Malagò: "Roma-Friedkin, pausa di riflessione. Ritorno di Totti? Mai dire mai"

Il presidente del Coni: "Il figlio Ryan sarebbe venuto in città in pianta stabile una volta terminata la trattativa"
Malagò: "Roma-Friedkin, pausa di riflessione. Ritorno di Totti? Mai dire mai"© LAPRESSE
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ROMA - L'emergenza Coronavirus, il rinvio delle Olimpiaci, Friedkin alla Roma e il ritorno di Totti in giallorosso. Il presidente del Coni Giovanni Malagò non si è risparmiato e ai microfoni di Centro Suono Sport ha voluto svariare su più argomenti, cominciando ovviamente dall'emergenza Coronavirus che ha bloccato l'intero mondo delo sport.

Nell’anno delle Olimpiadi, annullate per l’emergenza Covid, come sta passando le sue giornate presidente?
"Rispettando assolutamente le regole, vado in ufficio solo quando è indispensabile, l’ho fatto questa mattina per apporre delle firme che non potevano essere digitali. Serve grande attenzione in questa fase, indossare la mascherina, mantenendo distanza di sicurezza dalla responsabile della segreteria. Sono in casa generalmente, ho la fortuna di avere un giardino, con mia figlia e mio nipote al di là della siepe in un’altra abitazione e mai come in questo momento sono felice di stare con i miei tre cani, di cui sono innamorato".

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Giusto posticipare le Olimpiadi?
"Bach, il presidente del CIO è un gigante, un illuminato. Si è ritrovato nel mezzo di qualcosa di straordinario, con i tanti interessi economici coinvolti rispetto all’organizzazione dei giochi olimpici: miliardi di dollari investiti, l’interlocuzione con il Governo Giapponese che era la controparte e l’universo degli atleti che chiedevano risposte. Un problema veramente mastodontico, compresa la questione dei diritti televisivi. In pochissimo tempo Bach ha coinvolto l’OMS chiedendo specifiche immediate sulla diffusione del coronavirus e ricevuto il suggerimento di fermare tutto, ha coordinato e concertato il rinvio delle Olimpiadi con il governo Giapponese".

Lei riterrebbe regolari i campionati alla luce di una possibile ripresa con diversi calciatori che sono stati contagiati in precedenza?
"Sì, non penso che oggi si possano valutare eventualmente irregolari i campionati, considerando le tante settimane trascorse dalla contrazione del virus. Qualora si riparta, ci sarà un periodo di riatletizzazione obbligatorio che farà da cuscinetto. Chiaramente c’è il rischio di una recrudescenza del contagio, ma alla luce di questo è stato stipulato un protocollo sanitario molto rigido qualora ci fossero delle ricadute nel mondo dello sport e del calcio. Si potrà ricominciare a giocare solo se è preservata in maniera assoluta la salute degli atleti e dei tecnici".

Come sarà la fase 2 nello sport italiano?
"Sarebbe sbagliato uniformare tutti gli sport allo stesso protocollo in vista della ripresa. Mi riferisco ovviamente alle preparazioni e al tentativo di ristabilire una certa normalità. E’ chiaro che il Presidente della Federazione equestre non può attenersi alle stesse regole del Calcio o del Tennis. Ci sarà una base uguale per tutti rispetto alla salute che andrà declinata in base alle esigenze delle singole federazioni".

Un suo giudizio sull’unanime decisione della Lega di Serie A di ridurre gli stipendi a fronte dell’emergenza coronavirus?
"Ritengo molto positivo che ci sia stata questa presa di posizione unanime delle società sulla riduzione salariale per gestire i rapporti contrattuali con i calciatori".

Friedkin?
"So che la trattativa era molto avanzata, poi è successo quello che è successo, non so come evolverà, è plausibile immaginare che ci sia una pausa di riflessione a prescindere dai termini economici. Non conosco personalmente Dan Friedkin, ma sono molto vicino a delle persone molto vicine a lui, che carinamente mi hanno chiamato, mi hanno fatto sapere che Friedkin avrebbe voluto incontrarmi insieme al figlio, che sarebbe venuto qui a Roma in pianta stabile, una volta conclusa la trattativa. Ci siamo scambiati una serie di messaggi Whatsapp, che risalgono a 10-15 giorni prima dell’inizio della crisi, intorno al 20 febbraio".

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Se le demandassero il compito di una gestione autoctona della Roma, accetteresti?
"No, sinceramente no. Rappresento una carica importante, sono stato eletto da un mondo che rappresenta oltre 12 milioni di italiani. Sono un membro del CIO, non sarebbe serio prendere in considerazione un’ipotesi del genere".

Il suo pensiero sul futuro stadio della Roma?
"Sono sempre stato favorevole, l’ho dichiarato e c’ho sempre messo la faccia, ma ho sempre detto che sono favorevole allo stadio, in quanto impianto. Non conosco poi le dinamiche relative alle infrastrutture che accompagnano lo stesso ma capisco siano fondamentali. E’ un investimento che va fatto a livello nazionale".

Totti tornerà nella Roma prima o poi?
"Il mio rapporto d’amicizia con Francesco è pubblico, oggi lui ha deciso di intraprendere un percorso alternativo, autonomo sul piano professionale: rappresentare giocatori ma prima di tutto individuare dei talenti giovani, credo che Francesco abbia grande capacità da questo punto di vista. Poi nella vita mai dire mai".

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