Il primo capitano della Roma, il primo giocatore giallorosso a vestire la maglia azzurra con la quale vinse nel 1934 il Mondiale battendo 2-1 in finale la Cecoslovacchia. Il 26 marzo 1904 nasceva Attilio Ferraris, l’”Omo de fero”. Grande combattente, generosissimo in campo, una figura mitica mai dimenticata dal suo popolo. Per tutti è Ferraris IV perché anche i fratelli maggiori (Paolino, Gino e Fausto) sono dei calciatori. Con la Roma giocò 210 partite segnando due gol, il debutto con la fascia da capitano avvenne in occasione di una sfida contro il Livorno. Sfiorò lo scudetto nella stagione 1930-31, arrivando alle spalle della Juventus: era una rosa che contava anche su altri nomi celebri, da Bernardini a Volk passando per Costantino e Masetti. Fuori dal campo non aveva una condotta esemplare: spesso saltava gli allenamenti e bruciava i suoi guadagni tra cavalli, cani e poker. Il club giallorosso se ne privò nel 1934, l’anno in cui venne “recuperato” dal ct Pozzo: poi passò alla Lazio via Bari. Ma la Roma, nel ’38, gli concesse l’ultima passerella facendogli disputare altre dodici partite.
Ferraris e l’epopea in maglia azzurra
Memorabile la sua prestazione, in maglia azzurra, nell’indimenticabile sfida contro i maestri inglesi del 1934: l’Italia perse 3-2 e i giocatori - grazie a una grande reazione di orgoglio e agonismo - si meritarono l’appellativo di ‘Leoni di Highbury'. Ferraris, che colpì una traversa, venne premiato dalla stampa dell’epoca come miglior giocatore in campo. Vinse la medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Amsterdam nel 1928 pur senza giocare e nel 1930 la Coppa Internazionale. Morì in circostanze tragiche l’8 maggio 1947: il suo cuore cessò di battere a Montecatini nel corso di una partita tra vecchie glorie. Nella sua tomba al cimitero monumentale di Verano la lapide recita “Attilio Ferraris - Campione del Mondo”. Nel 1988 il consiglio comunale di Roma intitolò in sua memoria, nei pressi dell’Olimpico, largo Ferraris IV.