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Tic toc, tic toc. L’orologio biologico di una trattativa estenuante è pronto a suonare, come una sveglia che sappia scuotere dal torpore. Mentre la Roma si giocava la qualificazione in Europa League, i rappresentanti di Dan Friedkin e James Pallotta hanno continuato a scambiarsi informazioni e documenti, nell’ambito della stesura dei contratti da firmare. Sono 12, c’è tanta carta da leggere e correggere, prima di arrivare all’impegno formale da parte dell’acquirente: il signing, la firma sull’accordo preliminare, altro non è che il compromesso, come viene chiamato in gergo il primo e decisivo passaggio verso la conclusione di un affare. Terminato l’esame legale dei conti, grazie alla trasparenza del venditore che ha consentito un rapido screening della sua galassia romanista, i tempi per il cosiddetto closing, con l’investitura ufficiale del nuovo padrone della Roma, dovrebbero essere più brevi rispetto all’analogo percorso del 2011. Così si spiega la fibrillazione della Borsa: entro poche settimane, entro il mese di aprile, Friedkin entrerà in possesso del club.
PASSAGGI - Il signing potrebbe arrivare già stanotte, a mercati chiusi, o più probabilmente all’inizio della prossima settimana. In ogni caso, dopo l’ultimo Consiglio d’amministrazione dell’epoca Pallotta che si riunirà nel pomeriggio: all’ordine del giorno c’è l’approvazione della semestrale del bilancio, utile a valutare le inevitabili perdite e a capire le prospettive finanziarie nel breve periodo, ma è chiaro che nel chiuso della sala riunioni si parlerà anche di Friedkin, pronto a smantellare l’attuale Cda e a rinnovarlo con l’inserimento dei suoi uomini di fiducia: uno sarà sicuramente Chris Watts, il braccio destro, già presidente del Friedkin Group.
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