Friedkin in salita, Vitek fuori: Pallotta cerca nuovi capitali

Il presidente della Roma per ora copre le perdite. Ma servono soci
Friedkin in salita, Vitek fuori: Pallotta cerca nuovi capitali© Bartoletti
Roberto Maida
3 min

ROMA - L'ansia finanziaria si concretizza in un fuggi fuggi generale. Ormai è venuto il tempo del “si salvi chi può”. Dopo Friedkin, che ha preso le distanze dalla Roma molto più vigorosamente di quanto non imponessero le norme sanitarie sul Covid, anche il magnate ceco Radovan Vitek comunica l’intenzione di disimpegnarsi dal progetto dello Stadio della Roma, un’utopia lunga oltre 3.000 giorni impantanata nell’assurda burocrazia italiana. «L’operazione è rinviata - ha raccontato alla stampa ceca uno dei suoi più stretti collaboratori, Martin Nemecek- . Alle condizioni finanziarie di cui avevamo parlato, non è possibile concludere l’accordo. Ci sono stati dei colloqui ma non era stato firmato nulla». Vitek, sollecitato dal partner Unicredit, si era detto disposto ad acquistare i terreni di proprietà di Luca Parnasi a Tor di Valle, in modo da soddisfare anche i crediti del precedente proprietario Gaetano Papalia, con l’obiettivo di speculare in tutti i casi: se la Roma avesse potuto costruire lo stadio, avrebbe avuto voce in capitolo come interlocutore di un asset valorizzato; se le lungaggini comunali avessero ostacolato il progetto, avrebbe costruito un complesso residenziale sfruttando l’etichetta di terreno disponibile all’edificazione.

Debiti

Ma non ci siamo, non ci siamo più. E’ un problema che sfiora la Roma in senso collaterale, nel senso che non era in alcun modo legato all’acquisizione del club, e che tuttavia conferma la totale confusione che regna nel mondo finanziario in questo terribile 2020. Così come Vitek, almeno per il momento, non ha più interesse a investire sullo stadio, così Friedkin non può accontentare le richieste di Pallotta che chiede di uscire di scena senza perdere soldi rispetto all’iniezione di liquidità degli ultimi 9 anni. Il punto di caduta era intorno ai 630 milioni, eredità debitoria inclusa, ma Friedkin in tempi di guanti e mascherine non può accettare un prezzo del genere. E così Pallotta andrà avanti, con l’obbligo di versare insieme ai soci altri 20 milioni per completare l’aumento di capitale necessario a garantire la continuità aziendale.

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