Fonseca, il mercato e lo stadio: Friedkin cambia la Roma

Fiducia al tecnico, ricerca di un ds in stile Sabatini. Ma prima di tutto i proprietari vogliono ricostruire il rapporto con la città
Roberto Maida
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ROMA - Goethe scriveva, nel 1808: «C’è un gigante addormentato dentro ognuno di noi. Quando il gigante si sveglia, accadono i miracoli». Chissà se Ryan Friedkin ha pensato al Faust, capolavoro dello scrittore tedesco, quando ha defi nito la Roma uno «sleeping giant». E’ l’espressione che più colpisce della prima intervista rilasciata dai nuovi proprietari, Ryan e il padre Dan. Parlando di un «gigante addormentato», Friedkin junior allude evidentemente a un sonno operativo nel quale l’As Roma è sprofondata negli ultimi due anni di gestione Pallotta, coincisi non per caso con l’allontanamento dal salotto della Champions.

STEP BY STEP - Rispetto al 2011, quando Pallotta fissò l’obiettivo-scudetto in cinque anni, i Friedkin preferiscono ragionare in termini più cauti: «Abbiamo bisogno di pazienza», «Quello che abbiamo sentito finora è che i tifosi vogliono tre cose: una squadra di cui essere orgogliosi, un club che apprezzi, comprenda e condivida la loro passione e una proprietà che sia allo stesso tempo presente e onesta» ha puntualizzato papà Dan. E’ una presa di distanza garbata ma decisa rispetto al passato. Una delle cose che maggiormente erano state rimproverate a Pallotta era il distacco fisico dalla città. L’errore non verrà ripetuto, tanto è vero che Ryan vivrà a Roma e frequenterà stabilmente la sede amministrativa del club, mai visitata da Pallotta in quasi due anni.

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