Santon: "Voglio restare a Roma per vincere"

Il terzino: "Qui si sta benissimo, la città è stupenda. Kolarov è un professionista, il numero uno"
Santon: "Voglio restare a Roma per vincere"© LAPRESSE
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ROMA - Il suo secondo anno alla Roma se lo sarebbe aspettato decisamente diverso. Inizialmente Davide Santon era fuori dai piani di Fonseca, poi dopo tante panchine è riuscito a trovare la titolarità ma sul più bello il calcio ha dovuto fermarsi per l'emergenza Coronavirus: "Ma ci stiamo allenando da casa - ha ammesso il terzino un’intervista Instagram curata da LupeBasket - Abbiamo allenamenti tutti i giorni. Oggi però riposo. Ci fanno allenare. Ora stanno decidendo se e quando si possa riprendere".

Preferisce giocare a destra o sinistra?
"Mi trovo bene da tutte e due le parti. Dipende da dove mi mette il mister. Quest’anno mi sto trovando abbastanza bene sulla destra".

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Ha segnato solo un gol, perché?
"Perché quando arrivo vicino alla porta, sbaglio (rido, ndr). Non è semplice, potevo fare qualche gol in più, ma l’importante però è che vinca la Roma".

Le mandano dei programmi di allenamento?
"Sì ognuno ha il suo programma personalizzato. Ci alleniamo per mantenerci in forma. Meglio tenere una buona condizione fisica anche in questi giorni che stiamo a casa".

Qual è il rimpianto più grande della sua carriera?
"Non è neanche un rimpianto ma sono stato un po’ sfortunato perchè ho avuto un infortunio grave quando stavo avendo l’esplosione ai massimi livelli. Quello mi ha condizionato un po’ la carriera. Non sei mai tranquillo. Quello è stato un colpo che ho sentito. Rimpianti però no perchè ho sempre dato il massimo. Ci sono dei momenti in cui va male, altri in cui va bene, ma l’impegno ce l’ho sempre messo".

Compagno che scherza di più?
"Prima che andasse via era Florenzi. Ora ci sono Pellegrini, Cristante, Spinazzola, Mancini. Un po’ ce ne sono che fanno ridere. Anche da casa abbiamo le chat e dei messaggi ce li scriviamo".

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Com’è Kolarov nello spogliatoio?
"È un vero professionista, il numero uno".

Vorrebbe rimanere a Roma?
"Certo che voglio rimanere a Roma. Qui sto bene e ho il desiderio di vincere qualcosa con questa squadra. Si sta benissimo. La città è stupenda. Si può passeggiare la centro o in spiaggia, ci sono tante cose da fare. Il clima è sempre molto bello".

Che emozione ha provato a scendere in campo a 18 anni e trovarsi di fronte Cristiano Ronaldo?
"Essendo così giovane ero anche un po ingenuo. Non mi rendevo conto dell’importanza di quella partita. Tre o quattro mesi prima giocavo alla Playstation con lui. È stata un’emozione particolare. La soddisfazione più grande è stata che lui a fine partita mi ha abbracciato e mi ha fatto i complimenti".

Com’è gestire a 18 anni tutta questa crescita?
"Io non mi sono mai montato la testa, sono sempre stato umile e non vedo il motivo per montarsi la testa. Noi calciatori siamo gente come gli altri. In Italia si tende tanto a far tanti paragoni. Le persone prima di essere dei campioni devono dimostrare. Se io a 18 anni ho fatto un anno fantastico non significa che sono un campione. Negli anni si vedono i campioni. Ce ne sono pochi. Tutti bravi giocatori ma campioni ce ne sono pochi e quelli si vedono. Fanno la differenza quando conta. Quando un ragazzo fa bene bisogna lasciarlo crescere con tranquillità. Ci vuole del tempo".

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Anche i giocatori di calcio sono invasati con le scarpe?
"Ogni giocatore ha il suo sponsor. Bisogna vestirsi in base a quello. Ogni mese escono nuove scarpe e da quel momento devi indossarle. Dipende da quello che ci dice lo sponsor e da quello che ci mandano".

Segue il basket?
"Non tantissimo. Ogni tanto mi capita su Sky Sport. Guardo poco e poi cambio. Mi piacerebbe però andare a vedere una partita dal vivo, non l’ho mai fatto. E’ uno sport che comunque mi piace".


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