Juan Jesus: "Razzismo? Mi devo vestire bene per fare la spesa"

Le parole del difensore brasiliano racconta le sue esperienze di vita: "Mi voleva il Flamengo, ma ho detto no. Sto bene a Roma"
Juan Jesus - ESUBERO© LAPRESSE
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ROMA - Non è partito la scorsa estate quando già sapeva di essere fuori dai programmi di Fonseca. Anche nel mercato invernale ha rifiutato diverse destinazioni perché convinto di chiudere la stagione in giallorosso, Juan Jesus nonostante il lungo periodo di inattività (l'ultima partita giocata nel girone di andata contro l'Atalanta) ha deciso di restare nella Capitale, anche per il bene della famiglia: "Ho ricevuto due offerte dal Flamengo, li ho ringraziati molto per il loro interesse - ha ammesso il brasiliano a Dazn -. La prima chiamata era quando l'allenatore era ancora Abel Braga (fino al giugno 2019 ndr), la seconda appena Jorge Jesus si è preso la panchina (al posto di Braga ndr). Ne ho parlato con Juan, da piccolo è stato uno dei miei idoli, abbiamo pure lo stesso nome. Lui è stato una leggenda della Roma e della Seleçao. Li ho ringraziati perché quando ti chiama il Flamengo ci devi pensare due volte prima di rifiutare, è una grandissima squadra. Ma dovevo rifiutare, non era il momento giusto,la mia famiglia si trova bene qui e sto facendo bene con la Roma. Sto bene in questo club, sono ancora giovane, ho solo 28 anni. Se non molli mai, se sai quello che vuoi, puoi ottenere tutto".

Juan Jesus sul razzismo

Juan Jesus ha poi parlato anche del razzismo: "Sono sempre stato sereno da questo punto di vista. Non succede spesso, ma è capitato che qualcuno mi scrivesse commenti offensivi online, o che mi dicesse qualcosa. A esempio, quando vado a fare la spesa devo essere ben vestito altrimenti le persone possono essere diffidenti nei miei confronti solo per il colore della pelle. Un esempio che ricordo è capitato una volta che ho portato mio figlio a nuoto. Mia moglie lo ha accompagnato in bagno a cambiarsi e io ho aspettato fuori. E' uscita una bambina piccola, ha iniziato a fissarmi e poi è scappata via molto spaventata da me. Ma non avevo fatto niente, ero lì fermo. Loro qui hanno il detto de "l'uomo nero", che in Brasile chiamiamo semplicemente l'uomo col sacco, che cattura i bambini se non si comportano bene. E' una storia che raccontano in tanti, ma in Italia questo lo chiamano "uomo nero", per cui i bambini crescono un po' con questa mentalità. Ringrazio davvero la Roma per questa presa di posizione, perché hanno fatto la cosa giusta per aiutarmi. Non era la prima volta, questo ragazzo mi ha scritto di continuo per 2 mesi usando certe parole: "Devi morire", "Devi andare allo zoo". Per questo insieme alla Roma dovevo per forza fare qualcosa".

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