ho cercato di fargli capire che le cose stavano per cambiare con noi e lui sarebbe dovuto essere un punto centrale. Io ho cercato di fargli capire che lui non era così importante per l’Inter come per la Roma. Se lo fosse stato, l’Inter avrebbe offerto quanto chiedevamo. Sono felicissimo che abbia capito quanto è importante per noi. Ringrazio anche il suo agente Martina che ha aiutato il ragazzo a riflettere. La nostra prima scelta è sempre stata lui”.

"Spinazzola e Pastore soffrono da sempre di problemi muscolari, mi stupisce Zappacosta"

Sulla piaga infortuni: “Sono delle valutazioni oggettive che sto facendo. Posso dirvi che lo scorso anno, nel Torino, ho avuto pochi infortuni a livello muscolare. Quando cambi ambiente devi capire. Nelle grandi squadre tanti atleti hanno i personal trainer, è un aspetto che va valutato e sto cercando di capire chi ce l’ha, che tipo di lavori fanno. C’è da dire che esiste anche la casualità, si è scottati dai 50 problemi muscolari dello scorso anno e la tensione è altissima. Spinazzola e Pastore hanno sempre avuto questo tipo di infortuni. Zappacosta mi ha stupito, si è fatto male nel pre-gara e non si era fatto nulla prima. Under è molto esplosivo, mi ha raccontato che si è stirato facendo un colpo di tacco improvviso. La mia attenzione è su questa problematica, cercheremo di togliere alibi. I ragazzi si sono lamentati della durezza dei campi di allenamento ed ho chiesto di fare un intervento importante sul campo principale ed è un alibi che voglio togliere e mi auguro che da oggi in poi si possa migliorare”.

"Ho messo l'anima in questo mercato: faremo rinascere l'orgoglio romanista"

Questo è stato un mercato da Champions? “Credo di averci messo l’anima in questo mercato. Ho messo tutto quello che avevo dentro di me con una logica calcistica, ho cercato di fare una piccola rivoluzione, era necessario. Nell’anno zero serve tempo, anche se nel calcio non c’è. Io sono convinto, insieme alla società, di aver creato qualcosa su cui far rinascere l’orgoglio romanista. Ho creato un gruppo importante, gli infelici sono andati via, il mercato in uscita è stato importantissimo. Abbiamo fatto dei rinnovi ai giovani importanti come Under e Zaniolo, a delle cifre congrue. Qui si è cercato di esagerare nella valutazione economica e sto cercando di far amalgamare una squadra, sulle basi sono stati inseriti altri giocatori. C’è un allenatore che vuole portare la sua idea, la sua cultura del lavoro. Non vorrei parlare più del calciomercato, ma del Sassuolo. Ci manca qualche punto in classifica, col Genoa potevamo prendere i tre punti. Nei risultati c’è un po’ di sconforto, ma sono molto ottimista e fiducioso, vedo l’impegno e come si allenano. Vedo finalmente il senso di appartenenza, la voglia di stare a cena insieme, c’è unità di intenti, prima c’era disgregazione. Io non posso garantire se è da Champions League, non faccio il veggente né i tarocchi, ma è una squadra tosta, che partita dopo partita dimostrerà il proprio valore”.

"Il monte ingaggi è elevato, ma miglioreremo col tempo"

La Roma è terza nel monte ingaggi: “Non ho visto l’indagine, ma c’è qualche incongruenza, non so se siamo terzi in lista, gli ingaggi veri non vengono riportati in tutta la sua naturalezza. Non perché voglia smentire l'indagine, ma da quello che ho visto io ci sono alcuni errori sulle altre squadre. Sicuramente il fatturato di una squadra di calcio relativo al monte ingaggi ha determinato un posto di prestigio in Champions League. Il monte ingaggi è molto alto, bisogna tornare ad avere dei valori giusti e ci si basa sul fatto che il fuoriclasse deve saper portare la croce e dare qualità alla squadra. La Roma migliorerà nel corso del tempo, faremo equilibrare le cose”. I colpi di fine mercato sono una strategia? “E’ stato un’opportunità quella del mercato inglese. Quando mi era stata prospettato un mese fa Mkhitaryan in quel momento non ero nella condizione di poterlo fare. Più in là ho aspettato e sono state fatte diverse valutazioni. Si era parlato di un ragazzo brasiliano, ma doveva essere preso con le nostre cifre non a quelle sparate dal suo club. Ci siamo risentiti con l’Arsenal e con Raiola, l’agente di Mkhitaryan. Gli ho detto che era sicuramente più adatto al campionato italiano, perché molto tecnico. L’idea di puntare su di lui era anche quella di metterlo nel migliore dei modi per sfruttare le sue caratteristiche. C’è stata sicuramente strategia e una cosa voluta. Non ho rimpianti, sono riuscito a fare quello che avevo in testa. Non sono partiti un paio di giocatori in prestito perché non hanno voluto loro, ma abbiamo tante partite e magari questi due avranno il modo di farmi contraddire sul fatto di mandarli a giocare. Però in entrata non ho rimpianti. C’è da dire che tutto ciò che ho fatto è stato sincronizzato con la società. Fienga è l’amministratore delegato e quello che qui in Italia decide. Ringrazio la Roma di avermi messo nelle condizioni di fare ciò che c’era nella mia testa”.

