Striscione contro Zaniolo: caccia agli autori

È l’ultimo atto di una settimana di veleni: investigatori al lavoro. Dura reazione della figlia di Rocca
Striscione contro Zaniolo: caccia agli autori© ANSA
Guido D'Ubaldo - Fabrizio Patania
3 min

Si chiama derby, sarebbe calcio, viene fuori la cronaca degli insulti e delle offese, della stupidità e della vergogna. Si fatica a digerirla, verrebbe voglia di scappare e di ignorare, ma è impossibile non parlarne. L’escalation dell’odio e del rancore, sui social e nell’etere romano, ha raggiunto l’apice ieri mattina nell’atto conclusivo di una settimana densa di veleni. Uno striscione appeso, quasi certamente dagli ultras della Curva Nord, davanti al muro di cinta del centro sportivo intitolato a Fulvio Bernardini. «Zaniolo come Rocca... zoppo de Roma» con il disegno di una carrozzina per disabili. Uno schifo vero, senza troppi giri di parole, su cui la Digos sta investigando attraverso lo studio delle immagini del circuito di sorveglianza intorno al perimetro di Trigoria. Gli autori del gesto inqualificabile hanno agito a volto coperto, ma gli investigatori potrebbero scoprirli attraverso altre telecamere situate sulla via di Trigoria. I responsabili, se identificati, rischierebbero una denuncia e non solo un’ammenda.

Offeso anche Francesco Rocca

Se alle prime luci dell’alba, intorno alle 7, lo striscione era già stato rimosso, la foto campeggiava sui social ed era stata pubblicata dal profilo Facebook della Voce della Nord. Offeso anche Francesco Rocca, il popolare Kawasaki, bandiera della Roma e personaggio integerrimo del calcio italiano, la cui carriera venne stroncata a causa di un incidente al ginocchio che ancora oggi lo fa soffrire e lo costringe a un paio d’ore di cyclette ogni mattina per poter continuare a camminare. Chiara, sua figlia, ha risposto su Facebook. «Vi sentite meglio adesso? Vi sentite più forti, più grandi, più intelligenti? Buon per voi. A me fate schifo invece. E mi fate schifo non in quanto laziali ma in quanto esseri umani... Non si tratta di Roma e Lazio, quello che è stato scritto fuori Trigoria va ben oltre. È la prova senza eguali di quanto sia malata la società di oggi che riesce a trasformare anche un gioco bello come il calcio, per cui qualcuno ha dato la vita, in un luogo malato, dove non esiste solidarietà, umanità ma soltanto violenza».

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