Euforia precoce

Euforia precoce© Bartoletti
Giancarlo Dotto
3 min

Battesimo del dolore per il Fonseca romanista. Fa male, ma non troppo. Il portoghese l’aveva detto e ammonito, attenzione! Ma l’euphoria precox è una malattia seria a Roma. Gli ossessi di Gasperini erano il primo test serio per la Roma del dopo derby e chi li immaginava ancora storditi dalla fi guraccia di Zagabria e poi il mezzo passo falso con la viola, immaginava male. Match subito fastidioso come un’emicrania, che diventa incubo totale nella seconda metà. Calpestati e spianati da cima a fondo. Uomo contro uomo, zolla su zolla. L’Atalanta al suo meglio, e ieri all’Olimpico era al suo meglio, è un maledetto gas, asfi ssiante per gli altri, esilarante per sé. Irrespirabile in ogni angolo del campo. Partita che, nel primo tempo, ha l’apparenza dello scontro fisico ma la sostanza della sfi da cerebrale. Sfida che Paulo Fonseca accoglie con entusiasmo persino eccessivo. Uomo gentile di natura, il lusitano s’è prestato al giochino giornalistico del “quanto e come ti sei italianizzato”, che tocca inesorabile a qualunque mister esotico si aff acci a Trigoria mostrando di non essere completamente pazzo o monolitico. Il Fonseca speculativo o “italiano” nasce alla fi ne del derby, quando si scopre felice e stressato. Felice d’averla scampata, stressato dal non averci capito niente. Uomo intelligente, medita la lezione. Ha giocatori abili ed eclettici e capisce di dover studiare una Roma più equilibrata nei reparti e nei movimenti. L’Atalanta di Gasperini, un rebus per molti, ha indotto Fonseca alla tentazione napoleonica. La spaventosa intensità di Toloi e compagni ha aggiunto spavento e dunque caos. Troppe variazioni tattiche, troppi cambi di strategia, la squadra ha perso sicurezze. Troppi giocatori straniti. Florenzi avanti e poi dietro, fuori partita, Zaniolo a sinistra e poi a destra, a tre e poi a due, con Pellegrini, dietro Dzeko, anche lui spaesato. Kolarov al centro nella difesa a tre e poi a sinistra. Un bailamme che ha reso la Roma quasi inerme contro una banda che di certezze ne ha tante e una prepotenza atletica senza confronti. La seconda rete subita è lo specchio di uno sfi nimento che sa di resa. Un paio di miracoli di Gollini non spostano il concetto: squadra contro squadra non c’è stata partita. Note positive: lo Smalling al suo debutto fino a che ha potuto. Quello Spinazzola molto fluido a sinistra, prima della Maledizione del Flessore


© RIPRODUZIONE RISERVATA