Stadio Flaminio, Piano declina l'invito: le ipotesi della Roma

I Friedkin hanno sondato il celebre progettista, che non può. Restano percorribili una serie di altre idee
Stadio Flaminio, Piano declina l'invito: le ipotesi della Roma
Guido D'Ubaldo
3 min

ROMA - Friedkin continua a lavorare sullo stadio in prima persona. Della questione se ne occuperà poi Stefano Scalera, appena firmerà il contratto con la Roma e diventerà operativo, ma intanto il presidente sta valutando tutte le soluzioni, pur senza escludere definitivamente Tor di Valle. La ristrutturazione del Flaminio è un’ipotesi molto suggestiva ed è stata presa in considerazione con attenzione, ma riuscire ad avere tutti i permessi non è facile. C’è un’area archeologica nel perimetro dello stadio progettato per le Olimpiadi dai Nervi, padre e figlio, che non consente di fare lavori per i parcheggi. Ma gli ostacoli sono anche altri.

Il no

Comunque sul tema i Friedkin andranno a fondo e nelle scorse settimane hanno contattato l’architetto Renzo Piano per ristrutturare lo stadio (ormai in rovina) a due passi dal centro città. Il più famoso progettista italiano ha declinato l’invito perchè ha molti lavori in piedi, ci hanno fatto sapere ieri dall’ufficio comunicazione dello studio Piano. Il presidente della Roma ha incassato il no, ma non ha abbandonato l’idea di recuperare lo stadio di proprietà del Comune. Tanti restano i nodi da sciogliere: dai trasporti, ai parcheggi e alla sicurezza. Sull’ipotesi di una ristrutturazione radicale del Flaminio ha espresso un parere molto critico Italia Nostra: «Lo stadio Flaminio, illustre opera degli anni ’60 di Antonio e Pierluigi Nervi, deve seguire la strada virtuosa già impostata: il restauro conservativo finanziato da CDP nel capitolo del Credito Sportivo e dato in seguito in gestione, sempre con vocazione sportiva, a Sport e Salute SpA». [...]

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