Fonseca, ma Ünder che fine ha fatto?

Fonseca, ma Ünder che fine ha fatto?© LAPRESSE
Giancarlo Dotto
3 min

Roma quasi fuori dai giochi Champions, tra l’imbarazzante e l’ingiudicabile. Non è calcio al “Meazza”, ma è l’unico che abbiamo e dobbiamo tenercelo stretto. Il gol di Rebic è la sigla finale della farsa. Statuine spompate faticano a respirare, figuriamoci a calciare. Smalling e Cristante hanno la reazione di un bradipo sotto effetto di narcotici. La palla è l’unico elemento parzialmente vitale di questa scena derelitta. Basta, a seguire, un’accelerazione di Theo Hernandez per far franare quanto resta della baracca giallorossa. Leotta a parte, Diletta e uguale a se stessa sotto qualunque cielo, latitudine e calore, per tutti gli altri quattro gatti al Meazza la sofferenza da squaglio è visibile. Si muore di caldo e si sopravvive per necessità, ma senza troppa convinzione.

Milan e Roma applicano diligenti il loro “mimacalcio”, necessaria variante del calcio ai tempi del Covid, ma la porta equivale a un miraggio e, se pure ti parte uno slancio, i tuoi resti boccheggianti sono un monito per compagni e avversari. Partire forse, ritornare non si sa. Il Milan, almeno, vivacchia fi no in fondo. Tre punti facili, non gli serve molto. Di là, Dzeko e compagni danno segni di esistenza solo nella prima mezz’ora. Una quantità impressionante di sfondoni tecnici al minimo dei giri, nelle esecuzioni più elementari. Se aggiungi che quello senza tifosi, sempre benedetto sia chiaro, è un calcio senza corpo e senza nervi, difficile commentare facce paonazze e nasi ustionati, la cui unica aspirazione sono i “cooling break”.

Con qualche variante più o meno obbligata, la Roma riparte a Milano dal buon secondo tempo dell’Olimpico contro la Sampdoria e tiene all’inizio discretamente il campo, al punto da generare qualche illusione. Piccolo dettaglio, Dzeko e Pellegrini sono rimasti all’Olimpico. Sembrava promettente anche il ritorno da titolare di Zappacosta, uno dei pochi al mondo che può dirsi grato al virus disgrazia, ma si capisce presto quanto sia lontano da una condizione accettabile. Il secondo tempo dei ragazzi di Fonseca non è commentabile, nel senso che non sono mai rientrati in campo.

A proposito di Fonseca. Dire che rappresenta oggi l’unica certezza di questa Roma impregnata di caos sta diventando un luogo comune oltre che una probabile verità, ma la domanda si pone: davvero si è convinto che Ünder sia la terza scelta rispetto a Perez e Kluivert (ieri all’ennesima prova senza capo né coda, nessuna logica calcistica)? O stiamo parlando di un calciatore già lontano da Roma? In entrambi i casi, tristezza per favore vai via. 


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