Roma, chi resta, chi parte e chi arriva: niente rivoluzioni

Friedkin escluderà solo le figure più vicine a Pallotta. De Rossi nello staff tecnico a fine stagione
Roma, chi resta, chi parte e chi arriva: niente rivoluzioni
Roberto Maida
4 min

ROMA - La fragorosa svolta è un cambiamento educato. Dan Friedkin non entra nella Roma per ribaltare le scrivanie e rimettere a posto un marchingegno che non funziona. Inserirà i suoi uomini, a cominciare dal figlio Ryan che si trasferirà in città, e coinvolgerà alcuni manager di fiducia che formeranno la maggioranza del Consiglio di amministrazione. Ma nei primi tempi non toccherà di molto il piano Fienga: anche il coinvolgimento di Daniele De Rossi, che aveva rotto con Pallotta, è un’idea che va ancora studiata nel dettaglio. De Rossi potrebbe entrare nello staff tecnico a fine stagione, o come collaboratore di Fonseca o come responsabile di una squadra del vivaio.

Roma, chi resta con Friedkin

Per il resto, la struttura che vedete a fianco verrà in buona parte mantenuta. Usciranno dall’area operativa soltanto le figure più vicine a Pallotta, come ad esempio il consulente Alex Zecca, l’uomo dei conti Bob Needham e l’esperta di marketing Kaitlyn Colligan. Non dovrebbero essere toccate le posizioni di Francesco Calvo, che da direttore commerciale potrebbe anzi diventare direttore generale, e di Manolo Zubiria, riportato a Roma da Fienga come uomo di relazioni. Tantomeno è in discussione il ruolo di Gianluca Petrachi, salvo batoste in arrivo dalla Federazione per l’inchiesta sulle ultime settimane da tesserato del Torino. Sia lui che De Sanctis godono della massima stima da parte del management, che è stato già rassicurato a più riprese dal nuovo padrone. Poi con calma, come è comprensibile, Friedkin vorrà introdurre il proprio know-how per valorizzare al meglio l’investimento.  

Roma, chi esce di scena e chi è in dubbio

E’ probabile anche l’allontanamento dai centri di potere di Franco Baldini, che già dopo l’estate si è defilato dalle vicende del club. Da supervisore di ogni operazione importante, in qualità di mediatore tra i dirigenti italiani e la proprietà, ha deciso autonomamente di non occuparsi più della Roma, salvo qualche estemporaneo parere. Ma con l’ingresso di un nuovo azionista di maggioranza, Baldini dovrebbe ridiscutere mansioni e competenze. Friedkin potrebbe integrare la compagine dirigenziale anche con un altro uomo di calcio che gli verrà suggerito. Ci sarà tempo. E nel frattempo dovrà valutare il caso di Mauro Baldissoni, vicepresidente esautorato dalla gestione Fienga ma al tempo stesso molto attivo attraverso lo studio Tonucci (e il fidato avvocato Cambareri) nei giorni della trattativa. Sarebbe andato sicuramente via in caso di conferma di Pallotta al timone ma con Friedkin potrebbe mantenere un ruolo. 

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