Mkhitaryan esclusivo: "Con Mourinho tutto risolto. Pepe è entrato per far male"

Il centrocampista della Roma si confessa al Corriere dello Sport-Stadio: "Ho avuto delle offerte ma non ho mai avuto dubbi sulla scelta di restare. José l'ho trovato carico, ha ancora più voglia di vincere. Dzeko resta il nostro capitano"
Mkhitaryan esclusivo: "Con Mourinho tutto risolto. Pepe è entrato per far male"
Guido D'Ubaldo
3 min

CARVOEIRO - Vivace, sveglio. Un cittadino del mondo cresciuto tra percorsi impervi e ostacoli. Henrikh Mkhitaryan dà l’impressione di sapere perfettamente quello che vuole e dove vuole arrivare. Gli bastano pochi minuti per studiare chi ha davanti, prima di lasciarsi andare. «Facciamo l’intervista in italiano, se ho bisogno di approfondire qualche concetto mi faccio aiutare dall’interprete». Quasi un’ora a parlare di tutto e raramente si rifugia nell’inglese. E’ un armeno orgoglioso di esserlo, un calciatore che vuole vincere, non giocare a pallone. Siamo nel resort scelto dalla Roma per il ritiro portoghese. La squadra ha da poco finito di pranzare. Il sole penetra nelle ampie vetrate della hall, l’Oceano sconfinato è solo una cartolina per i calciatori della Roma, che possono ammirarlo da lontano. In questa intervista esclusiva Mkhitaryan racconta le sue ambizioni, il rapporto con Mourinho, la scelta della Roma, il carisma di Dzeko, l’amore per la sua patria e quel brutto fallo nell’amichevole contro il Porto, l’entrata dura di Pepe, che non ha perdonato.

Enrikh, come procede il ritiro?

«Stiamo lavorando bene, cerchiamo di fare tutto quello che il tecnico ci chiede, lavoriamo su aspetti che nel passato avevamo trascurato».

L’arrivo di Mourinho alla Roma ha riportato nell’ambiente la speranza di vincere.

«Quando giochiamo una competizione, qualsiasi essa via, l’obiettivo per me è sempre quello di vincere. Se giochiamo a pallone è un conto, ma io gioco sempre per vincere. Non ho mai giocato per divertirmi e basta. Senza i trofei alla fine della carriera non ti resta niente. Io e i miei compagni vogliamo vincere per restare nella storia del club».

Ci ha pensato un po’ prima di convincersi a restare alla Roma.

«Non ho avuto dubbi, ma volevo avere la testa fresca per prendere la decisione migliore per me. Avevo avuto delle offerte, in Italia e all’estero, ma la decisione più giusta è stata quella di restare alla Roma».

Con Mourinho il rapporto non era stato facile a Manchester. Vi siete chiariti?

«Quello che è successo a Manchester rimane a Manchester. Noi abbiamo parlato da persone mature, tutti e due vogliamo andare per la stessa strada, tutti e due vogliamo vincere qualcosa per la Roma. L’unica cosa che conta quest’anno». [...]

Anche lei in campo non molla mai. Si è visto anche contro il Porto...

«Lo dico chiaro: un giocatore, Pepe, non ha fatto un intervento duro, ma è entrato per fare male. Per questo mi sono arrabbiato. Anche se era un’amichevole, era importante per loro ma anche per noi, ci sono stati scontri decisi. Io in campo sono così. Sempre. Voglio vincere anche in allenamento. Una brutta scena, succede, speriamo non succeda più. Per me è finita lì».

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