Ilary Blasi: "Vorrei fare l'attrice, ma non mi chiama nessuno"

La conduttrice televisiva, moglie di Francesco Totti, si è confessata parlando dei suoi sogni nel cassetto e della vita privata con l'ex capitano della Roma
Ilary Blasi: "Vorrei fare l'attrice, ma non mi chiama nessuno"© ANSA
3 min
TagsRoma

Dai sogni nel cassetto alla vita privata insieme a Francesco Totti, passando per il suo programma 'Eurogames': Ilary Blasi si è confessata in un'intervista rilasciata a 'Oggi', rivelando desideri ed obiettivi della sua carriera televisiva e ricordando i momenti delicati con l'ex capitano della Roma

Totti può tornare in Nazionale

Ilary: "Vorrei fare l'attrice ma nessuno mi chiama"

"Da un po’ il cinema mi incuriosisce, prima non ci pensavo proprio. Ma non mi chiama nessuno!", dice Ilary. Che poi continua: "Mi vergogno quasi ad esprimere altri sogni, ma non nascondo che superato un obiettivo me ne prefiggo subito un altro. Se no che noia sarebbe la vita! Mi piace spingermi sempre oltre e avere nuove mete perché ho fame, non mi sento arrivata. Mi sento a metà percorso. Ma non è necessariamente solo di tv che parlo".

Ilary: "Adoro il rischio"

La conduttrice parla poi del programma che guida su Canale 5, 'Eurogames': "Adoro il rischio, l’imprevisto, non voglio essere scontata. Mi piace osare anche con l’abbigliamento e se piovono le critiche vado dritta. Ho rimesso in piedi un gioco amarcord che può piacere o no, ma mi assumo il rischio perché l’ho fortemente voluto. Va bene, va male? In ogni caso ce ne faremo una ragione. Non è che muore qualcuno, sono altre le tragedie. Dati e risultati li lascio agli altri, non ci ho mai badato. Il dato di ascolto certamente è importante, non lo nego. Ma la personalità è più importante ancora. Ansia? Non mi appartiene nemmeno come mamma".

Ilary: "Io e Totti più forti di tutto"

Ilary parla anche di Totti: "La vita privata è stata impegnativa: eravamo giovani e ogni Velina e ogni Letterina si metteva col calciatore. Era un binomio scontato, erano storie che poi magari duravano poco. Anche la nostra sembrava destinata a finire. Per questo motivo venivano additate spesso terze persone fra noi. Se non fossimo stati saldi, saremmo impazziti. Evidentemente era più forte il nostro mondo “interno”, visto che siamo ancora qui. È subentrata la protezione verso ciò in cui credevamo, spontaneamente, inconsciamente. Abbiamo sempre avuto una vita normale con i nostri amici, la nostra famiglia. Francesco, pur essendo “il Capitano”, provava a vivere la sua normalità. Ed è stata la protezione reciproca che ci ha salvati".


© RIPRODUZIONE RISERVATA