"Ho ereditato una situazione difficile, nessuno vuole andare via da Roma"

A che punto è il lavoro di Fonseca? “Proprio ieri ho avuto un confronto con il mister e abbiamo parlato di questo. Deve continuare a portare a vanti il proprio credo, che è innovativo. Deve destrutturare una situazione culturale anche italiana e in questo ti scontri con una mentalità diversa. Deve portare avanti il lavoro senza dubbi o perplessità. Quando arriveranno i risultati i calciatori saranno i primi a convincersi. Ci sta mancando un pochino l’equilibrio, che però si trova in partita e allenamento correggendo gli errori. Questa mentalità può portare quel coraggio per fare quel calcio che può portare risultati importanti. Ora qualche risultato ci deve venire dietro, ma nel momento in cui partiremo confido nella forza di questa squadra che può fare il proprio calcio su tutti i campi in maniera molto coraggiosa”. Sull'eredità lasciata dalla precedente gestione: “E’ stato un grande problema, per ogni entrata dovevo pensare ad un’uscita. Non è stato semplice, alcuni giocatori, forti della ricchezza del contratto, fanno resistenza. Prima di lasciare Roma ci si pensa mille volte, fai fatica a spostare i calciatori. Il fatto di dire in faccia ai calciatori la verità e sono sempre stato chiaro, soprattutto con quelli in uscita. Meglio andar via che fare comparse, era più giusto andassero a giocare. Ci sono riuscito all’80%, è rimasto qualche residuo, ma ci sta in una rosa ampia. Sono contento di come sia andata la campagna acquisti e cessioni”.

"La Roma non è succursale di nessuno. Baldini non interferisce nel mio lavoro"

Su Paratici e Marotta "sedotti ed abbandonati" con Higuain ed Icardi, ma anche "rifiutati" con Zaniolo Dzeko: “Sono orgoglioso di aver mantenuto la promessa data a tutti, dicendo che la Roma non sarebbe stata succursale di nessuno. Questa forza è stata confermata. Oggi tutti hanno capito che nessuno può venire a Roma a fare il prepotente, tra virgolette. Ora sono tutti consapevoli che per i nostri calciatori ci sono dei tempi e dei modi. Finché ci sarò io sarà sempre rispettata. Baldini? Franco non ha mai intralciato il mio lavoro. Ero stato chiaro, volevo rispetto dei ruoli. Circa un mese fa tramite lui ho saputo che c’era qualche problema nell’Arsenal e Mkhitaryan si sarebbe potuto spostare. Io non potevo spendere quei soldi in quel momento. Questa è la collaborazione di cui parlavo nel primo insediamento. Successivamente ho infatti parlato con Raiola per Mkhitaryan. Quando lavori con certi tipi di agenti, anche la forza di far uscire notizie è importante. L’acquisto di Mkhitaryan è uscito fuori all’ultimo. Non ho avuto grandi problemi con Franco, è stato al suo posto e ha rispettato le distanze stabilite al mio insediamento. Sono contento di come si sia bilanciato il lavoro. Poi se ha un contatto con il presidente ben venga. Di Smalling lui non sapeva perché era una cosa last minute e non c’era stato tempo di raccontare. Sono contento di come abbia funzionato il lavoro di squadra”.

"Schick aveva troppe responsabilità, altrove ritroverà se stesso. Ma è in prestito: è un patrimonio della Roma"

Su Schick: “Io credo che l’operazione Schick, non escludendo il livello tecnico del giocatore, aveva creato sogni nella testa della tifoseria e ci sta per un giocatore arrivato per una cifra del genere. Così come li aveva creati, li ha infranti. Qualora anche Schick avesse fatto cose strabilianti ormai era macchiato e dunque aveva bisogno di andare a giocare altrove dove la sua forza potesse venire fuori. Mi auguro che il ragazzo si ritrovi, questo non era l’ambiente giusto per farlo, e si metta in mostra con quello che spesso in Nazionale dimostra di saper fare. Rimane un patrimonio della Roma perché è in prestito, che è stato riformulato negli ultimi giorni. Sono convinto possa fare bene togliendosi il peso di questa responsabilità che la Roma gli aveva appiccicato addosso”.


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