Totti e Fonseca, il veleno corre sui social

Totti e Fonseca, il veleno corre sui social
Alessandro Barbano
3 min

Potenza di un like. Si attiva con una lievissima pressione del polpastrello sullo smartphone, eppure può spaccare famiglie, azzoppare carriere. E dividere tifosi. Se ne sono accorti ieri Totti e Fonseca, bersagliati per due impalpabili manifestazioni di consenso. La prima, quella del Pupone sulla foto di una parata, postata da Buffon su Instagram per festeggiare la vittoria sulla Roma. La seconda, quella del tecnico su un commento che incita a «vendere Florenzi». Totti non conferma e non smentisce, Fonseca trasecola, disconosce e cancella quell’approvazione sconveniente. Ma il caso è ormai scoppiato. E la Rete si tuffa a pesce, in una crociata soprattutto contro il campione giallorosso, dimostrando che, se la tecnologia è un dardo, il moralismo è il suo veleno. Tanto più alla vigilia di un derby che riscalda gli animi. Totti è accusato di non perdere occasione per cantarle al suo ex club, dopo un divorzio travagliato, subito suo malgrado. E però, un portiere che a 42 anni si allunga su un rasoterra velenoso, come un gatto sulla sua preda, chiama un like d’istinto a chiunque ami ancora lo sport. Di più, qualcuno dimentica che Francesco e Buffon sono anzitutto amici, almeno da quel 2006 in cui hanno alzato insieme al cielo la Coppa del mondo. Tant’è vero che il capitano giallorosso ha fatto di tutto per portare il compagno alla Roma. La sua libertà di pensiero e di affetto non merita perciò censure implacabili.

Misterioso è invece il like di Fonseca. Ancorché in apparenza autentico e inopportuno. Su Instagram, nel profi lo ufficiale della Roma, c’è un cibernauta che si firma «emiliano mat» e posta, sotto una foto del tecnico, il suo auspicio: «vendete Florenzi». Il like di assenso compare subito e scompare dopo qualche ora, su iniziativa dello stesso Fonseca, nel frattempo avvisato dell’incidente diplomatico. Che Florenzi non sia per lui il giocatore ideale è provato dalle numerose panchine inflitte all’inizio di stagione al capitano romanista. Ma pensare che un tecnico del suo calibro passi i pomeriggi a mettersi nei guai sulla Rete è francamente difficile. Perciò si fa strada l’ipotesi di un complotto diretto a mettere zizzania. C’è chi chiama in causa i cosiddetti Bot. Nulla a che vedere con i vecchi titoli di Stato. Si tratta invece di algoritmi di intelligenza artificiale, creati per creare integrazione agendo autonomamente sulla Rete e in grado di apprendere dai loro stessi errori e, soprattutto, dalle interazioni con persone reali. Non sappiamo se Fonseca si sia mai servito di queste sequenze di numeri del machine learning, che surrogano nella democrazia digitale il genio della lampada di leggendaria memoria. Se così fosse, sarebbe la prova che l’algoritmo è capace di leggere perfino i desideri inconsci. E allora un principio di precauzione vorrebbe che, a mercato aperto, i tecnici spegnessero lo smartphone. Ma questa è un’illazione…


© RIPRODUZIONE RISERVATA