Abraham, chi è il centravanti che Mourinho vuole per il dopo Dzeko

Attaccante moderno, non soffre la marcatura, partecipa al gioco, svaria preferibilmente sulla destra e conclude l'azione con efficacia
Abraham, chi è il centravanti che Mourinho vuole per il dopo Dzeko© EPA
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È un attaccante moderno, Tammy Abraham, in tutto e per tutto: per il fisico, per il bagaglio tecnico e anche per la fidanzata molto social. «Come diavolo fai a decidere di lasciare fuori il tuo miglior cannoniere in una finale?!», fu l'invettiva della seducente Leah Monroe lo scorso maggio, prima della finale di FA Cup che il Chelsea avrebbe giocato (e perso) con il Leicester. Il bersaglio era il tecnico Thomas Tuchel, che da tre mesi e mezzo aveva sostituito Lampard sulla panchina dei Blues, accantonando il ventitreenne attaccante londinese. Il passaggio da Lampard a Tuchel è stato in effetti traumatico per Abraham, che proprio nell'ultima partita del “suo” tecnico prima dell'esonero aveva rifilato una tripletta al Luton in FA Cup e sembrava lanciatissimo. Arrivato Tuchel, ha fatto qualche panchina, poi si è infortunato alla caviglia. E quando è tornato disponibile, si è ritrovato ai margini, definitivamente scalzato da Timo Werner: nelle ultime otto partite di Premier, Tammy è sceso in campo solo due volte, per complessivi 17 minuti, e in Champions ha visto dalla tribuna il trionfo dei suoi compagni nella finale con il City.

Abraham lo scorso anno è stato il miglior marcatore del Chelsea

Tuchel è ovviamente rimasto al timone e l'attacco dei Blues si è arricchito di un pezzo da novanta come Lukaku: normale che Abraham voglia cambiare aria; normale anche che non gli manchino le proposte, visto che al netto delle ultime difficoltà è un giocatore dai limiti ancora inesplorati. Alto oltre un metro e 90, ma rapido di gambe e piuttosto veloce, non ha paura della marcatura. Con l'avversario alle spalle sa proteggere il pallone e trovare soluzioni fulminee a beneficio degli inserimenti dei compagni, e in questo davvero ricorda Dzeko, maestro in giocate del genere. È un destro, ma contrariamente alle tendenze moderne, non ama partire da sinistra per accentrarsi e andare al tiro con il piede forte. Piuttosto, svaria molto sulla destra, alla ricerca del diagonale o del cross basso. La porta la vede e come, basti pensare che lo scorso anno, malgrado i problemi di cui si è detto, è stato il miglior realizzatore del Chelsea: 12 reti complessive su 33 partite, stesso bottino di Werner che però di partite ne ha giocate 52. E nella stagione precedente, segnata da un inizio strepitoso (10 reti nelle prime 12 partite di Premier), i gol alla fine sono stati 18, non male vista l'età.

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