Bruno Conti e l'aneddoto sui Friedkin tra l'italiano e il dialetto romanesco

Il responsabile del settore giovanile giallorosso: "È bello vedere il presidente sempre a Trigoria, fa bene al club". Su Maradona: "Voleva portarmi al Napoli"
Bruno Conti e l'aneddoto sui Friedkin tra l'italiano e il dialetto romanesco© ANSA
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"Diego ci mancherà: eravamo amici, sinceri. Nel 2005 mi fece una sorpresa a Trigoria, non lo dimenticherò mai". Un emozionato Bruno Conti ha regalato un suo toccante ricordo di Diego Armando Maradona, conosciuto sui campi di calcio e diventato poi un amico nel corso degli anni: "La mia amicizia con lui è iniziata sul campo, da semplici avversari, una volta mi sussurrò nell'orecchio: "Bruno vieni a giocare a Napoli". Eravamo entrambi mancini, vivevamo il calcio nello stesso modo: una passione per il pallone infinita. Ricordo con affetto i suoi abbracci ad inizio e al termine della gara, c'era un'affinità spontanea - le sue parole a Retesport -. Per me era un onore sapere che uno come Maradona mi ammirasse calcisticamente. Ci siamo scontrati sul campo anche con la maglia della Nazionale, c'era un grandissimo affetto tra noi. Nel 2005 quando divenni allenatore della Roma, venne a trovarmi a Trigoria, fu un'emozione straordinaria, per me e per i ragazzi. Gli regalammo una maglia della Roma, ricordo che creammo un siparietto per cui prima della mia conferenza stampa, facemmo finta di presentare lui come nuovo acquisto. Una persona meravigliosa, dal cuore d'oro, ieri è stato un pomeriggio veramente difficile". 

Bruno Conti: "Maradona voleva portarmi al Napoli"

Bruno Conti ricorda anche dell'incrocio con Maradona nel mondiale del 1982: "Dopo Italia-Argentina, quando vincemmo prima col Brasile e poi contro Diego, iniziammo a pensare che potevamo vincere il Mondiale e seppi che Pelè mi aveva ribattezzato 'Marazico', insomma momenti indelebili e indimenticabili. La diversità di Maradona era che non sapevi mai cosa avrebbe potuto fare col pallone tra i piedi: da avversario vivevi col timore costante che potesse inventarsi qualsiasi cosa, fisicamente era imprendibile, il pallone lo faceva cantare. Vederlo a contatto da vicino mi ha sempre lasciato sgomento. Diego era una persona straordinaria, ha sempre ammirato Francesco Totti, un rapporto nato dalla semplicità, Diego era innamorato di Checco, della sua storia, delle sue qualità: stiamo parlando di fenomeni".

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Bruno Conti: "Friedkin parla un po' di romanesco"

Per chiudere una battuta anche su Dan e Ryan Friedkin, nuovi proprietari della Roma: "Mi fa piacere vederli costantemente a Trigoria, una presenza reale, tangibile, in tutte le questioni della società. Sono aspetti importanti che fanno bene al club. Ryan sta imparando italiano e qua e là anche qualche battuta in romanesco...".


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