Mourinho: “Non sono qui in vacanza, vogliamo una Roma vincente nel tempo”

Il tecnico portoghese dalla Terrazza Caffarelli in Campidoglio si presenta ai tifosi giallorossi: "Tempo e lavoro per costruire una squadra da titolo. Conte? Nessuno può paragonare essere paragonato a me o ad Helenio Herrera"
Mourinho: “Non sono qui in vacanza, vogliamo una Roma vincente nel tempo”
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ROMA - È il giorno di José Mourinho. Questo pomeriggio alle 13.30 il tecnico è stato presentato in conferenza stampa nella magnifica location di Terrazza Caffarelli, in Campidoglio, con vista panoramica sulla città. Il tecnico è stato presentato prima dal general manager Tiago Pinto: "È un giorno molto felice per noi. È il primo step per un cambiamento di mentalità, ci aspettiamo tante cose buone nei prossimi tre anni. La carriera di Mourinho parla da sola. Voglio ringraziare i Friedkin per l'opportunità che ci hanno dato, ringraziare Mourinho per la fiducia nel nostro progetto e poi dire a tutti voi che c'è stata una grande energia a Trigoria e tutti noi siamo soddisfatti di crescere con Mourinho".

Prende la parola Mourinho: "Voglio e devo ringraziare i tifosi perché la reazione alla mia contrattazione per la Roma è stata eccezionale. Ho avuto subito questa sensazione.. non ho fatto nulla per questo e mi sono sentito subito in debito perché l'accoglienza è stata emozionante. Devo ringraziare i tifosi. Poi ringrazio la fiducia del club, della proprietà e dei Friedkin, di Tiago e di tutti voi. Il modo in cui i tifosi mi hanno accolto a Roma e anche prima è stato fantastico e mi ha colpito. C'è una domanda che arriverà sicuramente. Perché sono qui? Sono vicino alla statua di Marco Aurelio, nulla viene dal nulla e nulla ritorna al nulla. Questo ha un significato molto simile a quello che ho sentito quando ho parlato con il club. Quello che Dan e Ryan vogliono per questo club, il modo in cui hanno parlato con me. Un progetto molto chiaro. L'eredità che vogliono per questo club. Non dimenticare mai il passato fantastico di questo club. Costruire un futuro. La parola 'tempo' a volte nel calcio non esiste ma in questo caso esiste ed esiste in un modo fondamentale perché quello che la società vuole non è successo oggi e problemi domani ma una situazione sostenibile nel futuro e fare qualcosa con passione. E' la ragione principale per la quale sono qui. Adesso è tempo di lavorare insieme ai miei. Sicuramente arriva la domanda se questa incredibile città è la motivazione per cui sono qui e rispondo già no, perché non sono qui in vacanza. La città ha una grande responsabilità e un incredibile legame della Roma con la città è ovvia: il simbolo, colori, nome è un legame incredibile. E' una responsabilità che sento ma non siamo qui in vacanza ma per lavorare e per questa ragione allenamento alle 16:00, arrivederci e ciao. Possiamo andare? (ride, ndr)".

Una domanda da non romano, una volta ha detto che in Italia siamo matti perché parliamo tutto il giorno di calcio. Qui siamo in una città con almeno cinque radio che parlano tutto il giorno della Roma, questa pressione è stata decisiva per questa sua scelta?
"Ho dovuto cambiare telefono 3 volte perché non so come trovate sempre il mio numero. Scherzi a parte, è fantastico, è incredibile. Per chi ha lavorato già in Italia, quando non sei qui ti manca. Per chi è innamorato del calcio e pensa al calcio 24h ci manca. Come dicevo prima c'è un lavoro da fare internamente e all'interno del club dobbiamo concentrarci nel lavoro che abbiamo. Per tutto rispetto per il vostro lavoro, noi abbiamo il nostro. Non sono una persona troppo simpatica quando lavoro e magari non sarà un piacere per voi lavorare con me. Io devo difendere il mio club e uno dei modi di farlo è che quello che si fa internamente deve rimanere all'interno. Tutti noi all'interno di Trigoria e della società dobbiamo pensare così".

Sia lei che Tiago Pinto avete parlato di cambio di mentalità. Deve cambiare il DNA di Trigoria. Mi racconta come proverà a chiamare il dna di questo gruppo?
"Dovrò prima conoscere il gruppo. Non possiamo cambiare delle cose se non siamo consapevoli di chi c'è all'interno del gruppo. Ci sono dei principi fondamentali, non negoziabili. Oggi c'è il primo giorno di allenamento e gli farò capire il mio modo di lavorare. Tutto quello che non è al 100% non va bene. Dal momento che sono arrivato ho avuto una quarantena che mi ha permesso di poter parlare dentro il centro sportivo e ho visto una grande gioia di tutti di lavorare insieme e cercare di dare il meglio per lavorare". 

