Non paragonate Zaniolo a Totti

È pronto a guidare la squadra e presto avrà un ingaggio da 3 milioni l’anno
Non paragonate Zaniolo a Totti© LAPRESSE
Alberto Polverosi
3 min

Può essere l’anno di Nicolò Zaniolo. L’anno di un giocatore molto forte ma con margini non ancora definiti. Zaniolo è come un quadro a cui va trovata una cornice adeguata. Sulla tela ci sono schizzi di ogni colore, ma perché risalti di più ha bisogno di trovare una squadra che sappia assecondare il suo talento e ancora prima un ruolo definitivo. Può dare di più come esterno o come trequartista? Zaniolo è stato scoperto da Di Francesco, valorizzato da Mancini e consacrato da Fonseca che oggi ha il compito fondamentale di spingerlo e sostenerlo nell’atto finale della sua crescita. E’ un giocatore che ha convinto subito tutti, è bastata un’occhiata per capire che a vent’anni poteva diventare il riferimento della Roma e poi, chissà, della Nazionale. Sul piano tecnico è il miglior elemento a disposizione di Fonseca e ora, dopo due stagioni in prima squadra, bisogna capire se la sua qualità è sufficiente per indossare i panni del trascinatore della Roma.

Non paragonate Zaniolo a Totti

Forse lo avremmo capito già in questa stagione se non ci fosse stato l’infortunio, ma è incoraggiante il fatto che dalla lunga pausa sia tornato il giocatore di prima e forse anche più solido nel carattere, nella determinazione. Il problema è che la Roma è appena uscita dalla felice tirannia calcistica di Totti e subito si sono messi alla ricerca del suo sostituto. Ricerca che durerà chissà per quanti anni: quando rinascerà un altro Totti ci sentiremo tutti più sollevati, ma non confondiamo Zaniolo col capitano, per favore. E più Nicolò riuscirà a evadere da questo confronto, più sarà forte, più si sentirà leader, ruolo in cui dovrà essere riconosciuto anche dalla squadra.

Dzeko e Zaniolo, l'asse della nuova Roma

Zaniolo è il giocatore che arricchisce la manovra, ne esalta la parte finale, spesso la infiamma, è uno sviluppatore di qualità, uno così va messo al centro del gioco, va coinvolto sempre di più. Se resta Dzeko, l’asse giallorosso deve diventare Zaniolo-Dzeko, risiede lì il meglio della Roma. Alla fine della prossima stagione è in programma l’Europeo che il romanista non avrebbe giocato se il virus non lo avesse spostato al 2021. E’ l’occasione ideale per prendere la scena e per mostrare all’esterno dei confini italiani un valore assoluto. Ma perché ciò accada, la Roma deve aiutarlo così come lui deve aiutare la Roma. Il resto toccherà a Mancini.


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