Roma, Monchi si vanta: "Il mio modo di lavorare è un modello di successo"

Il diesse spagnolo nonostante il fallimento alla Roma, considera vincente il suo modello di acquisti e cessioni
Roma, Monchi si vanta: "Il mio modo di lavorare è un modello di successo"© Bartoletti
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ROMA - I due anni trascorsi a Roma non hanno lasciato il segno, anzi, l'addio è arrivato tra le polemiche dei tifosi e quelle del presidente Pallotta. Ramon Monchi dopo il suo periodo in giallorosso ha deciso di tornare al Siviglia, per provare a ricostruire una squadra vincente come quella che aveva lasciato prima dell'esperienza italiana: “Molte delle cose che avevo in mente il giorno del mio ritorno sono state realizzate, il club è cresciuto molto mentre ero a Roma - ha ammesso il diesse in un'intervista rilasciata alla radio del Siviglia  -. Adesso l’obiettivo è crescere ancora e sono salito su questo treno per aiutare con la mia esperienza e le mie conoscenze. Ho ancora i miei pregi e i miei difetti, ma sono maturato e l’esperienza di permette di analizzare le cose con maggiore freddezza”.

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Alla Roma Monchi non è riuscito a scorprire quei giocatori che sono arrivati poi a diventare di primo livello: al Siviglia continuerà però su questo modello, considerato vincente dal diesse. “Dietro a delle plusvalenze c’è tutto un lavoro dietro da fare. Bisogna prendere giocatori a prezzi convenienti per poi poterli vendere quando il loro valore è salito. Lavorare in questo modo non mi genera alcun trauma, perché so che questo è un modello di successo. Costruiremo un modello che ci lasci la possibilità di decidere se vendere o meno i giocatori”.

Monchi ha poi evidenziato un aspetto chiave del Siviglia di questo secolo: “L’esigenza è una delle leve su cui il club è cresciuto, è nel nostro dna. Vorrei combinarla con un’altra serie di qualità, come l’unione, la maturità, la fiducia. Questo progetto negli ultimi anni ha sempre avuto esigenza e umiltà. Abbiamo dovuto capacità di assumere in ogni momento i ruoli necessari. L’esigenza non si può perdere, ma non deve nemmeno trasformarsi in frustrazione. Non andare in Champions League non sarebbe un fallimento. Voglio andare, mi sveglio sognandolo ogni giorno, ma essere quinto non è un fallimento, è qualcosa che può essere migliorato”.

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