Ha chiamato dei giocatori di altre squadre?
"Non ho parlato con nessuno. Parlo con Tiago Pinto, la proprietà e le persone del club". 

Lei è venuto in Italia nel 2008 trovando un calcio titolato e con grande appeal. Adesso la Serie A non è così in salute come una volta. Può essere la sfida più importante della sua carriera?
"La prossima sfida è sempre la più importante della mia carriera. Ovviamente adesso è la più importante. Però stiamo parlando con una nazionale che è in finale dell'Europeo, e i giocatori tranne Verratti giocano tutti in Italia. Tutti noi dobbiamo fare qualcosa di più per dare più appeal al campionato. Il lavoro indirettamente per il calcio italiano. Dobbiamo dare tutti di più". 

Ha parlato con i giocatori dentro Trigoria. Il futuro di Dzeko? Chi sarà il capitano?
"Non risponderò ala domanda, parlerò delle dinamiche interne del club. Non posso condividere quello che faccio all'interno. Il ruolo di capitano sarà una situazione che i giocatori sapranno prima di voi". 

Si aspettava questa accoglienza da parte dei tifosi della Roma, il suo percorso è sempre stato un Veni, Vidi, Vici?
"Arrivare, lavorare molto, seminare e aspettare il tempo per raccogliere i frutti. E' un contratto triennale e poi spetterà alla società decidere il futuro. Sono 3 anni di contratto non possiamo sfuggire al fatto che non si vince da tanti anni e come mai la squadra è arrivata a 29 punti dalla prima in classifica. Sono domande che mi devo fare. Ritengo che sia il club che il GM conoscono le risposte meglio di me e sanno che c'è molto lavoro da fare, vogliamo arrivare a vincere dei titoli ma non dico vincere immediatamente, seguendo una traiettoria normale, non sarà così".

Che ruoli avranno Cristante e Spinazzola?
"Siamo tutti noi felici di avere questi giocatori in una Nazionale che sta facendo molto bene e che ha il 50% di possibilità di vincere la coppa. Lì sento già come miei giocatori. Cristante dimostra che è una nazionale piena di talento, ma solo undici cominciano titolari e Mancini non può fare miracoli. Il ct ha rispetto per i giocatori perché nel momento di difficoltà si gira e vede un Cristante che è un ragazzo fantastico e lo aspetto a Trigoria. Spinazzola? È triste non averlo ma lui è incredibile. È arrivato nel centro sportivo e sembrava non fosse successo niente, è molto positivo. Sarà dura per lui ma anche per noi. La soluzione per Spinazzola? Abbiamo un ragazzo giovane come Calafiori che deve lavorare tanto ma resterà in rosa. Ma abbiamo bisogno di un terzino sinistro". 

Limite nel budget di mercato? Cosa ha detto a Spinazzola?
Interviene Tiago Pinto: "È importante chiarire che abbiamo fatto un'analisi Dellas quadra. Sappiamo do cosa abbiamo bisogno ma sappiamo anche che è un mercato difficile da fare. Lavoriamo ogni giorno per trovare le soluzioni. Alla fine del mercato avremo una squadra degna di Mourinho".

I tuoi due anni in Italia furono difficili, gli ultimi mesi non parlasti più con la stampa dopo il gesto delle manette... Undici anni dopo torni con quali sentimenti? Di dare battaglia? O pensi che il calcio italiano o tu sei cambiato? 
"Io sono l'allenatore della Roma. Non voglio essere niente di più, c'è tanto da fare qui. Devo concentrarmi nel mio ruolo, perché sarà il mio ruolo per 24 ore o poco di meno per dormire. Se come conseguenza del mio lavoro nel club possiamo dare qualcosa di più al calcio italiano è fantastico. Le situazioni possono arrivare e non arrivare. Tu sai che per difendere i miei farò di tutto, per cercare io dei problemi ovviamente no. Mi voglio divertire e penso che ci possiamo divertire tutti. Per difendere la mia società, se bisogna fare qualcosa di più siamo qui".

Lei ha detto che in passato è stato vittima dell'ossessione per la vittoria e ha detto che se non vinceva era la fine del mondo... Sono vittima del modo della gente in cui mi guarda. Nel Manchester United ho vinto 3 titoli ed è stato un disastro. Ho preso il Tottenham in una finale di coppa in cui non mi hanno fatto giocare ed è stato un disastro. Per gli altri è una roba fantastica.Qual è la sua idea di vittoria alla Roma?
"In modo pragmatico, noi o un obiettivo: vincere la prima partita, poi pensare alla seconda partita e via via. Dal punto di vista generale, c'è un lavoro da fare. Questa società ogni giorno deve essere migliore. Parlando di Trigoria, la struttura sta cambiando sempre di più. La gente lavora 24 ore per realizzare una Trigoria più funzionale. Continuiamo a lavorare per migliorare le diverse strutture, materiali e umane. Ogni giorno dobbiamo essere una squadra migliore". 

