Auguri Rudi Voeller: il tedesco volante compie 60 anni

La moglie Sabrina, romana e romanista, racconta aneddoti e curiosità sulla vita e sulla carriera dell'indimenticabile numero 9 giallorosso, campione d'Europa con il Marsiglia e del mondo con la sua Germania
2004-2005 (1ª-4ª): Rudi Völler© Bartoletti
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“Vola tedesco vola, la curva s’innamora”. Trent’anni dopo il tuono della Curva Sud, domani sera il coro sarà intonato in famiglia per il suo compleanno: Rudi Völler compie 60 anni festeggiato dalla moglie Sabrina, romana e romanista. All’inizio fu un amore segreto all’ombra del Cupolone. E’ lei stessa a raccontarlo prima di preparare la torta con le candeline: «La storia della nostra relazione iniziò a Roma, due giorni dopo il suo trentesimo compleanno che festeggiammo nella casa di Thomas Berthold che abitava con la moglie Heike in un appartamento dei miei genitori. Rudi aveva saputo che mi stavo separando da mio marito. Poco più tardi, durante Italia 90, eravamo già insieme, ma di nascosto. L’unico a saperlo era il ct Franz Beckenbauer».

Quando il 7 giugno 1987 mise piede per la prima volta a Roma, il campione scelto dal presidente Dino Viola aveva con sé la moglie tedesca Angela e i figlioletti Marco e Laura. Nella capitale, il loro rapporto si sciolse amichevolmente e Rudi si tuffò nel mondo giallorosso facendosi conquistare da Sabrina Adducci. «Non ho mai amato il ruolo di “signora Völler”, tanto meno ho cercato la notorietà dei salotti – ha raccontato alla Bild in questi giorni – Avevo un marito famoso in tutto il mondo, ma io e nostro figlio Kevin vivevamo una vita normale, piuttosto anonima. Tuttora, quando prenoto una camera in albergo, lo faccio sempre col mio cognome da ragazza, Adducci».

Il distacco dalla Roma dopo l’arrivo di Boskov, nel 1992, non fu indolore per Rudi fedelissimo di Ottavio Bianchi, che gli diede la fascia di capitano dopo le incomprensioni con Giannini. Col suo ultimo gol, di testa contro il Bari, regalò alla Magica la qualificazione in Coppa Uefa. La Roma sempre nel cuore, come quando le dedicò la Coppa dei Campioni vinta con l’Olympique Marsiglia contro il Milan di Van Basten e Capello. Alla Roma tornò come allenatore per risollevarla dopo l’insuccesso di Prandelli. Aveva lasciato da poco la guida della Germania, vicecampione del mondo a Yokohama. Era il 2004. Fu un blitz di poche settimane e l’impresa non riuscì, ma la Curva ha continuato sempre ad amarlo. «A Natale, l’ultima volta che siamo stati a Roma, ho esaudito il desiderio di un amico fioraio a Campo de’ Fiori – ricorda Sabrina – Rudi è sempre stato il suo idolo e gli avevo promesso che un giorno glielo avrei portato. Quando lo ha incontrato ha pianto per la gioia».


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