Batistuta: "Con Totti alla Roma potevo vincere altri due o tre scudetti"

Alla presentazione del suo docufilm, il bomber argnetino parla dell'ex numero dieci, della sua avventura in giallorosso e della Fiorentina
Batistuta: "Con Totti alla Roma potevo vincere altri due o tre scudetti"
Jacopo Aliprandi
6 min

ROMA - "Mi sono nascosto per tanto tempo, adesso avevo voglia di raccontare la mia storia". Gabriel Omar Batistuta esce allo scoperto, e lo fa in grande stile con un film-documentario sulla sua vita. Sull’odissea di Batigol e i retroscena della sua formidabile carriera, Pablo Benedetti ha realizzato un docufilm, "El numero nueve", prodotto da SenseMedia, presentato in anteprima mondiale questa sera nell'ambito di Alice nella città.

"Sono felice di aver regalato emozioni, il calcio è questo - le sue parole nella conferenza stampa di presentazione del film - Avevo voglia di raccontarmi, dopo che per tanto tempo che ho tenuto tutto nascosto per proteggere me e la mia famiglia. I miei figli fanno fatica a scegliere cosa fare nelle vita, per me è stato semplice. Mi sono impegnato nel calcio, mi sono immaginato a cinquant’anni: mi volevo con una macchina e la famiglia, e ho pensato che il calcio potesse darmi un’opportunità. Sapevo poco del calcio, solo tirare e poco altro. Mi sono impegnato, individuando un obiettivo e perseguendolo. Per buona parte della carriera ho continuato ad imparare. Le persone vedono solo la partita ma non conoscono le nostre sofferenze e difficoltà: volevo raccontarmi anche per tutti i calciatori che sono stati meno fortunati di me e che non ce l’hanno fatta. Ho smesso di giocare da venti anni e la mia immagine è ancora forte, questo mi dà soddisfazione. Sono felice che la gente si ricordi di me". 

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Batistuta e il calcio moderno

Batistuta ha vissuto un calcio diverso da quello attuale, più legato al business e meno al rapporto diretto con i tifosi che lo hanno sempre amato e rispettato: "Trent’anni fa ero così immerso nel migliorarmi e trasmettere emozioni che vedevo poco di quello che c’era intorno, soprattutto a livello dirigenziale. Per me il calcio non è mai stato divertimento. Magari mi divertivo negli allenamenti. Ma poi in campo sentivo molta pressione, non potevo pensare che la gente che era venuta pagando potesse andare a casa scontenta. Ora che sono fuori vedo un po’ di più ma l’ambiente che c’è adesso mi piace meno, gira troppo tutto intorno al business. Non è un ambiente di cui piace far parte. I calciatori sanno che i tifosi gioiscono con le emozioni. Quello che noi dai volevamo e vogliamo da loro è il rispetto. Io sono fortunato, ho vinto pochi trofei ma dove vado la gente mi ricorda, a Firenze, Roma o Milano. È il premio migliore, vuol dire che la gente mi ha capito e ha visto i miei sforzi". 

Batistuta, la Fiorentina e la Roma

Il "Re Leone", o "Batigol", ha poi speso alcune parole sulle due squadre alle quali è più legato, la Fiorentina e la Roma: "Se possono tornare a vincere? Qualsiasi squadra può vincere. Bisogna crederci e lavorarci sopra, niente è impossibile. Non è che la Juve vince perché è la Juve, ci lavorano sopra. C’è un percorso che va fatto, e ci sono tante componenti. Ma tutti possono vincere: non è semplice ma anche la Fiorentina può farlo”.

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Batistuta, Totti e gli scudetti da vincere

"I calciatori hanno paura di essere lasciati soli una volta che smettono di giocare". Batistuta si sente allora di lanciare un messaggio a Francesco Totti: "Francesco è stato nel calcio per oltre vent'anni, ed è stato Totti. È dura capire che non lo sei più. Io sono stato fortunato, tra virgolette, perché le mie caviglie mi hanno aiutato a convincermi. Lui sentiva di poter ancora giocare, non ai livelli della Serie A, ma poteva altrove. Non mi sento di potergli dare consigli che possono aiutarlo. Con lui alla Roma potevo vincere altri due o tre scudetti. Io ho cercato altre vie. Sono andato in Argentina, mi sono messo in campagna, ho fatto crescere i miei vitelli, ho provato a prendere il brevetto di pilota di aereo. Altre cose che possono distrarti. Poi piano piano capisci che c'è una vita oltre il calcio, anche più bella. Il pallone è una parte importante, ma non è tutto. Devi viaggiare, goderti i figli che poi crescono... Bisogna pensare anche alle cose semplici".

Batistuta e De Rossi

Infine una battuta su Daniele De Rossi, ora nel suo Boca Juniors: "Daniele sta vivendo emozioni uniche al Boca. Purtroppo abbiamo perso il doppio Superclasico di Libertadores. Ma resta un'esperienza unica che è riuscito a fare prima di smettere". 


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