Roma, retroscena Garcia: la rottura con Pallotta per una frase sulla Juve...

L'ex allenatore giallorosso analizza la squadra di Mourinho elogiando Pellegrini, Abraham e Shomurodov. Non esclude il ritorno e svela un retroscena
Roma, retroscena Garcia: la rottura con Pallotta per una frase sulla Juve...
Guido D'Ubaldo
4 min

Ha scelto di fare un anno sabbatico sulla Costa Azzurra in attesa della chiamata giusta. Rudi Garcia però non ce la fa a stare lontano dal calcio che conta e così martedì inizierà a fare il commentatore per Canal Plus con Lille-Wolsfburg. «Spero di poter fare la seconda voce anche per le squadre italiane impegnate in Champions. È un modo per restare in contatto con il livello più alto del calcio europeo. Sarà una bellissima esperienza, ma spero che duri poco, perché ho voglia di tornare in panchina». Oggi Rudi Garcia a 57 anni è un uomo felice, un allenatore in cerca di nuove esperienze. La sua compagna Francesca Brienza fa avanti e indietro tra l’Italia e la Francia, tra impegni televisivi e vita sentimentale. Il tecnico francese a fine stagione ha lasciato il Lione, dopo averlo portato l’anno precedente in semifinale di Champions. In questa intervista esclusiva racconta la Roma, il suo amore per Roma, la sua nostalgia di Roma.

Rudi, come mai sei ancora al mare?
«Ho fatto questa scelta anche se ho avuto tante proposte, anche da una squadra che partecipa alla Champions. Ma erano proposte interessanti solo economicamente, o senza il supporto di un programma giusto. Aspetto un progetto in Inghilterra o in Spagna, che sono le mie priorità, poi ovviamente anche in Italia o Francia».

In estate ti aveva cercato la Fiorentina.
«Mi avevano cercato tanti club, ma non mi interessava andare in una squadra che non gioca la Champions o che non può raggiungerla, non è nei miei piani. Sono diventato esigente, adesso è così».

Nell’esperienza alla Roma due secondi posti e il merito di aver lanciato Pellegrini.
«Quanto è bravo Lorenzo! Ha tutto per essere un grande calciatore. È forte tecnicamente, è alto per essere un centrocampista e soprattutto ha una comprensione tattica non comune. Gli dici una cosa e la assorbe subito, è molto intelligente. L’aspetto in cui sta migliorando da alcune stagioni riguarda i numeri: sa fare gol assist, è un giocatore completo» (...)

(...) Che ne pensi dei Friedkin?
«Non leggo loro dichiarazioni, ma so che sono molti presenti. Il loro modo di fare mi piace, non parlano molto ma agiscono. L’ultima estate dimostra questo: l’arrivo di Mourinho, l’aver costruito una squadra forte».

Mourinho è sempre Mourinho?
«Con gli anni qualsiasi persona ha più esperienza, ma è un allenatore che ha vinto dappertutto, di grande livello. Questo non cambia negli anni».

Abraham e Shomurodov fanno sognare i tifosi: ti piacciono?
«Sono complementari, possono giocare insieme. Hanno cominciato molto bene».

Alla Roma hai avuto un presidente come Pallotta che non era presente come Friedkin.
«Fino a un certo punto ho avuto un buon rapporto con tutti i dirigenti. Poi penso che non avessero gradito una frase che dissi dopo l’ultima partita del secondo anno, quando arrivammo ancora secondi. Dissi che il gap con la Juve era incolmabile, era la verità. Anche alla terza stagione eravamo primi a ottobre, poi troppi pareggi, ma ero convinto che avremmo potuto raggiungere ancora la Champions. Ma le cose sono andate in un altro modo. Io mi tengo solo i bei ricordi, mi piacerebbe un giorno tornare ad allenare la Roma, o anche altrove, in Italia. Amo la lingua, il Paese, la serie A». 

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