Kluivert: "Mercato? Sto bene qui: ora un posto in Champions e vinciamo l'Europa League"

L'attaccante della Roma non si pone limiti: "Voglio diventare una leggenda come mio padre"
Kluivert: "Mercato? Sto bene qui: ora un posto in Champions e vinciamo l'Europa League"
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ROMA - Si parla da tempo di un possibile scambio con l'Arsenal, con Justin Kluivert ai Gunners e Mkhitaryan a titolo definitivo a Roma. L'allenatore giallorosso Fonseca però è stato chiaro, vuole puntare sull'olandese anche in ottica futura, così come del resto sta dimostrando con i fatti in campo, dandogli sempre più fiducia. E anche il figlio d'arte lo sta ripagando, crescendo partita dopo partita. Ecco perché, quando il portale "voetbalzone" prova a stuzzicarlo sul possibile scambio con l'armeno, lui preferisce non rispondere: "Sono contento dell'aiuto che ci sta dando Henrikh e spero che lui e Chris Smalling rimangano qui dopo questa stagione. Sono i nostri migliori giocatori". Sempre in riferimento a Mkhitaryan, poi, Kluivert ha speso altre parole d'elogio: "Mette la sua esperienza a disposizione della squadra e anche a me. Posso guardare un giocatore che ne ha già vissute tante. Ha avuto una grande carriera e ha giocato in molti grandi club. Posso sicuramente imparare da quello. Parliamo molto, perché giochiamo più o meno nelle stesse posizioni e occasionalmente mi dà suggerimenti o enfatizza ciò che faccio bene". 

Rigenerato da Fonseca

Fonseca ne sta apprezzando i miglioramenti, Justin Kluivert prima della pausa per il coronavirus stava giocando sempre con maggiore continuità: "Naturalmente sono molto contento delle parole del mio allenatore. Abbiamo un'ottima relazione. È un bravo tecnico e per me è anche importante che parli un buon inglese. Capisco quasi tutto quando parla e sono contento del mio ruolo nella squadra. All'Ajax ho davvero giocato da esterno puro, mentre qui sono un po un 'dieci' o un'ala sinistra”. Anche in zona gol è diventato molto più cinico: "Credo di si. Non devo andare sempre uno contro uno come ero solito fare, ma ho l'opportunità di trovare la mia posizione sul campo. Ho più libertà e la gestisco sempre meglio". Una bella crescita rispetto a quanto mostrato al primo anno in Italia: La mia prima stagione è stata difficile, perché per me era tutto nuovo. Sono venuto qui da ragazzo, vivevo da solo per la prima volta in vita mia e dovevo abituarmi a un'altra lingua, ad altri giocatori a un sistema di gioco diverso. Devi abituarti a tutto. Fortunatamente le cose stanno andando molto meglio ora. Puoi vederlo nelle statistiche e sto anche meglio con me stesso. Se ti senti bene, poi si vede sul campo. Questo è ciò per cui ho lavorato duramente".

Obiettivi con la Roma

Kluivert adesso spera di poter raggiungere i suoi obiettivi con la maglia della Roma in questa seconda parte di stagione: Noi come squadra abbiamo espresso l'obiettivo di raggiungere la Champions League e questo è ancora possibile. Quindi puntiamo a questo, nient'altro. Poi arriverà anche l'Europa League e punteremo alla vittoria. Parlo per me stesso e penso pure per tutto il resto della squadra. Crediamo di poterla vincere e ci aspettano tante finali una dopo l'altra. Non vedo l'ora". Tanta personalità, proprio come quella del suo punto di riferimento, il padre Patrick Kluivert: "Se posso diventare bravo come lui? Certamente ci credo, ma so anche che non sarà facile. Ha segnato molto, gli riusciva con facilità. Naturalmente spero di diventare una leggenda come lui un giorno. Nel mio ruolo attuale nella Roma sono molto coinvolto nel gioco e riesco a segnare più gol, ma non sono ancora vicino al suo livello”.

Senza tifosi allo stadio

In Olanda ultimamente stanno sottolineando particolarmente la differenza tra Justin e Patrick, come se la sua partenza dall'Ajax lo avesse privato di tutte quelle attenzioni cui era abituato: "Trovo strano che, dopo il mio trasferimento in Italia, all'improvviso non credano più in me. Anche mio padre pensava che sarebbe stato meglio se fossi rimasto nei Paesi Bassi per un altro po', ma mi sostiene. Le persone che mi sono vicine forniscono un'influenza positiva e questo mi aiuta a ottenere il massimo dalla mia carriera". In ogni caso lo scetticismo non ha fatto altro che caricarlo ancora di più: "Ho visto molte volte che la gente pensava che non avrei giocato di nuovo quando è stato acquistato un nuovo giocatore, ma sono ancora lì. Continuo a fare del mio meglio e faccio vedere che si sono sbagliati. Sto bene in Italia e questo è solo l'inizio”. Poi sulla ripresa del campionato senza pubblico: "Ci vorrà un po' per abituarsi, ma non dovrebbe fare alcuna differenza. I tifosi normalmente forniscono una spinta motivazionale, quindi dobbiamo crearcela da soli. Ultimamente abbiamo giocato tra di noi per prepararci a riprendere la competizione, quindi sappiamo cosa aspettarci".

Contro il razzismo

In conclusione Kluivert affronta il problema del razzismo: "Il razzismo è la cosa peggiore al mondo. Non appartiene a questa era. Dovrebbe essere finito, ma sfortunatamente non lo è ancora. Quando vedi quante persone si ribellino, è solo un messaggio positivo. Dobbiamo tutti rendere il mondo un posto migliore. Insieme. Senza parlare di bianco o nero, ma solo di persone. Ecco perché mi piace il fatto che così tanti ci prestino attenzione". Su tutti la Roma, sempre in prima linea in questo genere di iniziative: "Stiamo sicuramente lavorando a questo problema in gruppo. Ne parliamo e speriamo che arriverà un momento in cui tali discussioni non saranno più necessarie. Se farò un'esultanza di solidarietà in caso di gol? Vedremo. Dovresti vivere quel momento. Personalmente non sono stato vittima di razzismo, ma molti altri sì e non va bene. Il calcio dovrebbe essere divertente e non un modo per tentare di ridicolizzare le persone".


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