Pastore, alla ricerca della felicità. Il mental coach: "Non si dia per vinto, può farcela"

Il trequartista sta tornando al top, ma non si sente appagato dalla sua carriera: "Ho fatto grandissime cose, ma non sono felice. Ho ancora tanto da dimostrare"
Pastore, alla ricerca della felicità. Il mental coach: "Non si dia per vinto, può farcela"© LAPRESSE
Jacopo Aliprandi
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ROMA -Javier Pastore è felice. Ha una famiglia che lo ama, tanti amici che lo circondano, ha le fortune economiche che spettano a un grande calciatore, ma soprattutto ha la salute. Poi però c'è la felicità sul lavoro, e questa probabilmente Javier non l'ha ancora trovata. "Ogni tanto ripenso a tutto quello che ho fatto nella mia carriera, e non sono felicissimo - le sue parole a Roma Tv -. Ho fatto grandissime cose, ma da piccolo già pensavo che avrei fatto tutto questo: poi quando sono riuscito a farle per me era la normalità. Già lo avevo vissuto dentro di me. Ho ancora tanto da fare e da dimostrare". Cinque campionati vinti con il Psg, altrettante coppe e supercoppe francesi, e oltre trenta presenze con la nazionale argentina. Eppure Javier non è soddisfatto della sua carriera, e ne parla con la malinconia di chi sa che avrebbe potuto fare ancora di più. "La mancanza di appagamento generalmente spinge il calciatore a ricercare ciò che potrebbe soddisfare questo bisogno". Parola di Roberto Civitarese, mental coach dei calciatori professionisti da oltre dieci anni. Ha seguito numerosi calciatori che non riuscivano ad esprimere le proprie potenzialità, ma anche chi, come Pastore, non riusciva psicologicamente a realizzarsi: "Il rischio potrebbe essere quello di darsi per vinto, di credere di non potercela più fare. Questo dipende esclusivamente dalle aspettative che il calciatore ha, e a cosa è disposto a fare pur di realizzarle".

La spinta per raggiungere la felicità professionale è arrivata da Paulo Fonseca, che all'inizio della stagione ha fortemente puntato su di lui facendogli tornare la voglia di essere ancora un protagonista: "Certamente. Fonseca, insieme al suo staff, ha il merito di aver recuperato il calciatore anche dal punto di vista mentale facendogli recuperare fiducia in se stesso e maggiore consapevolezza - le parole di Civitarese al corrieredellosport.it -. La realizzazione di un obiettivo diventa la leva motivazionale che spinge il giocatore in campo ad andare al massimo, e Fonseca è stato bravo con Javier a indirizzarlo verso un nuovo scopo". 

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Il primo scopo lo ha raggiunto, ed è quello di una forma fisica che lo aiutasse a ripartire. "Fisicamente mi sento all'80-90%", ha detto El Flaco. Ma il corpo è soltanto il secondo motorino che innesca l'uomo, il giocatore e gli obiettivi da raggiungere: "Sappiamo che tutto parte dalla nostra mente, da come riusciamo ad elaborare ciò che ci circonda e reagire di conseguenza - spiega il mental coach -. Quindi creso che la mente sia sempre avanti a tutto il resto. Pastore in questo momento ha trovato anche un equilibrio nella testa, mentalmente sta bene e ha una percentuale che varia dall' 81% al 99%".

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Il rischio caduta libera c'è, perché così come la forma fisica, anche quella mentale va allenata. Ed ecco allora che Fonseca dovrà essere bravo a riuscire a preservarlo anche quando l'argentino giocherà di meno e si accomoderà in panchina: "Un crollo psicologico dipenderà dal senso che ha dato al suo recupero. Ovviamente il rischio c'è ma potrebbe trasformarsi in un'ottima leva motivazionale. Come per dire "ora che ho ritrovato e meritato il posto farò di tutto per mantenerlo". Pastore deve continuare a pensare positivamente, a reagire caratterialmente soprattutto dopo aver lasciato alle spalle gli infortuni della passata stagione. Deve continuare ad avere nuovi stimoli e a ricercare nuovi obiettivi. Forse così troverà la sua felicità, e potrà finalmente raggiungere qualcosa che il piccolo Javier non si sarebbe mai sognato di avere. 

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