Roma, una stagione da salvare in Europa League

Roma, una stagione da salvare in Europa League© LAPRESSE
Giancarlo Dotto
3 min

Al fondo di una partita tristemente amatoriale (se un giorno vorranno raccontare cos’è stato il pallone ai tempi della pandemia, basterà mandare in onda questo Sassuolo-Roma: esempio antologico di come l’horror vacui degli stadi deserti induca a un calcio da spiaggia), una baraonda di errori, vaghezze e approssimazioni, non arriva l’unica cosa che conta, i tre punti. Imperdonabile Roma. Protagonista suicida di un’impresa contraria. Farsi riprendere due volte dal Sassuolo più debosciato della stagione, in campo senza i suoi pezzi forti, nella giornata in cui vincono Atalanta, Napoli e Lazio. Come dire addio alla Champions, ora più che mai un miraggio nella cruna dell’ago dell’Europa League. Giovedì sera, già ad Amsterdam, sapremo quanto grande questo miraggio.

Ingiustificabile Roma. Qui l’eleganza di Fonseca, in assoluto apprezzabile, confessa il suo limite. Qualsiasi allenatore, magari meno elegante e meno capace del portoghese, ancora prima di prendersela con un Pairetto che fa rima con Inetto (grottesca e incomprensibile la decisione di non far battere la punizione nel finale) avrebbe scelto la parete più spaziosa dello spogliatoio per attaccarci quattro o cinque dei suoi. Lo ha fatto Fonseca? Auspicabile. Inaccettabile, invece, che una squadra di questo livello, con dichiarate ambizioni, si presenti con un deficit di attenzione così evidente. Eccezione per l’enorme Spinazzola (in campo lui, e poi altri 21 calciatori), il solito Mancini, il generoso Pellegrini e il sempre più sorprendente Karsdorp, tradito nell’occasione del 2 a 2 dall’inguardabile postura di Bryan Cristante (Smalling dove sei?), bello quando appoggia palla da dietro, non commentabile quando difende. Troppo cose inguardabili in questa partita. A cominciare da Bruno Peres. A un certo punto, la tentazione era quella di scrivere il pezzo su una delle più catastrofiche manifestazioni di analfabetismo calcistico di sempre, tra sviste, sfondoni e letture sbagliate. Aveva una sola chance per evitare la stroncatura, segnare il gol della vittoria. C’era quasi riuscito.

Inutile girarci intorno. Al netto delle fumisterie, la stagione della Roma si riduce ormai alle auspicabili cinque partite di Coppa. Giovedì sera, alla Johan Cruijff Arena, Fonseca e i suoi si giocheranno la stagione e la loro residua credibilità. Cosa mi aspetto? Una Roma feroce. Una grande Roma. Che dovrà, prima o poi, apprendere la grande lezione (si è visto anche ieri): è una squadra che, quando attende, frana.


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