Pagina 4 | Pallotta: "Stadio? La Coca-Cola era pronta. Su Totti e Zaniolo vi svelo..."

ROMA - Niente tweet, per la prima volta James Pallotta racconta le sue verità sui suoi anni alla guida della Roma. L'ex presidente giallorosso ha rilasciato un'intervista al portale “The Athletic” descrivendo il suo operato nei suoi otto anni: La Roma sarà sempre nella mia testa e nel mio cuore, è stata una parte importante della tua vita. A posteriori ci sono cose che avrei fatto diversamente, ma nei primi dieci mesi di presidenza ho imparato molto“.

Pallotta: "Avrei voluto Baldini e Sabatini insieme per più tempo"

Su Sabatini e Baldini: “Walter è stato molto bravo a trovare giocatori. Vive solo per questa roba. Però non credo che si sia preso cura della sua salute come avrebbe dovuto. Quando uscivano a cena rubavo il suo pacchetto di sigarette, Walter l’ha capito e ha detto ‘Porterò anche un pacchetto in più’. Baldini? Mi sarebbe piaciuto vederlo operare con Sabatini per più tempo“.

Sul Fair Play Finanziario: “La riunione fu divertente, un paio di persone del panel stavano dormendo durante la nostra presentazione. È stata la più comprensibile possibile ed è stata fatta al meglio. Non aveva senso che io fossi punito per ciò che avevo ereditato”.

Sul suo approccio a Trigoria:La prima volta che sono andato a Trigoria, ho chiamato tutti fuori e mi sono tuffato in piscina. Era il mio modo per dire che le cose non sarebbero state fatte allo stesso modo“.

Sullo sponsor tencico:Nike mi ha detto che avrebbe trattato la Roma come il Barcellona. Ma non fu questa la situazione


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Roma, Pallotta: "La Coca Cola era in attesa dello stadio"

Sullo stadio:Avevamo un sacco di grandi sponsor che volevano essere coinvolti. La Coca-Cola era una di questi. Sono andato ad Atlanta per parlare con loro. Lo stadio sarebbe stata la struttura più utilizzata nell’Europa meridionale. Sapevamo di avere enormi opportunità di generare ricavi che sarebbero stati reinvestiti nella squadra“.

Sui media:I tifosi ricevevano tanti messaggi contrastanti dalla radio o dai giornali che erano semplicemente falsi. Dicevano che Pallotta voleva costruire uno stadio solo per fare soldi per se stesso. Invece era strutturato sotto una holding, quindi c’era la squadra da una parte e lo stadio dall’altra. Dovevamo farlo per evitare il fallimento nel caso in cui fosse successo qualcosa allo stadio. Tutto quello che avremmo fatto con lo stadio sarebbe stato a beneficio della squadra“.

Su Luis Enrique: “E’ stata un’ottima scelta anche se aveva solo un anno o due alle spalle come allenatore. Lo amavo, pensavo che sarebbe stato fantastico”.

Sul paragone con la Juventus: “Il primo anno in cui gestivo la squadra, quello che mi ha colpito è stata la Juventus. La difesa bianconera era dura, cattiva. Li guardavo e dicevo: ‘Questo è ciò che voglio’“.

Sulla polemica con i tifosi: “Feci un’intervista e dissi che avrei voluto che fosse tradotta perfettamente, perché so che a volte ci sono problemi con le traduzioni. Dissi che c’era un piccolo gruppo di ‘fucking idiots’ – queste esatte parole – che danneggiavano tutti i tifosi della Roma e che era una cosa triste“.


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Roma, Pallotta: "Totti voleva allenare, poi ci ha ripensato"

Su Spalletti: “Mi piaceva molto. Ho un ottimo rapporto con lui adesso. L’ultima volta che sono stato in Italia, ero a Firenze in vacanza. Sono andato a casa sua e siamo usciti a cena. Ha detto che non avrebbe mai dovuto accettare di tornare? Ha sempre pensato che ci fossero persone che gli sparavano addosso“.

Su Totti: “È stato a Roma per 30 anni. Ogni giorno si alzava e andava a Trigoria. Accettammo di onorare l’impegno della proprietà precedente con un contratto da 6 anni come dirigente. Ebbi una discussione con lui, chiedendogli cosa avrebbe voluto fare nella vita dopo il ritiro. Rispondere era difficile per la Roma e lo era per lui. Una delle voci del suo biopic dice che non ci poteva credere e che avrebbe preferito pensare al passato piuttosto che al futuro“.