Per alcuni lei è nella fase calante della sua carriera.
"Non dico niente. I miei ultimi tre club: scudetto col Chelsea, tre coppe con il Manchester United, una finale col Tottenham. Quello che per me è un disastro, chi ne parla non lo ha mai fatto nella vita". 

Come sente il rumore dei nemici?
"Non voglio la Roma di Mourinho, voglio la Roma dei romanisti. Io non sono nessuno, solo uno in più in mezzo a tanti tifosi". 

Dal 2008 la Roma non ha vinto nulla, zero titoli. E' abbastanza forte già la squadra per vincere?
"Non è un'ossessione per me pensarla così. Non possiamo scappare dalla verità, come è vero che abbiamo finito a 29 punti in campionato dietro la prima e 16 dietro il quarto posto. Non possiamo scappare da questa realtà ma vogliamo capire bene perché e il tragitto e come farlo, fino ad arrivare dove vogliamo. Stiamo parlando di tempo, è una parola che tutti noi condividiamo. E' stata una parola chiave quando ci siamo incontrati per la prima volta con la società. Se possiamo accelerare questo processo, meglio. E' la mia natura e voglio che i giocatori all'interno del club possono avere questa mentalità".

Ritiene positiva una stagione senza titoli?
"Voi parlate di titoli e noi di tempo e di progetto, di lavoro. I titoli non sono parole, è troppo facile da dire. Poteva essere una promessa troppo facile, la realtà è altra: tu parli di titoli, noi di tempo, di lavoro, di progetto e migliorare. I titoli arriveranno. La società non vuole successo isolato, vuole arrivare lì e rimanere lì. E' più difficile questo. E' ancora più facile se tu vinci e non hai soldi per pagare gli stipendi. Vogliamo essere sempre sostenibili e siamo uniti in questo pensiero. Lavorare e arriverà".

Come ha trovato Zaniolo, se pensa che sia pronto subito a tornare protagonista dopo questa lunga assenza? Qual è il ruolo migliore per lui in campo?
"Dobbiamo capirlo, dobbiamo comunicare e analizzare. Ho una squadra tecnica fantastica che mi piace tanto, con gente di tanto talento e di tanta passione. Abbiamo persone che stanno lavorando per noi che hanno lasciato situazioni buone da tanti anni in altri club e le hanno lasciate per lavorare con noi e per noi. Dobbiamo lavorare tanto e capire queste cose. Zaniolo è un ragazzo con talento fantastico all'interno della squadra, sappiamo quello che è successo dal punto di vista degli infortuni e poi dobbiamo trovare per lui dentro una dinamica di gioco della squadra l'habitat naturale, non solo per lui ma per tutti, dove si può esprimere al massimo. Una cosa è un'idea di gioco senza capire quello che fa felice il giocatore e un'altra cosa più importante è un'idea di gioco che i giocatori possono condividere con noi ed essere felici col loro ruolo".

Volevo capire qualcosa di lei sotto il profilo umano. Tutti si aspettano il Mourinho comunicatore. Sul Mourinho umano, quello che si è visto in All or Nothing, fa uscire il vero Mourinho? Ha già un'idea tattica di come potrà cominciare nella Roma? Il calcio negli ultimi anni è cambiato e lei si è evoluto in questi anni... 
"Abbiamo un'idea ovviamente ma deve essere lavorata ogni giorno. Dobbiamo capire come possiamo far esprimere i giocatori al massimo. Dobbiamo cercare di mettere i calciatori in una situazione di comfort.  N0n vogliamo farli giocare in un modo che non gli piace, dove non esiste piacere. Il miglior modo di far esprimere la squadra al massimo del potenziale è far esprimere la squadra nel loro modo di giocare. Il calcio si è rivoluzionato tanto, è difficile definire un modulo di gioco perché durante la partita devi avere la potenzialità di cambiare. Anche parlare di tattica è difficile, puoi giocare in un modo quando hai il pallone e quando lo perdi in fase difensiva cambiare il sistema tattico. I giocatori oggi di solito hanno più cultura tattica. Sul documentario? Non l'ho visto ma sì, eravamo naturali. Le telecamere erano lì ma nascoste e la prima settimana magari o la seconda sei ancora preoccupato, sai, ma dopo è naturale. Immagina che dopo una partita entri nello spogliatoi, non fai teatro. Se ti alleni e hai un microfono te lo dimentichi. Non puoi cambiare per questa situazione. Per favore, non dare idee ai Friedkin Production (ride, ndr)".

Le dispiacerà non incontrare Conte all'Inter? Cristiano Ronaldo?
"Ci sono degli allenatori che non si possono paragonare all'interno del club. Non si può paragonare nessuno a Liedholm e Capello, e nell'Inter non si può paragonare nessuno a me ad Herrera". 

Come immagina la Roma tra tre anni?
"Che festeggia qualcosa". 

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