Su quello che Totti voleva fare dopo il ritiro: “Totti voleva allenare. Gli dissi che doveva capire che per allenare non solo avrebbe dovuto studiare, ma farlo per 80 ore a settimana e che non capivo perché volesse fare quello. E allora gli abbiamo portato dei professori e abbastanza rapidamente decise che allenare non fosse la cosa giusta per lui. Gli dissi che aveva uno stile di vita bello e che il contratto di 6 anni da dirigente, che per molte persone era un ottimo contratto con molti soldi, lo avrebbe abituato a uno stile di vita leggermente diverso. E abbiamo parlato di coinvolgerlo nel marketing e nello staff degli sponsor, in modo tale che avrebbe potuto aiutare a chiudere certi affari. Da possibile direttore tecnico aveva degli input, e noi veramente volevamo che ne avesse anche di più. Lo abbiamo invitato numerose volte a Boston per le riunioni, a Nantucket, a Londra“.


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Roma, Pallotta: "Monchi non conosceva Zaniolo. Lo ha preso Baldini"

Su Monchi: “Io, Baldini e Monchi ci siamo visti a Londra diverse volte in una stanza privata accanto al Baumont hotel. In questi incontri diceva tutte cose giuste. Mi prendo l’intera colpa per averlo scelto. Salah? L’ho amato, non volevo venderlo, ma non avevo scelta. E lui sarebbe andato via comunque, perché voleva dimostrare quanto valesse. Avrei tenuto anche Alisson, ma la Roma non poteva eguagliare lo stipendio offerto dal Liverpool a causa dei ricavi mancati dallo stadio”.

Sugli acquisti di Monchi: “Mi sono fidato di lui. Non conoscevo la storia di alcuni calciatori, ma lui sì. Avrei dovuto intervenire prima, ma l’ho assunto per fare questo lavoro e l’ho lasciato fare. L’ho assunto pensando fosse il migliore al mondo e lui era l’esperto di calcio, non io. Under è stato un buon acquisto, anche se non ha mai raggiunto il livello che sperava. Kolarov lo adoravo. Zaniolo è arrivato al 100% grazie a Baldini. Franco ha chiamato l’Inter e gli ha detto che avrebbe voluto Zaniolo. La risposta di Monchi è stata ‘Chi è?’. Inoltre vorrei aggiungere che è falso che Monchi fosse un burattino di Baldini, come ha scritto qualcuno. Monchi voleva lavorare con Franco e imparare da lui”.

Sull’ego di Monchi:Non voleva ricevere aiuto, non ascoltava nessuno. Non importa cosa avremmo avuto da dire. Un altro errore che ho fatto è che avrei dovuto rendermi conto che si faceva chiamare Monchi. È come se ti facessi chiamare Madonna. Doveva essere un segnale di avvertimento. Non puoi avere un piano B se non hai un piano A. Alla fine, credo che non avesse un piano A“.


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Roma, Pallotta: "Monchi non conosceva Zaniolo. Lo ha preso Baldini"

Su Monchi: “Io, Baldini e Monchi ci siamo visti a Londra diverse volte in una stanza privata accanto al Baumont hotel. In questi incontri diceva tutte cose giuste. Mi prendo l’intera colpa per averlo scelto. Salah? L’ho amato, non volevo venderlo, ma non avevo scelta. E lui sarebbe andato via comunque, perché voleva dimostrare quanto valesse. Avrei tenuto anche Alisson, ma la Roma non poteva eguagliare lo stipendio offerto dal Liverpool a causa dei ricavi mancati dallo stadio”.

Sugli acquisti di Monchi: “Mi sono fidato di lui. Non conoscevo la storia di alcuni calciatori, ma lui sì. Avrei dovuto intervenire prima, ma l’ho assunto per fare questo lavoro e l’ho lasciato fare. L’ho assunto pensando fosse il migliore al mondo e lui era l’esperto di calcio, non io. Under è stato un buon acquisto, anche se non ha mai raggiunto il livello che sperava. Kolarov lo adoravo. Zaniolo è arrivato al 100% grazie a Baldini. Franco ha chiamato l’Inter e gli ha detto che avrebbe voluto Zaniolo. La risposta di Monchi è stata ‘Chi è?’. Inoltre vorrei aggiungere che è falso che Monchi fosse un burattino di Baldini, come ha scritto qualcuno. Monchi voleva lavorare con Franco e imparare da lui”.

Sull’ego di Monchi:Non voleva ricevere aiuto, non ascoltava nessuno. Non importa cosa avremmo avuto da dire. Un altro errore che ho fatto è che avrei dovuto rendermi conto che si faceva chiamare Monchi. È come se ti facessi chiamare Madonna. Doveva essere un segnale di avvertimento. Non puoi avere un piano B se non hai un piano A. Alla fine, credo che non avesse un piano A“.


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